Stojan Mihajlovski nacque a Elena, in Bulgaria il 7 gennaio 1856, in una famiglia benestante;[1] suo fratello Nikola fu un importante giornalista e traduttore.[1]
Nel 1878 tornò in Bulgaria dopo che parte della Bulgaria fu separata dall'Impero ottomano.[2]
Nel 1905, si ritirò dalla vita attiva dopo una serie di critiche al principe Ferdinando I di Bulgaria, scritte in articoli e opuscoli, proprio pochi anni prima in cui, con la proclamazione de jure dell'indipendenza della Bulgaria dall'Impero ottomano, il 5 ottobre 1908 il principe Ferdinando I venne acclamato con il titolo di Zar di Bulgaria.[2]
Durante la sua esistenza, Mihajlovski ha lavorato in diverse attività: dedicandosi al giornalismo collaborando con la Voce popolare di Plovdiv nel 1880;[5] all'insegnamento universitario, dal 1892 al 1894 e dal 1897 al 1899, come docente di francese presso la facoltà di giurisprudenza e facoltà di storia e filologia dell'Università di Sofia,[5] dal 1895 al 1899, fu lettore di storia letteraria presso la stessa università; si impegnò in politica, risultando eletto deputato all'Assemblea Nazionale, nel 1886-1887, nel 1894-1896 e nel 1903-1908;[5] all'amministrazione della giustizia come segretario capo del Ministero della Giustizia, carica che mantenne fino al 1884; nel 1882 fu membro dell'Accademia delle scienze bulgara, ma soprattutto si dedicò alla letteratura.[2][3]
Mihajlovski si distinse per la satira con tendenze sarcastiche, tramite la quale criticò la corruzione della classe dirigente ed il servilismo di alcuni giornalisti, che si dedicano al pettegolezzo;[3] rappresentò il satirico del gruppo letterario Vazov.[4] Fu sia un cristiano credente sia un nichilistadecadente.[4]
La sua poesia, intrisa di temi mitologici e religiosi, cercò di raggiungere una unione tra filosofia, poesia, politica.[6] Nella filosofia i suoi versi satirici si orientarono alla cosmogonia; nella spiritualità approfondì l'antagonismo tra la vita e la morte, il bene e il male, la libertà e non libertà, l'ascetismo e l'autoritarismo; nella politica l'argomento prevalente è la ricerca della libertà, il trionfo della mediocrità e dell'oppressione.[6]
Il moralistico Poema del male (Poema na zloto, 1889) di Stojan Mihajlovski si rivelò un tentativo originale di introdurre un nuovo linguaggio di riflessione artistica nella letteratura bulgara, sul tema universale della religione.[7] Facendo uso di una parafrasi del tema biblico della cacciata dall'Eden, Mihajlovski si interrogò sulla fonte del malcostume nell'uomo, approfondendo l'argomento in relazione alla società contemporanea;[7] e cercò l'invariabile in ciò che è variabile.[7]Il Poema del male di Mihajlovski rappresentò un interessante studio del poeta di limitare le insidie del pensiero dualistico e il pessimismo antropologico ad esso collegato.[7]
Nel 1892, Stojan Mihajlovski scrisse il testo dell'inno delle istituzioni scolastiche con il suo primo verso, «Vai avanti, gente, rivivere...».[5] L'inno è intitolato Inno di San Cirillo e Metodio e comprende quattordici versi, di cui soprattutto i primi sei vengono eseguiti oggi.[8] Panayot Pipkov compose la musica per l'inno l'11 maggio 1900.[8] L'11 maggio è celebrato dalla Chiesa ortodossa come una festa di san Cirillo e Metodio,[5] mentre il 24 maggio si è affermato come celebrazione della scrittura slava, dell'educazione e della cultura bulgara.[8]
Si caratterizzò per elementi satirici, anche se edulcorati, il Libro per il popolo bulgaro (Kniza za bǎlgarskija narod, 1898), incentrato sullo scambio di opinioni politiche tra due personalità autorevoli turche, pretesto per confrontare la mentalità degli arrivisti contemporanei con le istanze riformistiche e moralizzatrici care a Mihajlovski,[3]oltre che i possibili compromessi tra l'anarchia e l'asservimento.[4]
Un buon successo ottenne Mihajlovski anche nella drammaturgia, con la commedia intitolata Quando gli dei ridono (Kogato bogovete se smejat).[3]
(FR) Hélène Nelva, La littérature orale bulgare, Karthala, 2007.
(BG) Sava Sivriev, Individualizmŭt v bŭlgarskata lirika ot kraiia na XIX i nachaloto na XX vek ( Individualism in Bulgarian lyric poetry of the late 19th and early 20th centuries), Sofia, Izdatelstvo "Karina--Mariana Todorova", 2017.
G. M. Tufarulo, Letteratura popolare bulgara: canti e folklore tra tradizioni e storia- da "Poeti e scrittori allo specchio", Firenze, La Ginestra, 1986.
Pantelej Zarev, Panorama della letteratura bulgara, Bulzoni, 1983.