Operazione Cottbus
L'operazione Cottbus fu un'operazione antipartigiana condotta da truppe delle SS (nella fattispecie dal battaglione Dirlewanger assieme a collaborazionisti bielorussi, lettoni, lituani e ucraini)[3] durante l'occupazione della Bielorussia. L'operazione cominciò il 20 maggio 1943 nelle aree di Bjagoml', Lepel', Ushachy e durò circa un mese durante il quale vennero dati alle fiamme e spopolati numerosi villaggi con un bilancio di circa 950 armi catturate[3], 9.800 uccisioni (6.087 in combattimento e 3.709 giustiziate) secondo i resoconti ufficiali nonché 5.053 persone mandate ai lavori forzati; queste cifre sono probabilmente sottostimate: la radio tedesca dichiarò 15.000 morti, numeri vicini a quelli dichiarati dall'Einsatzgruppe Dirlewanger (14,000 vittime). Prendendo in considerazione che altri due gruppi di combattimento presero parte all'operazione il numero probabile dei morti è stato stimato in almeno 20.000 caduti.[4] È probabile che la maggior parte degli uccisi fossero civili disarmati[3], alcune fonti contemporanee tedesche suggeriscono che molte delle vittime potessero essere appartenenti a bande,[1] ma rimarcano anche l'attitudine degli uomini di Dirlewanger ad uccidere indiscriminatamente.[2] Note
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