Non si conosce nulla della vita di san Pietro prima della sua elevazione all'episcopato. Era arcidiacono della Chiesa di Poitiers quando, nel 1187, fu scelto a succedere al fratello Isemberto II; secondo il Chronicon Malleacensis fu consacrato vescovo il 22 febbraio 1187.[1]
Pietro si distinse in modo particolare per la sua fermezza nel difendere i diritti della Chiesa e per il suo coraggio nel denunciare gli abusi del tempo. Denunciò l'illegittimità del matrimonio del re Filippo I, che fece condannare durante il concilio svoltosi a Poitiers nel 1100. La stessa risolutezza tenne nei confronti del conte Guglielmo, che scomunicò, malgrado le minacce, per aver insultato pubblicamente Gérard de Blaye, vescovo di Angoulême. Questo gli valse l'esilio a Chauvigny.[2]
L'opera di Pietro è poi importante perché si adoperò in modo determinante per l'approvazione papale dell'abbazia di Fontevrault, posta nel territorio della sua diocesi, che lui stesso aveva aperto nel 1106.[2]
«A Poitiers in Aquitania, in Francia, san Pietro, vescovo, che favorì la nascita dell'Ordine di Fontevrault e, ingiustamente rimosso dalla sua sede, morì esule a Chauvigny.»