Velate (Varese)
Velate (Velaa in dialetto varesotto) è una frazione della città di Varese posta nel quadrante nordoccidentale dell'area urbana, ai piedi del Monte San Francesco e del monte Campo dei Fiori. StoriaCome testimoniato dalla presenza di numerosi resti di fortificazioni databili alla tarda epoca romana e al Medioevo, in passato Velate rappresentava un territorio di fondamentale rilevanza strategica.[1] Nel Duecento, il toponimo è attestato nella forma di Vellate.[1] Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 316 abitanti, nel 1786 Velate con Fogliaro entrò per un quinquennio a far parte dell'effimera Provincia di Varese,[2] per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 630 abitanti.[3] Nel 1809 e fino al ritorno degli austriaci il comune si allargò su risultanza di un regio decreto di Napoleone che gli annesse Santa Maria del Monte e Sant'Ambrogio Olona. L'abitato, che dal 1825 fu dotato di un proprio Consiglio comunale, crebbe poi discretamente tanto che nel 1853 risultò essere popolato da 1137 anime, salite a 1247 nel 1871. Una sensibile crescita demografica nella seconda metà del XIX secolo portò poi ai 2450 residenti del 1921. Fu però il fascismo a decidere nel 1927 la soppressione dell'autonomia municipale annettendo l'abitato a Varese, onde dare un adeguato rafforzamento al neocapoluogo provinciale. Monumenti e luoghi d'interesseArchitetture religiose
Architetture civiliTorre di VelateA Velate, borgo fortificato esistente fin dall'epoca tardoromana (“castrum de Vellate”), si trova una torre medioevale risalente all'XI secolo. Villa Bianchi-Piatti-ClericiSituata in piazza Santo Stefano di fronte alla parrocchiale, la villa è una dimora signorile risultante dall'ampliamento di una casa-forte medievale, della quale sopravvivono ancora una torre e parte dell'edificio originario. Proprietà dei Bianchi di Velate da almeno il Duecento e fino a un periodo a cavallo tra il Seicento e il Settecento, durante il quale vennero realizzati gli affreschi attualmente conservati nell'ala ovest della villa. Dopo esser finita nelle mani della famiglia Piatti, la villa passò, successivamente, ai Clerici.[1] L'antica torre occupa l'estremità sud della Seicentesca ala ovest, aperta da un porticato e impostata su una pianta a "L".[7] Il porticato delimita i lati occidentale e settentrionale di un primo cortile, cinto a oriente dalle pareti occidentali dell'ala est.[7] A sud del primo cortile, un parco all'inglese.[1] Un secondo cortile è formato dai di corpi di fabbrica dell'ala est, disposti in modo tale da chiudere il secondo cortile su quattro lati, tre dei quali anch'essi porticati.[7] Villa ZambelettiInserita in un ampio parco situato lungo la valle del torrente Vellone, Villa Zambelletti è un edificio in stile eclettico neomedievale. Progettata da Agostino Caravati, la villa fu edificata tra il 1897 e il 1905. Internamente, la dimora conserva affreschi di Stefano Bersani. All'interno del parco, resti di una struttura militare probabilmente di epoca anteriore rispetto alla torre di Velate.[8] Il nome della dimore è della famiglia Zambeletti, storica proprietaria della DLZ Dott. L. Zambeletti S.p.A., azienda farmaceutica confluita in una multinazionale. Il nome dell'antibiotico a base di amoxicillina "Velamox" si narra essere stato ispirato proprio dalla frazione in cui Leopoldo Zambeletti è nato. Villa GuttusoAppartenuta alla famiglia della moglie, Mimise Dotti, la villa divenne la dimora estiva abituale del celebre pittore Renato Guttuso, dagli anni cinquanta agli anni ottanta: «Qui Renato Guttuso, che viene a Velate da luglio a ottobre da una trentina d'anni, lavora in media sette ore al giorno: dalle 8 alle 13, dalla 16 alle 18, ora in cui, caschi il mondo, egli depone i pennelli, chiude i barattoli dei colori e attacca la sua partita quotidiana a carte con la gente del posto, o con amici venuti da fuori»[9]. Guttuso trasformò le scuderie della vecchia villa in un atelier con ampi spazi dove gli fu possibile realizzare i grandi telieri. La presenza dell'artista è ricordata da una lapide sul muro di cinta della villa, in via Carini.[10] Via Lanfranconi conserva una serie di edifici che ancora conservano elementi databili al Basso Medioevo.[1]
Nell'arteLa frazione fu scelta come residenza dal pittore siciliano Renato Guttuso, che la raffigurò in un dipinto dal titolo "Sera a Velate" del 1980[11]. Note
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