Le Pitture rupestri del bacino del Mediterraneo nella penisola iberica costituiscono uno dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO fin dal 1998.
Descrizione
Il sito è talmente ampio da ricoprire numerose comunità autonome spagnole: Andalusia, Aragona, Castiglia-La Mancia, Catalogna, Murcia e Valencia.
Queste pitture rupestri sono considerate fondamentali per lo studio dell'evoluzione umana durante la preistoria (19000-16000 a.C.). Alcuni siti simili si possono trovare nel Nordafrica, anche se mostrano diversi stili rappresentativi. Data l'estensione del patrimonio, risulta quasi ovvio che i soggetti rappresentati siano parecchio eterogenei:
- Caccia: Sono le scene più rappresentate. Illustrano scene di caccia sia individuale sia di gruppo, con alcuni interessanti particolari quali le trappole usate durante le battute.
- Combattimenti ed esecuzioni: Sono le più antiche di questo genere rintracciabili in Europa. Le esecuzioni erano svolte tramite l'uso di arcieri.
- Abbigliamento: Tra le varie cose si notano acconciature di capelli, bracciali e braccialetti. Sono i primi segni di disuguaglianza sociale nella preistoria.
- Allevamento: Alcune delle scene più importanti mostrano tecniche di apicultura.
- Scene funerarie: Sotto forma di corpi distesi.
- Vita quotidiana: Persone sedute che discutono o camminano in gruppo.
- Mitologia: Spesso vengono ritratti gli stregoni con strani costumi. Altri soggetti sono delle forme antropomorfe mezzi uomini e mezzi animali, soprattutto cervi, uccelli o tori.
- Forme femminili: Nonostante siano molto comuni, si crede che siano fatte solo per rappresentare le divinità femminili. Questa supposizione è dovuta al fatto che le pitture sono mediamente di dimensione superiore, e sono poste in luoghi di maggiore esposizione.
Fauna
In questa zona si trovano alcune fra le specie di rapaci europei: aquile reali, aquile del Bonelli e falchi pellegrini. In questa zona si trova ancora (in rari esemplari) uno dei mammiferi più rari d'Europa, la lince pardina. Vi si trovano anche capre dei Pirenei.
Rischi
Attualmente il patrimonio è soggetto a due tipi di rischio: ambientale ed umano. Il rischio è amplificato dal fatto che le opere si trovano su pareti di calcare che, per natura, sono soggette ad erosione. Per assurdo la presenza di caldo, freddo e vento che durante il Pleistocene ha causato la formazione delle pareti, adesso ne mette a rischio la sopravvivenza. In alcuni casi si rende necessario intervenire artificialmente per evitare fratture nelle rocce, e per metterle al riparo dall'acqua piovana (che a volte diventa pioggia acida). Un altro rischio è rappresentato da muschi, funghi e licheni che coprono le rocce. Le loro radici, per quanto piccole, penetrano nelle rocce alla ricerca di nutrimento.
Nonostante tutti questi rischi gravi, il pericolo maggiore, come spesso avviene, è di natura antropica. Da quando il sito è stato scoperto, a metà del XVIII secolo, le pitture sono state deturpate da persone che ne hanno staccato parti per portarle a casa come souvenir, o per rivenderli. Lo sviluppo culturale e la crescita di consapevolezza della popolazione ha permesso di ridurre significativamente questi episodi nel corso degli anni.
Protezione
Il sito è stato dichiarato tra i Beni di interesse culturale secondo la legislazione nazionale (Bienes de Interés Cultural) e ricade, quindi, sotto la protezione dell'articolo 40 della legge spagnola del 1985 sul retaggio storico. L'applicazione e la vigilanza sul rispetto della legge è attribuita dalle relative comunità autonome, ognuna responsabile per il proprio territorio di competenza.
Fonti
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