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Viviane Reding

Viviane Reding

Commissaria europea per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza
Durata mandato9 febbraio 2010 –
1º luglio 2014
PresidenteJosé Manuel Barroso
PredecessoreJacques Barrot
SuccessoreJohannes Hahn ad interim

Commissaria europea per la Società dell'Informazione e i Mezzi di Comunicazione
Durata mandato22 novembre 2004 –
9 febbraio 2010
PresidenteJosé Manuel Barroso
PredecessoreOlli Rehn, Ján Figeľ (Società dell'informazione)
Viviane Reding (Mezzi di comunicazione)
SuccessoreNeelie Kroes

Commissaria europea per l'Istruzione, la Cultura, i Giovani, i Mezzi di Comunicazione e lo Sport
Durata mandato16 settembre 1999 –
22 novembre 2004
PresidenteRomano Prodi
PredecessoreMarcelino Oreja
SuccessoreJán Figeľ(Istruzione, cultura e gioventù)
Viviane Reding (Mezzi di comunicazione)

Dati generali
Partito politicoPartito Popolare Cristiano Sociale

Viviane Reding (Esch-sur-Alzette, 27 aprile 1951) è una politica lussemburghese, esponente del Partito Popolare Cristiano Sociale.

Dal 1999 al 2014 ha ricoperto il ruolo di commissaria europea e dal 2010 è stata vicepresidente della Commissione e Commissaria europea per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza nella Commissione Barroso II. Attualmente è deputata del Parlamento europeo.

Formazione e carriera professionale

Reding studiò alla Sorbona, dove ottenne il dottorato in scienze umane[1]. Dal 1978 al 1999 Reding lavorò come giornalista presso il quotidiano lussemburghese Luxemburger Wort[1]. Dal 1986 al 1998 presiedette l'"Unione lussemburghese dei giornalisti"[1].

Carriera politica

Nel 1979 Reding venne eletta membro del parlamento del Lussemburgo, di cui fece parte fino al 1989[1]. Fu nominata presidente della commissione per gli affari sociali[1]. Reding venne anche nominata membro dell'assemblea dei parlamenti del Benelux e membro dell'assemblea dell'Atlantico del Nord, in cui presiedette il gruppo cristiano democratico[1]. Dal 1981 al 1999 Reding fu anche consigliere comunale di Esch-sur-Alzette[1]. Nel 1988 Reding venne eletta presidente delle donne del Partito Popolare Cristiano Sociale, svolse l'incarico fino al 1993[1]. Dal 1995 al 1999 fu vicepresidente del partito[1].

Nel 1989 Reding venne eletta membro del Parlamento europeo[1]. Presiedette la commissione per le petizioni fino al 1992, poi dal 1992 al 1994 fu vicepresidente della commissione per gli affari sociali, l'occupazione e l'ambiente di lavoro e dal 1997 al 1999 vicepresidente della commissione per le libertà civili e gli affari interni[1]. Guidò inoltre la delegazione lussemburghese nel gruppo del Partito Popolare Europeo e fece parte della direzione del gruppo parlamentare[1].

Commissario europeo

Nel 1999 Reding venne indicata dal governo del suo paese come commissario europeo del Lussemburgo. Entrò in carica il 16 settembre 1999 come commissario per l'istruzione, la cultura, i giovani, i mezzi di comunicazione e lo sport nell'ambito della Commissione Prodi[1]. Durante il suo mandato Reding lanciò l'anno europeo delle lingue nel 2001, il libro bianco sulla gioventù ed il piano d'azione per l'e-learning e il piano d'azione per la formazione continua[2].

Nella Commissione Barroso I (2004-2010) Reding fu commissario per la società dell'informazione e i mezzi di comunicazione[1]. Promosse il progetto della realizzazione della Biblioteca digitale europea e della pubblicazione di opere europee su internet[2]. Nel 2005 lanciò una strategia quinquennale per promuovere le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, pubblicò una comunicazione per la riduzione del divario digitale, promosse la creazione di connessioni ad internet più veloci e la possibilità di accesso mobile alla televisione e lanciò un piano d'azione per l'amministrazione digitale[2].

Lanciò misure per realizzare un mercato unico per le frequenze radiofoniche, aumentare la concorrenza nella fornitura di connessioni a banda larga e operatori di telefonia mobile e promosse una revisione della normativa europea sugli annunci pubblicitari in televisione[2]. Lanciò inoltre iniziative per dotare le automobili di nuove tecnologie e renderle più sicure e meno inquinanti[2]. Nel 2007 impose una tariffa massima per le chiamate e i messaggi in roaming all'interno dell'Unione europea[2]. Nel febbraio 2010 Reding è entrata in carica come Commissario europeo per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza e vicepresidente della Commissione nell'ambito della Commissione Barroso II[1].

Candidata per il suo partito nelle elezioni europee del 2014, viene eletta, diventando europarlamentare del PPE; per questo dall'inaugurazione della nuova legislatura (1º luglio) ha rinunciato al suo ruolo di commissario europeo.

Riconoscimenti

Vita privata

Reding è divorziata ed ha tre figli[1].

Onorificenze

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab (EN) Curriculum vitae, su ec.europa.eu, Pagina ufficiale di Viviane Reding. URL consultato il 31 ottobre 2011.
  2. ^ a b c d e f (NL) Viviane Reding, su europa-nu.nl, Europa.nu. URL consultato il 31 ottobre 2011.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Commissario europeo per l'Istruzione, la Cultura, i Giovani, i Mezzi di Comunicazione e lo Sport Successore
Marcelino Oreja 16 settembre 1999 - 22 novembre 2004
assieme a Dalia Grybauskaitė dal 1º maggio 2004
Ján Figeľ (Istruzione, cultura e gioventù)
Viviane Reding (Mezzi di comunicazione)

Predecessore Commissario europeo
per la Società dell'Informazione e i Mezzi di Comunicazione
Successore
Olli Rehn, Ján Figeľ (Società dell'informazione)
Viviane Reding (Mezzi di comunicazione)
22 novembre 2004 - 9 febbraio 2010 Neelie Kroes

Predecessore Commissario europeo
per la Giustizia, i Diritti Fondamentali e la Cittadinanza
Successore
Jacques Barrot 9 febbraio 2010 - 1º luglio 2014 Johannes Hahn
ad interim

Predecessore Commissario europeo del Lussemburgo Successore
Jacques Santer 1999-2014 Martine Reicherts
Controllo di autoritàVIAF (EN102728131 · ISNI (EN0000 0001 1001 579X · LCCN (ENnb2003076512 · GND (DE139893687 · J9U (ENHE987007337424605171
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