Orazio Pierozzi
Orazio Pierozzi (San Casciano in Val di Pesa, 8 dicembre 1884 – Trieste, 18 marzo 1919) è stato un ufficiale e aviatore italiano, pluridecorato quattro volte con medaglia d'argento al valor militare. Asso dell'aviazione da caccia, è accreditato di 7 abbattimenti durante la prima guerra mondiale. BiografiaIl sottotenente di vascello della Regia Marina Orazio Pierozzi venne assegnato nell'aprile 1917 al comando della 255ª Squadriglia del gruppo idrocaccia di Venezia di stanza presso Brindisi dotata di FBA Type H. Il 7 giugno successivo il neo promosso tenente di vascello Pierozzi abbatte un Lohner K (variante del Lohner L) che precipita in mare. Durante la prima guerra mondiale fu impegnato nel contrasto all'aviazione austro-ungarica sul Mar Adriatico e ottenne sette vittorie aeree, diventando un asso dell'aviazione e l'ufficiale della marina italiana con il maggior numero di vittorie aeree nel conflitto. Nel marzo 1918 Pierozzi viene trasferito alla Stazione idrovolanti di Venezia come comandante del Gruppo Squadriglie Caccia. Il 22 maggio il 2° Nocchiere Beniamino Piro della 260ª Squadriglia e Pierozzi dotati di Macchi M.5 abbattono un Phönix D.I ad Ovest di Rovigno. Morì in mare al largo di Trieste il 18 marzo 1919. Gli venne conferita la medaglia d'oro al valore della Marina. A lui sono intitolati l'idroscalo di Brindisi e la piazza principale del suo paese natale. Le vittorie
Onorificenze«Per aver tenuto con molta perizia militare e tecnica il comando di una squadriglia di idrovolanti, portandola in breve tempo ad un elevato grado di organizzazione ed allenamento, e per avere eseguito varie esplorazioni sulla costa nemica, sotto il fuoco di artiglierie antiaeree, raccogliendo interessanti informazioni e dimostrando perizia, serenità ed alto spirito combattivo.»
— (Basso Adriatico, settembre 1916-aprile 1917) D.L. 17 giugno 1917 «Pilota di idrovolante sosteneva dopo diverse ore di volo, combattimento aereo, nel quale, colpito al motore, precipitava in mare e dal tiro nemico aveva asportata un'ala dell'apparecchio. Raccolto da un cacciatorpediniere, non volle abbandonare l'apparecchio prima di aver ricevuto l'assicurazione che esso sarebbe stato distrutto.»
— (Basso Adriatico, 15 maggio 1917) D.L. 1º luglio 1917 «Pilota di idrovolante, più volte attaccava risolutamente un apparecchio nemico e mantenendosi a distanza serrata sotto il tiro avversario con abile manovra riusciva ad averne ragione, permettendo al proprio osservatore di uccidere con la mitragliatrice, pilota e osservatore, e di distruggere l'apparecchio, facendolo precipitare in mare. Comandante di squadriglia, eseguiva con perizia ed ardire il bombardamento di piazza nemica sotto il fuoco delle batterie avversarie.»
— (Basso Adriatico, 7-11 giugno 1917) D.L. 2 settembre 1917 «Alla memoria. Pilota di un idrovolante colto da un turbine di eccezionale violenza, veniva sbattuto contro il galleggiante, riportando gravissime fratture alla fronte che lo riducevano in fin di vita. In tali condizioni, con supremo sforzo di energia, continuava a mantenere l'apparecchio sotto certo controllo in modo da impedire la fatale precipitosa caduta, facendogli raggiungere il mare con minor violenza. Decedevo poco dopo a causa delle ferite riportate, chiudendo nobilmente un'esistenza spesa tutta per la Patria.»
— (Cielo di Trieste, 17 marzo 1919) D.L. 29 giugno 1919 Note
Bibliografia
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