Dal tendone che ha installato a Santiago del Cile, a Violeta Parra fanno visita le persone che hanno influenzato la sua vita. Lei sembra viva, ma forse è morta. Si scopriranno a poco a poco i suoi segreti, le sue paure, le sue frustrazioni e le sue gioie. Non solo scorgendo le sue molteplici opere, ma anche i suoi ricordi, i suoi amori e le sue speranze. I suoi successi restano sospesi in un viaggio appassionante assieme ai personaggi che l'hanno fatta sognare, ridere e piangere.
Produzione
Il film è basato sull'omonimo libro biografico Violeta Parra è andata in cielo, scritto da Ángel Parra, figlio della famosa artista cilena, edito in Italia da Casini Editore. Lo stesso Ángel Parra ha collaborato alla realizzazione del film, presentato da Giorgia Marafioti e distribuito da Monkey Creative Studios.
Prima di assumere il ruolo, Gavilán non aveva mai imparato a suonare uno strumento e non cantava da quando era bambina. Ma sotto la guida di Ángel Parra, ha imparato a suonare la chitarra e il cuatro venezuelano - una piccola chitarra con quattro corde di nylon - abbastanza bene per eseguire tutte le canzoni del film.
Colonna sonora
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¿Qué edad tiene?
Gavilán (Instrumental)
Parabienes
Qué pena siente el alma
El Palomo
Arriba quemando el sol
¿Usted es comunista?
Dejo botá mi nación
Jardines humanos
Canción del angelito
Rin del angelito
¿Qué pasa si nos encontramos?
El joven Sergio
Volver a los 17
Eso no se avisa
Run run se fue pa'l norte
Te fuiste chinito
Maldigo del alto cielo
La creación
El gavilán
La vida es más grande
Violeta se fue a los cielos
Distribuzione
La pellicola è uscita nelle sale italiane nel luglio 2013.
Critica
«Con la volontà di rappresentare la vita straordinaria della musicista e artista cilena Violeta Parra, “Violeta Parra Went to Heaven” si configura come una pellicola dove convivono nel modo più poetico sentimenti di gioia e sconfitta. Affascinante, egoista, passionale e sprezzante, Parra (splendidamente interpretata da Francisca Gavilán) riversò nelle sue canzoni le più forti emozioni sotto forma di lamenti rivolti all'amore e all'ingiustizia sociale...Impreziosito dalla splendida fotografia di Miguel Ioan Littin, Wood crea un ritratto epico e struggente di un'artista incapace di sfuggire al marchio della sua classe o all'incombenza della vecchiaia. Il teatro-tenda che erige e allestisce sulla collina, incapace di trattenere la pioggia e con i suoi sedili vuoti, rappresenta la metafora della caducità dei sogni, nobili compagni di un viaggio che vuole essere concreto ma che appare solo dolcemente tratteggiato.[senza fonte]»