Pier Luigi Bembo Salamon (a volte nella variante Bembo Salomon) nacque a Venezia il 16 dicembre 1823 dai genitori Alvise Bembo e Lucrezia Grimani. Il padre morì quando Pier Luigi ancora era in fasce[2] e apparteneva ai Bembo (del ramo Bembo-Salamon)[3], una famiglia agiata del patriziato veneziano. Uno degli antenati più illustri della casata era Pietro Bembo, letterato del Cinquecento. Per diritto di nascita, a Pier Luigi spettava il titolo nobiliare di patrizio veneto e, a partire dal 1840, gli fu concesso anche il titolo di conte dell'Impero austriaco.
Fece parte della Commissione Direttrice dell'Asilo d'Infanzia e della Commissione Generale di Pubblica Beneficenza.[2]
Il 15 Settembre 1859 fu proposto Podestà di Venezia ma non accettò.[2]
Fu nominato Podestà di Venezia durante il governo degli austrici, dal 7 maggio 1860
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al 6 marzo 1866, giorno in cui diede le dimissioni.
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All'inizio del suo mandato ottenne, tramite una mediazione con il governo asburgico, la scarcerazione di diversi prigionieri politici.
Nel 1862 invece convinse l'imperatore a destinare un fondo per la costruzione di un monumento al restauro del Fondaco dei Turchi che doveva diventare museo civico.
Nel 1863 si recò a Vienna insieme a Centrale Ferrari, deputato veronese, a trattare con l'imperatore per la concessione di uno statuto per il Regno Lombardo-Veneto.
Per queste misure, fu molto criticato. Sulle colonne di Rialto e San Marco scrissero con olio nero "Morte a Bembo, abbasso lo statuto".
Nel 1866 diede le dimissioni a seguito di un violento litigio con il luogotenente imperiale e rappresentante del governo austriaco Georg von Toggenburg. Quello stesso anno si tenne la terza guerra d'indipendenza italiana e Venezia passò al Regno d'Italia.[7]
Dal 22 marzo 1867 al 2 novembre 1870 fece il deputato alla camera del regno d'Italia durante la X legislatura.
Nel 1868 tenta di fondare una deputazione veneta di storia patria, però il ministro dell'istruzione non gli concede i fondi.
Dal 5 dicembre 1870 al 20 settembre 1874 fu nuovamente nominato deputato alla camera per la XI legislatura.
^ Gaetano Ceffis (Il Tobia), Versi intitolati al nobilissimo e dolcissimo degli amici, Pierluigi Bembo Salamon, conte dell'Impero austriaco, all'occasione delle sue faustissime nozze con la nobile signora Alfonsina de' Morandi, Verona, 1848.