Esordisce negli anni settanta realizzando documentari e facendo da aiuto regista a Claude Jutra e Gilles Carle.[2] Dopo essersi confrontato con Denys Arcand sullo stato dell'industria cinematografica quebecchese, Frappier decide di adoperarsi per risollevarlo: «all'epoca riuscivamo a girare un film ogni quattro anni. Non ce la facevo più a girare e poi passare tre anni alla ricerca di un altro progetto. I produttori erano pochi. Mi sono detto: "Diventerò io stesso il produttore che avrei sempre voluto"».[2]
Comincia a lavorare alla National Film Board of Canada, diventandone nel 1984 il direttore della produzione di fiction.[3] Dal suo mandato emergono una serie di drammi urbani autoriali e moderni, tra cui soprattutto Il declino dell'impero americano (1986) di Arcand, il cui successo lancia definitivamente la sua carriera.[2][3] Lo stesso anno, Frappier lascia la produzione statale per fondare la casa di produzione Max Films assieme a Pierre Gendron.[2][3] Con essa produce altri film di alto profilo nazionale,[2] tra cui Jésus de Montréal, opera successiva di Arcand che, come già il Declino, viene candidato all'Oscar al miglior film straniero.
Le sue produzioni l'hanno reso nel corso degli anni una figura chiave del cinema del Québec e quindi di quello canadese,[1][4] specie nella scoperta e nella coltivazione di nuovi talenti.[2] Ha infatti fortemente voluto il film collettivo Cosmos (1996), con lo scopo di «trovare una nuova generazione [di cineasti] e fargli avere accesso a una loro visione, al loro tempo sullo schermo».[2] Dei sei registi che vi hanno partecipato, il più affermato si è dimostrato essere Denis Villeneuve, di cui Frappier ha prodotto i primi due lungometraggi. Nel 2003 ha prodotto la commedia La grande seduzione, rivelatasi il secondo film quebecchese di maggior incasso di sempre.[5][6]