Nunca másNunca más (in spagnolo "mai più"), è il titolo del rapporto della Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas (CONADEP) Argentina del settembre 1984, chiamata anche Comisión Sabato dal nome del suo presidente Ernesto Sabato. StoriaVoluto dal neo presidente argentino Raúl Alfonsín nei primi anni ottanta per indagare su migliaia di casi di desaparecidos avvenuti durante la dittatura militare argentina, riportava testimonianze su sequestri, torture ed eliminazioni di oppositori messi in atto dalle autorità militari. Il rabbino Marshall T. Meyer ha avuto l'idea di chiamarlo «Nunca más» perché fu l'espressione usata per i sopravvissuti all'insurrezione o rivolta del ghetto di Varsavia dopo le atrocità commesse per i nazisti nella Seconda guerra mondiale. La prima edizione italiana di «Nunca Mas» è stata curata dall'ASAL e ha vinto il Premio Iglesias del 1986. ConclusioniQueste sono le conclusioni:
Per quanto riguarda i detenuti, alcuni furono assassinati gettandoli in mare vivi e sotto l'effetto di sostanze soporifere, oppure uccisi nei centri di detenzione facendone poi sparire i cadaveri; altri furono prelevati ancora vivi da queste carceri clandestine e poi uccisi simulando scontri a fuoco o tentativi di fuga; il rapporto non parla mai di sopravvissuti. Il rapporto nega, inoltre, che siano stati perseguitati solo appartenenti di organizzazioni che praticavano il terrorismo. Infatti, i Consejos de Guerra (Consigli di Guerra) che avevano il compito di giudicare questo tipo di delitti condannarono appena 350 persone. Invece si contano in migliaia le vittime che mai furono coinvolte in questo tipo di attività e, nonostante tutto, furono oggetto di orribili supplizi a causa della loro opposizione alla dittatura militare, per la loro partecipazione nelle lotte sindacali o studentesche, per essere intellettuali conosciuti o per essere familiari o amici di qualcuno che era considerato un sovversivo. (pag. 480). Contro l'affermazione della Giunta Militare secondo la quale si ebbero solo "eccessi di repressione inevitabili in una guerra sporca, questa commissione sostiene invece che le atrocità commesse non furono 'eccessi' ma pratica comune e diffusa, atti normali e frequenti, attuati quotidianamente al solo scopo di reprimere" (ibid). Voci correlate
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