Al termine della seconda guerra mondiale il territorio nazionale aveva subito un drastico cambiamento, con la perdita di tutte le terre orientali, passate all'Unione sovietica, e l'acquisizione della parte meridionale della Prussia orientale e di nuovi territori occidentali e settentrionali ad est della linea Oder-Neisse, a scapito della Germania.
Dal punto di vista ecclesiastico, l'istaurarsi del regime comunista in Polonia nel dopoguerra impedì a lungo la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e il governo, e dunque la possibilità di ridefinire i confini delle diocesi polacche, alcune delle quali avevano porzioni di territorio in altri Paesi, mentre in territorio polacco vennero a trovarsi parti di diocesi, soprattutto tedesche.[3]
Il primo importante adeguamento ai nuovi confini della Nazione si realizzò con la bollaEpiscoporum Poloniae[4] nel 1972, con la quale fu rivista e regolarizzata l'organizzazione ecclesiastica nei territori settentrionali e occidentali annessi alla Polonia dopo la seconda guerra mondiale, con l'erezione di 4 nuove diocesi: Opole, Gorzów, Stettino-Kamień e Koszalin-Kołobrzeg.[5]
Dopo la caduta del muro di Berlino e in seguito alle mutate condizioni politiche, la Santa Sede decise di intervenire per una revisione completa dell'organizzazione ecclesiastica della Chiesa cattolica in Polonia.
Contenuti della bolla
La bolla Totus tuus Poloniae populus fu pubblicata il 25 marzo 1992 ed era accompagnata da una lettera scritta da papa Giovanni Paolo II a tutti i fedeli cattolici della Polonia.[8]
sono ridefiniti i confini territoriali delle diocesi e la giurisdizione dei singoli vescovi di rito latino e dell'eparca di rito bizantino entro gli attuali confini della terza repubblica di Polonia;[14][16]
è sciolta l'unione "aeque principaliter" dell'arcidiocesi di Gniezno con l'arcidiocesi di Poznań, e ugualmente l'unione "in persona episcopi" dell'arcidiocesi di Gniezno e con quella di Varsavia;[22][23]
sono accettate le dimissioni del vescovo di Stettino-Kamień, a cui è concesso il titolo personale di "arcivescovo";[25]
i punti VI-IX del Komunikat riguardano i vescovi e le nomine dei vescovi;[26]
infine vengono stabilite alcune regole per l'incardinazione dei sacerdoti e dei seminaristi nelle nuove diocesi, e per le proprietà ecclesiastiche delle medesime.[27]
La bolla Totus Tuus Poloniae Populus è stata la più grande riorganizzazione della Chiesa cattolica nella storia della Polonia. La nuova geografia ecclesiastica polacca prevedeva l'esistenza di 13 sedi metropolitane, 25 diocesi suffaganee, una eparchia greco-cattolica e l'arcidiocesi di Łódź, immediatamente soggetta alla Santa Sede.[28]
Interventi successivi
Negli anni successivi, l'organizzazione ecclesiastica della Polonia ha subito altri interventi:
lo stesso giorno, l'arcidiocesi di Łódź è stata elevata al rango di sede metropolitana, a cui è stata assegnata come diocesi suffraganea, la diocesi di Łowicz;
^Annuncio dell'erezione della diocesi dato da papa Giovanni Paolo II il 5 giugno 1991 a Białystok, al termine della messa di beatificazione di Bolesława Lament, sul sito web della Santa Sede.