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Le sue opere più importanti sono: Siva. L'asceta erotico[1], Le origini del male nella mitologia indù[2], Gli indù. Una storia alternativa[3]. Wendy Doniger dal 1978 insegna all'University of Chicago, dove detiene la cattedra di "Mircea Eliade Distinguished Service Professor of History of Religions" afferente alla Divinity School[4], al Department of South Asian Languages and Civilizations[5], e al Committee of Social Thought[6]. Nel 1998 è stata presidente dell'Association for Asian Studies.
Wendy Doniger è nata a New York da genitori ebrei non osservanti, e trascorse i primi anni della sua giovinezza a Great Neck (New York), dove il padre Lester L. Doniger lavorava come editore indipendente. Alla scuola superiore Wendy Doniger studiò danza sotto la guida di George Balanchine e Martha Graham.
Doniger si laureò in sanscrito e studi indiani (summa cum laude) al Radcliffe College nel 1962, e ottenne un M.A. alla prestigiosa Harvard Graduate School of Arts and Sciences nel 1963. Successivamente studiò in India con una borsa di studio della durata di 12 mesi assegnatale dall'American Institute of Indian Studies. Nel 1968 ricevette il Ph.D. dalla Harvard University, con una dissertazione intitolata "Asceticism and Sexuality in the Mythology of Siva", di cui fu relatore Daniel H. H. Ingalls. Nel 1973 ricevette il D. Phil. in Oriental Studies dalla Oxford University, con una dissertazione intitolata "The Origins of Heresy in Hindu Mythology", di cui fu relatore Robert Charles Zaehner.
Doniger detiene la "Mircea Eliade Distinguished Service Professor Chair in History of Religions"[7] alla University of Chicago. È l'editore del giornale accademico History of Religions[8], della cui commissione editoriale ha fatto parte fin del 1979. Fu eletta presidente dell'American Academy of Religion[9] nel 1985, e presidente dell'Association for Asian Studies[10] nel 1997. È membro della commissione editoriale internazionale dell'Enciclopedia Britannica.
Metodologia di ricerca
A partire dalla pubblicazione nel 1973 del suo primo acclamato libro, "Asceticism and Eroticism in the Mythology of Siva", Wendy Doniger è stata una protagonista senza eguali nell'ambito degli studi religiosi internazionali. Sulla base della sua conoscenza del sanscrito e della letteratura hindu, essa ha sviluppato un metodo d'analisi comparativo che attinge a un'ampia varietà di fonti: i miti greci, la Bibbia, la letteratura cavalleresca medievale, i drammi di William Shakespeare, ecc. Giustapponendo provocatoriamente i racconti di epoche e culture differenti, molte opere della Doniger deviano radicalmente dalla caratteristica ossessione accademica per i periodi storici e gli ambiti culturali circoscritti. Tuttavia, la visione globale che la studiosa ha acquisito non è a detrimento del suo meticoloso metodo di ricerca, per il quale si distinse nelle sue prime opere. Questa visione globale, al contrario, costituisce una nuova modalità di ricerca che è allo stesso tempo erudita, originale, ricca di umanità, e di un'arguzia corroborante. "The Implied Spider" è il suo lavoro più esplicito per quanto riguarda l'aspetto teorico-metodologico, e descrive il mito attraverso la metafora dello "sguardo", il quale può essere di due tipi: telescopico o microscopico. I miti, secondo l'autrice, operano nel punto d'incontro di queste prospettive antitetiche. Come telescopi, essi svelano le nostre umane esperienze condivise e i concetti universali che le esprimono. Come microscopi, essi indagano la peculiare, persino solipsistica, natura delle vite individuali. Il fatto che i miti si focalizzino su un'ampia gamma di argomenti ci permette quindi di stabilire connessioni, e "intrattenere conversazioni", tra culture eterogenee. Doniger afferma:
«"Il mito è traducibile a livello transculturale, ovvero paragonabile e commensurabile. Il coinvolgimento simultaneo dei due estremi di un continuum, il medesimo e il diverso, il generale e il particolare, richiede un particolare tipo di visione sdoppiata. E il mito, fra tutti i generi, è il solo capace di mantenere questa visione. Il mito è la più interdisciplinare delle narrazioni."»
Doniger realizza questo delicato equilibrio tra la similarità e la differenza che coesistono nelle differenti narrazioni archetipiche rispettando le voci peculiari di testi appartenenti alle più disparate culture. Essa procede sempre induttivamente, pervenendo all'evidenza della nostra comune umanità solo dopo aver allineato accuratamente i dettagli di storie provenienti da società in tutto aliene l'una all'altra. Individuare ciò che è condiviso nei miti di diverse culture non vuol dire soccombere all'essenzialismo naif dei generalisti che pericolosamente elidono la differenza. Al contrario, la visione telescopica non deve mai essere separata da quella microscopica, poiché solo come aspetti complementari le verità di entrambe le prospettive vengono realizzate e rispettate. La convinzione della studiosa che tra distanti realtà sociali possano essere stabilite connessioni informa anche le sue numerose e autorevoli traduzioni, le quali hanno permesso a testi considerati "oscuri" linguisticamente e culturalmente di essere compresi e apprezzati. Fin dai suoi primi scritti, inoltre, si è conquistata una reputazione di traduttrice straordinaria, capace di rendere con fedeltà il testo originale in un limpido ed elegante inglese. Kees Bolle dice di lei:
«La sua scrittura ha uno slancio poetico raro nel mondo accademico. Questo slancio non esclude, ma include, una levità di tono. Doniger ha fatto più di chiunque altro per liberarci dalla pesantezza e dalla pruderie delle traduzioni dal sanscrito.»
All'abilità della Doniger di udire la voce del testo originale e di apprezzarne l'unicità, si deve aggiungere l'altra sua straordinaria qualità: l'eclettismo metodologico. Essa infatti si avvale delle più svariate strategie critiche: lo strutturalismo, la psicanalisi, la filosofia, la teologia, il femminismo, solo per fare alcuni esempi. Infine, si deve segnalare che la produzione prodigiosa della studiosa si estende oltre i suoi numerosi libri, includendo circa 240 articoli pubblicati.
Riconoscimenti
2000. PEN Oakland/Josephine Miles Award, per l'eccellenza nella letteratura multiculturale (non-fiction), per Splitting the Difference
2002. Rose Mary Crawshay, premio conferito dalla British Academy per il miglior libro sulla Letteratura inglese scritto da una donna, per The Bedtrick
2008. Martin E. Marty, Public Understanding of Religion Award conferito dell'American Academy of Religion
2015. Charles Homer Haskins, Premio dell'American Council of Learned Societies[11]