Sinfonia n. 1 (Prokof'ev)
La Sinfonia in Re maggiore op.25 è la prima sinfonia scritta da Sergej Sergeevič Prokof'ev; egli iniziò a lavorare alla sua composizione nel 1916, ma ne scrisse la maggior parte nel 1917, completando il lavoro il 10 di settembre.[1] L'opera è largamente nota come Sinfonia Classica, nome che le fu dato dal compositore stesso[2] ed è ancora oggi uno dei suoi lavori più noti e amati. Origini e ispirazioneProkof'ev scrisse le prime parti della sua sinfonia nel 1916, in particolare la Gavotta, che diventerà il terzo movimento della versione definitiva, e alcuni abbozzi del primo e secondo tempo. Nel 1917, dopo l'inizio della Rivoluzione di febbraio, il musicista si spostò in campagna, appena fuori San Pietroburgo, e durante l'estate si dedicò intensamente alla composizione; terminò il Concerto per violino n.1 e riprese a lavorare alla partitura della Sinfonia in re maggiore. Come egli stesso scrisse non volle portare con sé il pianoforte perché voleva provare a comporre senza di esso, essendosi accorto che il materiale tematico scritto così era risultato spesso migliore[2]. Il 25 agosto raggiunse la madre nel Caucaso, a Kislovodsk, e qui terminò, il 10 settembre, la Sinfonia. MovimentiLa sinfonia è in quattro movimenti, e dura solamente dai quattordici ai diciotto minuti:
AnalisiSulla Sinfonia Classica si è scritto moltissimo, proprio nel tentativo di definirne una collocazione: ancora classica-ottocentesca o anticipazione di un neoclassicismo di cui sarà alfiere Igor Stravinskij.[5] In effetti in quest'opera Prokof'ev ha saputo mirabilmente conciliare la tradizione con l'innovazione del suo tempo. Dopo l'esasperazione della Suite scita il musicista tornò volutamente a un'armonia e un'orchestrazione semplificate dove anche la base tonale è evidentissima.[5] La sinfonia riflette perfettamente l'elegante stile settecentesco, tanto che si potrebbe quasi non riconoscerne l'autore.[4] L'opera però non emula lo stile di Haydn in modo pedissequo poiché Prokof'ev, oltre a non citare mai frasi del musicista austriaco, attua procedimenti di composizione differenti; la tonalità di Prokof'ev è molto più ricca e spazia in maniera elastica. Il suo classicismo è stilizzato, ma anche estremamente raffinato, sempre intriso di leggera ironia e sostenuto costantemente da una base ritmica che è una delle principali connotazioni della musica di Prokof'ev. Il primo movimento, Allegro, è in forma-sonata e ha un andamento veloce nella solare tonalità di Re maggiore. Il primo tema esposto è tipicamente settecentesco, il secondo ha aspetti burleschi, segnati dallo staccato del fagotto. Lo sviluppo però non ha per nulla le connotazioni classiche della forma-sonata, poiché Prokof'ev modula con naturalezza da una tonalità all'altra e passa dal Re minore a un insolito La bemolle maggiore.[4] Il secondo movimento è un Intermezzo con indicazione Larghetto e presenta una melodia aggraziata in tempo ternario. Il tema principale è esposto dai violini che raggiungono le note più acute dello strumento; la parte ritmica è decisamente tipica di Prokof'ev, soprattutto per l'accompagnamento insistente del fagotto.[4] La terza parte è la Gavotta, brano breve e stilizzato, piacevolissimo, caratterizzato da insoliti salti di ottava. StrumentazioneL'opera è scritta per un'orchestra del periodo classico, formata da ottavino, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, due corni, due trombe, timpani e archi.[1] IncisioniLa seguente tabella include alcune delle registrazioni di questa sinfonia: Note
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