Il logo per gli album era costituito sul lato A da una spirale che occupava tutta l'etichetta, mentre sul lato B erano riportati i titoli di entrambi i lati del disco[3]; questo logo venne modificato nel 1973, anno in cui la spirale venne rimpicciolita e inserita in ambo i lati, consentendo di scrivere i titoli di ognuno dei due lati, mentre in Italia il vecchio logo restò fino al 1975[4]così come in Germania, in cui inoltre vennero pubblicati alcuni dischi in maniera autonoma (oltre alle stampe di quelli inglesi)[5].
La sezione è basata sui cataloghi della casa discografica pubblicati dal giornalista musicale Franco Brizi[6]
A parte le prime sette pubblicazioni, con il prefisso VO, nelle successive venne scelto il numero di catalogo secondo le regole comuni a tutte le etichette del gruppo Phonogram, per cui le due cifre iniziali indicavano un album singolo (63) o un doppio (66), le successive la produzione e cioè 600 inglese, 606 tedesca, 607 statunitense, 608 olandese, 609 neozelandese, 420 canadese[7]
^il disco, registrato, non fu pubblicato come annunciato nel 1969, in quanto la Phonogram decise di bloccarlo per problemi contrattuali, e poi di dirottarlo alla Mercury, per cui uscì nel 1971; cfr. Franco Brizi, Vertigo 1969-1976 Discografia completa, Iacobelli, Roma, 2022, pag. 10
Bibliografia
Stefano Coderoni, Vertigo parte prima, pubblicato in Raro! n° 18, novembre 1991, pagg. 26-33
Stefano Coderoni, Vertigo parte seconda, pubblicato in Raro! n° 20, marzo 1992, pagg. 55-59
Stefano Coderoni, Vertigo parte terza, pubblicato in Raro! n° 29, aprile 1993, pagg. 20-33
Stefano Coderoni, Vertigo parte quarta, pubblicato in Raro! n° 32, luglio 1993, pagg. 76-82
Stefano Coderoni, Vertigo parte quinta, pubblicato in Raro! n° 40, marzo 1994, pagg. 68-73