Chiamato dai latini Sabutus, si suppone corrisponda al fiume chiamato dai Greci Ocinaros (che scorre velocemente), non lontano dalla cui foce, sul lato sinistro, viene localizzata l'antica città di Terina secondo alcuni, l'altrettanta città antica di Temesa secondo altri studiosi. La querelle è aperta da molto tempo e di recente è stata rinfocolata da coloro che fanno sorgere Terina in territorio di Lamezia Terme e pongono Temesa sulla collina, Piano di Terina, che si eleva appunto sulla sinistra della foce del Savuto.
Il Savuto, nel tratto più a monte del proprio corso, quello compreso nel territorio della Provincia di Cosenza, è attraversato da una serie di ponti, ciascuno dei quali è dotato di una propria rilevanza storica, ma che versano tutti in un pessimo stato di conservazione.
Ponte dell'Ischia Romana (XVI sec.).
Ponte di Tavolaria (XVI sec.), 200 metri più a valle del luogo in cui il torrente Cannavina affluisce nel Savuto con una spettacolare cascata dell'altezza di circa 15 metri.
Ponte delle Fratte (XVI sec.), rifacimento di una struttura preesistente.
Ponte di Sant'Angelo (II secolo a.C.), detto di Annibale, uno dei manufatti di epoca romana ancora esistenti più antichi della sua specie, realizzato a servizio della Via Popilia.
Bibliografia
Giovanna De Sensi Sestito (a cura di), Tra l'Amato e il Savuto. Tomo II: Studi sul Lametino antico e tardo antico, Soveria Mannelli: Rubbettino, 1999
Edoardo Galli, Intorno ad un ponte della Via Popilia sul fiume Savuto, Catania: Giannotta, 1906
Saturno Tucci, Storia del ponte romano sul fiume Savuto, Soveria Mannelli: Calabria letteraria editrice, 1991