È una delle figure più importanti della vela italiana. Nato in una famiglia, di origine carnica[1], a Lussinpiccolo allora parte dell'impero austro-ungarico, impara ad andare in barca a vela per andare a scuola. Le sue prime esperienze sono dunque nel golfo del Quarnaro.
Al termine della guerra, nel corso dei lavori di sminamento nel golfo di Taranto, un ordigno bellico gli esplose vicino e lo rese quasi cieco. La vista ricomparve lentamente, ma il suo amore per la vela lo spinse ad allenarsi durante la notte, quando non era necessario vedere perfettamente, per prepararsi ai Giochi olimpici del 1948.
Dal 21 novembre 1964 al 28 ottobre 1965 ebbe il comando della nave scuola Amerigo Vespucci, con la quale passò alla leggenda grazie all'uscita a vele spiegate dal porto di Taranto attraverso il canale navigabile[3][4][5] e stabilendo il record di velocità di 14,6 nodi (27,039 km/h)[6][7].
L'attività sportiva
Ha ottenuto una medaglia d'oro alla XV Olimpiade (Helsinki - 1952) per la vela - classe star e nella stessa specialità una medaglia d'argento alla XVI Olimpiade (Melbourne - 1956).
Dopo questi successi la vela italiana ha dovuto aspettare 48 anni e Alessandra Sensini per vincere nuovamente una medaglia d'oro in un'olimpiade.
Nel 1973 vinse la One Ton Cup con Ydra, disegnata da Dick Carter.
Nel 2001 gli venne conferita dal presidente Carlo Azeglio Ciampi l'onorificenza di Cavaliere di gran croce della Repubblica Italiana.
A 88 anni vinse per la quinta volta consecutiva la regata over 60 di Napoli.
È morto all'età di oltre 90 anni in una stanza dell'ospedale militare romano del Celio. La sua salma è stata portata all'aeroporto di Lussinpiccolo da un elicottero della Marina Militare italiana per esser tumulata nella tomba di famiglia dopo funerale e funzione religiosa, alla presenza di parenti e autorità italiane e croate.
Nato per essere marinaio, disse: «Sulla mia isola sono venuto al mondo e cresciuto. Là ho capito il mare e il mare mi ha accolto tra i suoi abitanti. Là ho conosciuto il vento e l'ho fatto diventare mio amico».
«Comandante di una spedizione di mezzi d'assalto attaccava con pieno successo operativo un piroscafo alla fonda in una munitissima rada avversaria superando le notevoli difficoltà presentate dalle energiche misure difensive del nemico. Mediterraneo Occidentale, 14 luglio 1942.» — 2 ottobre 1942[8]
«Volontario nei reparti d'assalto della Marina Militare, partecipava al forzamento di munita base avversaria, organizzando e dirigendo l'impresa che, malgrado la strettissima sorveglianza nemica, portava all'affondamento di un piroscafo alla fonda in rada. Esempio di capacità, sereno ardimento e determinato coraggio. Acque di Gibilterra, notte sul 15 settembre 1942.» — 11 aprile 1951[8]