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Xbalanque

Ixbalanqué
Ixbalanqué con suo fratello Hunahpu
SagaPopol Vuh e mitologia maya
Lingua orig.Maya quiché
Autoreanonimo
1ª app. inPopol Vuh
Ultima app. inTítulo de Totonicapán
Caratteristiche immaginarie
Alter egoAuilix
SpecieSemidio (poi mutato in divinità)
SessoMaschio
EtniaMaya quiché
Luogo di nascitaForse Guatemala
Data di nascitaSconosciuta

«Poi, Xbalanqué chiamò tutti gli animali, i coati, i cinghiali, tutti piccoli e grandi animali durante la notte, e la mettina è stato loro chiesto quale fosse il loro cibo:-Qual è il cibo di ognuno di voi?»

Xbalanque (moderno Quiché Xb′alanke, pronunciato Ishbalankè, IPA /iʃbˀalanˈkˀɛ/, anche Ixbalanqué o, in alcune versioni, Exbalanquén, k′iche′ moderno Xb′alanke′) è una divinità maya.

Biografia

Nato un minuto dopo Hunahpu dalla Xibalbana Ixquic e dal dio del mais Hun-Hunahpu, Xbalanque ebbe una vita molto movimentata. Torturato dai fratellastri, alla fine per vendetta li tramuta in scimmie, insieme ad Hunahpu. Sempre con lui vive innumerevoli avventure: sconfiggono Vucub-Caquix, Zipacná e Cabracan, i falsi dei, e scoprono le divise da gioco del padre e dello zio. Giocando fanno molto chiasso e disturbano i Signori di Xibalbá (Hun Came, Vucub Came, Ah puch e Cuchumaqic), che li convocano e tentano di ucciderli. Riusciranno solo a decapitare Hunahpú, ma Xbalanque organizzò un piano per recuperare la testa: usa una zucca come sostituta provvisoria della testa del fratello, quindi si recano dai Signori e gli rubano la testa. Dopo di che Xbalanque e Hunahpu muoiono e resuscitano. Xbalanque ha il ruolo di sacerdote nei riti che dovevano compiere per compiere la loro vendetta nella 2ª vita, mentre Hunahpú è la vittima sacrificale. Quindi Xbalanque smembra e resuscita continuamente Hunahpu, stupendo i Signori di Xibalaba, che, ipnotizzati, chiesero di essere sacrificati, e Xbalanque vendicò la morte del padre uccidendo i suoi assassini. Alla fine Xbalanque divenne la Luna, mentre Hunahpu il Sole.[1]

Matrimonio e figli

In una leggenda ancestrale della tradizione Kecki, Xb'alanque va a catturare cervi (metafora per fare prigionieri, forse un demone o un mostro), ma cattura la figlia del Dio della terra o della pioggia, Cha'ac, e inizia a corteggiarla; dopo di che divenne il sole mentre l'amata divenne la luna. Nessuna fonte parla di figli o figlie avuti da questo amore.

Un altro mito propone Ixtactán come moglie di Ixbalanqué. Secondo alcune tradizioni Ixtactán tradiva il marito con Hunahpú, fratello di lui. Ixbalanqué, insospettito dalla continua assenza della moglie, avrebbe deciso di indagare, scoprendo del tradimento. La ragazza fu punita per accecamento (vedasi vari miti Maya simili, come quello di Itzamná e Ixchel che spiegherebbe perché la Luna era meno brillante del Sole) mentre Hunahpú fu lasciato libero. Il dolore del ragazzo per la lontananza dall'amante lo spinse al suicidio, allorché il suo cuore divenne una stella del cielo, Venere (cfr. Quetzalcoatl).

Nome

L'ipotesi più accreditata vuole che Ixbalanqué derivi da Ix-balam-ke, ossia piccolo sole giaguaro (Ix=Piccolo; Balam=Giaguaro; Ke=Sole). Tuttavia sono state avanzate varie ipotesi.

Nome originale Significato Parole di cui è composto e traduzione
Ixbalamke Piccolo sole giaguaro Ix=Piccolo; Balam=Giaguaro; Ke=Sole
Ixbalamquieh Cervo-Giaguaro (Ix)Balam=Giaguaro; Quieh=Cervo
Ixbolonquieh Nove cerve Ix=Femminile; Bolon=Nove; Quieh=Cervo

Note

  1. ^ O, secondo interpretazionii alternative, il contrario. È molto più probabile che Xb'alanque sia diventato il Sole perché lo dicono altri miti Maya e Quiché; quanto alla Luna, solo gli Aztechi in mesoamerica credevano che fosse maschile, quindi il fatto che la luna sia Hunahpú (cosa che va contro le altre tradizioni) è frutto di influenze esterne.
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