Umberto Zamboni
Umberto Zamboni (Verona, 17 aprile 1865 – Verona, 15 febbraio 1956) è stato un militare e politico italiano. BiografiaAmmesso in accademia nel 1882, è sottotenente nel 54º e 93º reggimento fanteria (1884). Parte per la campagna d'Africa in forza al 6º reggimento alpini. Tenente nel 7º e 6º reggimento alpini, viene promosso capitano durante la sua permanenza nel 2º. Parte per la Tripolitania col grado di maggiore, dove sostituisce a Derna il generale Gambi, rimpatriato per ragioni di salute. Nel 1915 è tenente colonnello e colonnello e parte per la prima guerra mondiale in forza all'8º reggimento alpini; combatte nella zona di Passo Malera, nell'avanzata verso la zona del Carega, e nella disfatta di Caporetto. Dal 1917 è collocato nella riserva e messo a disposizione per incarichi al ministero della guerra. Viene richiamato in servizio effettivo nel 1923, nel frattempo promosso a generale di brigata, a disposizione del ministero degli interni (il ministro è Mussolini): tra il 1922 e il 1926 viene nominato questore di Torino, prefetto di Imperia e ispettore di pubblica sicurezza con incarico politico speciale in Alto Adige. Viene collocato a riposo col grado di generale di corpo d'armata nel 1931. Nominato senatore nel 1939 (ma in precedenza è stato consigliere comunale e vice preside della provincia a Verona), viene dichiarato decaduto con sentenza dell'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo del 29 novembre 1945. Fu membro della Massoneria[1]. OnorificenzeCiviliMilitari«Con abilità e valore condusse il battaglione all'attacco di forti posizioni; impadronitesene, procedeva tosto all'inseguimento del nemico.»
— 8 luglio 1912 «Nel fatto d'armi di Braksada, da soldato valoroso portò tre volte all'assalto il suo battaglione, sempre in testa alla truppa coi reparti bene alla mano, sconfiggente ovunque il nemico.»
— 18 giugno 1913 «Nella giornata del 26 marzo 1916, assunto il comando delle truppe a Pal Piccolo, dava disposizione per il contrattacco dell'avversario, che era riuscito ad impadronirsi nel mattino di un nostro trinceramento, persisteva con tenacia ed infondeva ostinato coraggio alle truppe, che il mattino successivo, dopo 30 ore di lotta ostinata, riusciva a ricacciare completamente il nemico, malgrado non ricevesse soccorso dai rinforzi che erano rimasti impegnati su altro fronte della zona.»
— 27 marzo 1916 «Durante una rivolta armata, accorre per primo a fronteggiare i rivoltosi, e coraggiosamente sfidando il loro fuoco, spiegò opera attiva e persuasiva per reprimere i disordini. »
— 30 dicembre 1922 Note
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