La Serie A 2000-2001 è stata la 99ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 69ª a girone unico), disputata dal 30 settembre 2000 al 17 giugno 2001 e conclusa con la vittoria della Roma, al suo terzo titolo.
Dal punto di vista dell'organico, la massima serie riaccolse il blasonato Napoli reduce da un biennio in cadetteria, storiche provinciali quali Atalanta e Vicenza, oltre al Brescia, che fece ritorno in massima serie dopo due anni.
Posticipato addirittura al 30 settembre 2000 per la concomitanza dei Giochi olimpici,[20] l'atto inaugurale del campionato registrò una fiera opposizione delle cosiddette «provinciali» alla teorica superiorità delle favorite:[21][22] mentre la scudettata Lazio non andò oltre un sofferto pari a Bergamo,[23] l'Inter crollava a Reggio Calabria decretando un anticipato esonero per Lippi.[24][25] Prima capolista solitaria risultò la Roma,[26] guadagnandosi una vetta a punteggio pieno il 22 ottobre:[27] inciampando a San Siro in versione nerazzurra durante l'infrasettimanale del 1º novembre,[28] i capitolini favorirono a sorpresa un tandem composto da Udinese e Atalanta.[29] Dopo l'inedita permanenza in testa dei friulani a caratterizzare la quinta giornata,[30] il 12 novembre gli uomini di Capello tornarono a guidare la classifica anche in ragione dello stop imposto ai bianconeri dal sempre vivace Parma:[31][32] ben più tormentato l'avvio stagionale per le milanesi e la Fiorentina,[33][34] coi confini della zona-salvezza idealmente sovrapponibili al contingente meridionale del lotto.[35]
Archiviata dal successo col minimo scarto la stracittadina del 17 dicembre 2000,[36] i giallorossi terminavano l'anno solare con 6 punti di margine sull'incostante Juventus:[37] a rivestire definitivamente i sabaudi della nomea d'inseguitrice contribuiva proprio lo scontro diretto antecedente la pausa natalizia,[38] svoltosi in forma di anticipo al venerdì e concluso senza reti.[39]
Seppur lievitato a 8 lunghezze nella prima giornata del 2001,[40] il margine si assottigliava solamente a +3 il 21 gennaio:[41] già rallentata dal derelitto Bari,[42] la Roma conosceva infatti una nuova sconfitta nel capoluogo lombardo.[43] Con l'avvicendamento in panchina tra Eriksson e Zoff foriero di una ripresa che portò i biancocelesti a candidarsi per il bis dopo la complicata partenza,[44] il 3 febbraio 2001 la formazione di Ancelotti vedeva i propri sforzi vanificati dal rovescio subìto in campo orobico:[45][46] espugnando all'indomani il Tardini con una doppietta di Batistuta,[47] la Roma si cuciva sulle maglie il simbolico riconoscimento d'inverno a quota 39 punti contro i 33 racimolati ex aequo da concittadini e torinesi.[48]
Girone di ritorno
Nella prima parte del girone di ritorno i capitolini confermarono il proprio ruolino di marcia, mantenendo vantaggi rassicuranti sulle inseguitrici: una svolta sembrò esserci a cavallo di marzo e aprile, periodo in cui la Roma incrementò il proprio margine a +9 sulla Juventus e +12 sulla Lazio, lasciando credere che il campionato si stesse chiudendo in anticipo.[49][50] Tuttavia, come già accaduto a gennaio, anche nelle successive due gare di aprile gli uomini di Capello accusarono una decisa flessione, dapprima crollando sul campo della Fiorentina[51][52] e, poi, strappando a fatica un pari casalingo contro un Perugia[53][54][55][56] emerso nel frattempo, nonostante i pronostici avversi della vigilia, tra le rivelazioni della stagione;[1][2][3] le due rivali ne approfittarono riducendo il divario rispettivamente a +4 e a +7,[57][58][59] ma nei due turni successivi fu la Juventus a rallentare un po', conquistando solo due pareggi contro Parma e Lecce e ritrovandosi, così, di nuovo a 6 punti dalla Roma, che prima tornò alla vittoria a Udine e che poi riuscì a tenere entrambe le rivali a distanza grazie ai pareggi negli scontri diretti.[60][61] In coda, invece, arrivò il primo verdetto, ovvero il Bari aritmeticamente retrocesso con ben sette turni di anticipo.[60]
Si rivelò a conti fatti decisivo,[62] alla vigilia del big match al Delle Alpi, il sopravvenuto[63] — e molto discusso[64] — cambio di regolamento in itinere sui calciatori extracomunitari, che per le ultime gare di campionato ne liberalizzò l'impiego illimitato. A giovarne più di tutti fu a posteriori la Roma che, per la volata finale, poté così contare anche sull'apporto del giapponese Nakata, fin lì ai margini della rosa giallorossa per le succitate questioni regolamentari:[62] nello scontro diretto del 6 maggio a Torino i capitolini, benché sotto di due gol per gran parte della gara, riuscirono a rimontare nel finale grazie proprio alla verve di Nakata il quale dapprima dimezzò lo svantaggio e poi propiziò il definitivo pareggio di Montella.[65] A cinque giornate dalla fine, quindi, la Juventus dovette subire anche il sorpasso da parte della Lazio, ora seconda a cinque lunghezze dalla squadra di Capello. Dopo tre settimane, i pareggi incrociati delle romane contro le milanesi portarono i giallorossi a un passo dal titolo,[66] mentre la Juventus, battendo il Perugia, tornò al secondo posto a quattro punti dalla vetta.[67][68][69]
A tenere aperto fino all'ultimo il discorso tricolore ci pensò, nella penultima giornata, un Napoli impegnato nella lotta per la salvezza e che al San Paolo frenò la Roma sul pari,[70] consentendo a Juventus e Lazio di ridurre il distacco dai giallorossi rispettivamente a −2 e −3.[71] Come nei due anni precedenti, quindi, il titolo si assegnò solo all'ultima domenica, nella quale, tuttavia, gli uomini di Capello batterono all'Olimpico per 3-1 un Parma ormai privo di obiettivi da raggiungere,[72] assicurandosi così il loro terzo Scudetto, a diciotto anni dal precedente.
