Santa Tecla (Acireale)
Santa Tecla è una frazione del comune di Acireale. Geografia fisicaTerritorioPosta a nord-est di Acireale, Santa Tecla si adagia su una suggestiva piattaforma lavica: a Ovest si attacca alla lussureggiante e selvaggia Timpa "Falconiera" con la sua incolta flora mediterranea (oggi parco naturale protetto), mentre a Est si distende sul mare Ionio in una compatta e imponente scogliera di roccia vulcanica. La riva si inarca in un ampio seno detto Golfo di Santa Tecla, indicato nelle antiche mappe come "Sinus S.Theclae". Studi geologici danno la presenza nel sottosuolo di numerose faglie attive di origine vulcanica attraverso le quali scorre l'acqua, simile ad un fiume sotterraneo, che dalle nevi sciolte dell'Etna arriva fino al mare. Vi si notano infatti numerosi sbocchi che spesso formano delle vere e proprie fontane da cui, in passato, veniva attinta acqua per bere e dove si potevano lavare i panni. La faglia più imponente è descritta nei testi scientifici come "Faglia di Santa Tecla". La frazione è stata colpita da diversi sismi, fra cui il terremoto di Acireale del 2001 e quello di Santa Venerina del 2002. Frequenti sono anche i terremoti di scarsa intensità, dovuti al movimento delle faglie locali: Oggi il borgo, che conserva alcune residenze patrizie di campagna appartenenti a famiglie benestanti acesi, è un centro balneare e residenziale inserito nella cosiddetta "Riviera dei limoni". Ottima la ricettività alberghiera e di B&B. StoriaLe prime notizie storiche di Santa Tecla come borgo risalgono all'inizio del X secolo ed esattamente al 902, quando, secondo lo storico arabo Nwwayuri, vi sbarcarono gli Arabi provenienti da Taormina. Ciò dimostra che l'esistenza del borgo è anteriore a quella di Aquilia (l'attuale Acireale). datata approssimativamente nel XIV secolo. A causa delle scorrerie dei corsari turchi, che dal XVI secolo ivi "sogliono continoamente dare di terra et là rifrescarsi di tutte le vettovaglie" (Camillo Camilliani: "Descrizione delle torri marittime del Regno, 1584), il borgo venne dotato di una garitta di guardia, ancora esistente, costruita sulla punta dello scoglio dell'Apa. L'incursione più nota e meglio documentata (Vincenzo Raciti Romeo: "Aci nel secolo XVI, 1896) è quella del pirata Luccialì. che proprio lì sbarcò il 3 maggio 1582 al comando di sette galee e ben trecento pirati. Secondo alcuni (G.M. Calvaruso: "Santa Tecla", in rivista "Sicania", 1º luglio 1921 e 1º aprile 1922; Santi Correnti: "Acireale e le varie Aci, 1983) il nome del borgo deriva dalle parole arabe "Sciant Tagla", come riportate nel "Libro di Ruggero" del geografo arabo Al Idrisi (1154), che sarebbero traducibili in "luogo di approdo". Nel tempo e per assonanza la pronuncia sarebbe mutata in Santa Tecla, per cui vi fu costruita una chiesetta con tale nome. In merito, però, non esistono riferimenti storici certi. Secondo altri (Nicolò Russo - vedi bibliografia), sulla base di testimonianze di alcuni storici (T. Fazello:" De rebus Siculis",1558; A. Filoteo:" Descrizione della Sicilia nel XVI secolo, 1550 ; G. Massa:" La Sicilia in prospettiva", 1709), il toponimo deriva proprio da una chiesetta ivi costruita in epoca normanna (1061-1194), dedicata proprio a Santa Tecla, che appartenne fino al '600 ai Benedettini di Catania. In tal senso il toponimo "Sciant Tagla" può essere la traduzione di "Santa Tecla" in lingua araba fatta da Al Idrisi. Monumenti e luoghi d'interesse
Luoghi di culto
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Bibliografia
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