Reding studiò alla Sorbona, dove ottenne il dottorato in scienze umane[1]. Dal 1978 al 1999 Reding lavorò come giornalista presso il quotidiano lussemburghese Luxemburger Wort[1]. Dal 1986 al 1998 presiedette l'"Unione lussemburghese dei giornalisti"[1].
Carriera politica
Nel 1979 Reding venne eletta membro del parlamento del Lussemburgo, di cui fece parte fino al 1989[1]. Fu nominata presidente della commissione per gli affari sociali[1]. Reding venne anche nominata membro dell'assemblea dei parlamenti del Benelux e membro dell'assemblea dell'Atlantico del Nord, in cui presiedette il gruppo cristiano democratico[1]. Dal 1981 al 1999 Reding fu anche consigliere comunale di Esch-sur-Alzette[1]. Nel 1988 Reding venne eletta presidente delle donne del Partito Popolare Cristiano Sociale, svolse l'incarico fino al 1993[1]. Dal 1995 al 1999 fu vicepresidente del partito[1].
Nel 1989 Reding venne eletta membro del Parlamento europeo[1]. Presiedette la commissione per le petizioni fino al 1992, poi dal 1992 al 1994 fu vicepresidente della commissione per gli affari sociali, l'occupazione e l'ambiente di lavoro e dal 1997 al 1999 vicepresidente della commissione per le libertà civili e gli affari interni[1]. Guidò inoltre la delegazione lussemburghese nel gruppo del Partito Popolare Europeo e fece parte della direzione del gruppo parlamentare[1].
Lanciò misure per realizzare un mercato unico per le frequenze radiofoniche, aumentare la concorrenza nella fornitura di connessioni a banda larga e operatori di telefonia mobile e promosse una revisione della normativa europea sugli annunci pubblicitari in televisione[2]. Lanciò inoltre iniziative per dotare le automobili di nuove tecnologie e renderle più sicure e meno inquinanti[2]. Nel 2007 impose una tariffa massima per le chiamate e i messaggi in roaming all'interno dell'Unione europea[2]. Nel febbraio 2010 Reding è entrata in carica come Commissario europeo per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza e vicepresidente della Commissione nell'ambito della Commissione Barroso II[1].
Candidata per il suo partito nelle elezioni europee del 2014, viene eletta, diventando europarlamentare del PPE; per questo dall'inaugurazione della nuova legislatura (1º luglio) ha rinunciato al suo ruolo di commissario europeo.