Ai bianconeri non bastò il 2-1 contro un'Atalanta ormai demotivata, risultato che comunque garantì loro il secondo posto e il conseguente accesso diretto in Champions League,[73] ma che non evitò l'esonero di Carlo Ancelotti, comunicato proprio durante l'intervallo della gara.[74] Sempre in Champions si qualificarono anche Lazio e Parma, quest'ultimo protagonista di un positivo girone di ritorno sotto la guida del nuovo allenatore Renzo Ulivieri, subentrato a Malesani a metà stagione; per la prima volta due squadre romane chiusero il campionato nelle prime tre posizioni della classifica. Alla Coppa UEFA, oltre alla Fiorentina vincitrice della Coppa Italia, ebbero invece accesso le due milanesi, entrambe reduci da una stagione pessima; in particolar modo, l'Inter, pur concludendo al fotofinish davanti ai concittadini del Milan,[75] incappò in alcune pesanti débâcle, tra cui il netto 0-6 rimediato nel derby di ritorno.[76][77] La qualificazione in Intertoto andò al Brescia, che, con due giornate di anticipo, riuscì a centrare la sua prima salvezza dopo ben trentaquattro anni,[67][78] chiudendo, peraltro, a un lusinghiero ottavo posto in classifica, suo migliore piazzamento della storia.[79]
Le giornate conclusive furono animate anche dalla lotta in coda per la salvezza, che vide coinvolte ben cinque squadre. L'Udinese, che dopo un'ottima partenza era sprofondata ai margini della zona retrocessione, portando la società a esonerare l'allenatore De Canio in favore di Spalletti, riuscì a salvarsi già alla penultima giornata, grazie alla vittoria di misura in casa dell'Atalanta; uscirono invece declassate le neopromosse Napoli,[80] cui un girone di ritorno positivo non bastò a ribaltare le sorti — complici un disastroso avvio e una situazione societaria critica —,[81] e Vicenza, mentre il Lecce, sconfiggendo in rimonta la Lazio all'ultima giornata, e grazie alla classifica avulsa favorevole, ottenne la salvezza diretta[82] e spedì le rivali Reggina e Verona allo spareggio:[83] furono i calabresi gli ultimi a retrocedere, traditi nell'arco del doppio confronto dalla regola dei gol fuori casa.[84][85]
Tre punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
A parità di punti valeva la classifica avulsa, eccetto per l'assegnazione dello Scudetto, dei posti salvezza-retrocessione e qualificazione-esclusione dalla Coppa UEFA/Champions League per i quali era previsto uno spareggio.
Note:
Il Brescia è stato ammesso alla Coppa Intertoto per rinuncia dell'Atalanta.
Il Lecce salvo per classifica avulsa favorevole rispetto a Verona e Reggina.
Il Verona salvo dopo aver vinto gli spareggi con la Reggina, squadra a pari punteggio.
Il campionato ebbe inizio il 30 settembre 2000, per evitare sovrapposizioni con le Olimpiadi di Sydney:[100] il termine venne fissato al 17 giugno 2001.
Le soste per impegni della Nazionale azzurra furono calendarizzate all'8 ottobre 2000, al 25 marzo e 3 giugno 2001; la quarta giornata venne invece posposta al 1º novembre, dacché il 29 ottobre 2000 ebbe luogo la celebrazione sportiva del Giubileo.[101][102]
^Peruzzi alla Lazio, su www2.raisport.rai.it, 13 giugno 2000. URL consultato il 28 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
^ Carlo Laudisa, Bruno Bartolozzi, Luca Curino, Angelo Carotenuto e Alberta Mantovani, Trezeguet Juve: 45 miliardi da record, in La Gazzetta dello Sport, 27 giugno 2000. URL consultato il 13 marzo 2009.
^ Alberto Cerruti, Antonello Capone, Paolo Forcolin, Salvatore Lo Presti, Sebastiano Vernazza e Alessio Da Ronch, Inzaghi e Chiesa imperatori del gol, in La Gazzetta dello Sport, 7 gennaio 2001.
^Anticipate al 17 maggio 2001 per consentire a Parma e Fiorentina (finaliste in Coppa Italia) di avere lo stesso periodo di riposo in vista della finale. Cfr. Parma-Inter verrà anticipata a giovedì 17, in La Gazzetta dello Sport, 3 maggio 2001.