Nel 1107, morto il padre nel castello di Grajal di cui era il governatore, la madre Urraca assunse il titolo di regina di Galizia e l'anno dopo (1108), con la morte del fratellastro Sancho a Uclés, dove le truppe castigliano-leonesi comandate da Álvar Fáñez furono sconfitte dagli Almoravidi, Urraca divenne nuovamente[4] l'erede al trono[2]. Quindi nel 1109, alla morte del nonno, Alfonso VI, la madre Urraca ereditò il regno di León e Castiglia, ma fu costretta dai nobili del regno a sposare il re di Aragona e di Navarra Alfonso I il Battagliero, che nel 1111 fu incoronato re di León e Castiglia assieme a Urraca. Il 17 settembre 1111, a Santiago di Compostela, Alfonso fu incoronato re di Galizia[2] da Diego Gelmírez, il vescovo della città, che con Fernando Peres, conte di Trava, fu il suo tutore. La Galizia fu l'unica parte del regno di León e Castiglia che non venne governata dal nuovo re Alfonso I il Battagliero.
L'unione tra la madre e il patrigno fu turbolenta e tumultuosa tanto che sfociò in una guerra civile, durante la quale, nel 1112, Alfonso, re di Galizia, fu proclamato anche re di León e Castiglia e di Toledo, come Alfonso VII[2]. Comunque dopo alterne vicende, dopo cinque anni di matrimonio, nel 1114, il papa Pasquale III sancì la separazione tra il re di Aragona Alfonso I il Battagliero e Urraca, che rientrò in possesso di tutti i suoi domini, anche se il titolare ormai era Alfonso VII, che tramite i suoi tutori continuò a governare la Galizia. Negli anni seguenti la situazione fu molto instabile e i tutori galiziani di Alfonso VII, con l'appoggio della contessa del Portogallo Teresa, figlia naturale di Alfonso VI e quindi zia di Alfonso VII, respinsero un tentativo della stessa Urraca di reprimere l'indipendenza del regno di Galizia. E sempre in quegli anni Alfonso VII cominciò a farsi chiamare imperatore, pare per la prima volta, il 9 dicembre 1117[2].
Nel 1121, Diego Gelmírez, elevato al rango di arcivescovo di Santiago di Compostela del papa Callisto II, organizzò un complotto con la complicità di Fernando Peres conte di Trava, a cui partecipò anche Teresa, che, secondo la Historia compostelana[5] divenne[6] l'amante di Fernando Peres, che era il fratello del genero di Teresa, Bermudo Peres di Trava[7], per portare Alfonso Raimúndez, il nipote del papa, sul trono di León e Castiglia, al posto della madre, che immediatamente attaccò la sorellastra occupando la contea del Portogallo sino al fiume Duero. Teresa e il conte di Trava si rifugiarono nel castello di Lanhoso, dove furono assediati.
Non si sa come ma Teresa riuscì a cavarsela e riconoscendosi vassalla di Urraca, venne confermata contessa di Portogallo e ricette il dominio sui distretti di Zamora, Toro, Salamanca e Avila. Alfonso VII conservò il trono di Galizia. La fase di instabilità perdurò fino alla morte di Urraca, avvenuta nel 1126 in un castello della località di Saldaña. Finalmente Alfonso VII poté entrare in possesso dei suoi titoli[2]. Teresa, alla morte della sorellastra, non ritenendosi più vincolata ai patti del 1121, non riconobbe come suo superiore il nuovo re di León e Castiglia. Allora, nella primavera del 1127, Alfonso attaccò il Portogallo e in sei settimane obbligò Teresa a riconoscere la sua supremazia.
Comunque il cugino, Alfonso Henríquez, figlio di Teresa, che nel 1128 aveva sconfitto la madre a San Mamede, vicino a Guimarães, non si riconobbe vassallo[8] e nel 1130, dopo la morte della madre, invase il sud della Galizia, che era feudo di Teresa e da lì ogni anno faceva incursioni in Galizia con l'appoggio di parte della nobiltà galiziana. Nel novembre 1128 si sposò a Saldaña con Berenguela di Barcellona (1108 – 1149), figlia del conte di Barcellona Raimondo Berengario III e pertanto sorella dell'erede Raimondo Berengario[2]. I rapporti con il patrigno Alfonso I il Battagliero, re di Aragona e di Navarra, furono spesso conflittuali e gli costarono alcuni territori castigliani (Calahorra, e le province di Gipuzkoa e di Álava).
Nel 1134, alla morte del patrigno, rivendicò immediatamente i territori castigliani invadendo la Navarra e in seguito l'Aragona, occupandone la capitale, Saragozza[9], in cui fu incoronato re[2] e portando il confine della Castiglia al fiume Ebro. Stabilita così la supremazia su tutti i regni cristiani assunse, nel 1135, il titolo di Imperatore e fu incoronato il 26 maggio nella Cattedrale di León[2].
Nel 1137 Alfonso Henriquez appoggiò una rivolta galiziana e quando, dopo la vittoria di Cerneja sulle truppe leonesi, stava per annettersi la Galizia, i Mori attaccarono il sud della contea del Portogallo, sconfiggendolo a Thomar e occuparono la fortezza di Leiria; allora Alfonso VII, radunato un esercito a Tui, invase il Portogallo e, con la pace di Tui, indusse il cugino e tutti i suoi baroni alla sottomissione.
Nel 1139 Alfonso Henríquez, dopo una vittoria sui Mori, iniziò a considerarsi re del Portogallo e nel 1140 invase ancora la Galizia; l'imperatore, a Valdevez, gli propose una tregua che fu accettata. Da quel giorno non annoverò più il Portogallo tra i suoi possedimenti e nel 1143 fu sancita la pace di Zamora: di fronte al legato del papa Innocenzo II, il cardinale Guido da Vico, in cambio della signoria di Astorga, Alfonso VII riconobbe il titolo di re del Portogallo al cugino, Alfonso Henríquez, che divenne Alfonso I del Portogallo detto il Conquistatore; contemporaneamente Alfonso VII riconobbe validità al contratto di matrimonio tra Petronilla di Aragona, giovane regina d'Aragona e suo cognato, il conte di BarcellonaRaimondo Berengario IV, che da allora venne chiamato "principe di Aragona", accettando così l'unione di tutte le contee catalane con l'Aragona, e di fatto un grande regno d'Aragona.
Tra il 1139 e il 1140 a Carrión de los Condes, Alfonso VII stipulò un trattato con il principe d'Aragona e conte di Barcellona Raimondo Berengario IV, che fissava i confini tra Castiglia ed Aragona e lo impegnava in una guerra di conquista contro la Navarra; dopo aver sconfitto il re di Navarra, García IV Ramírez, nel 1140, a Tudela, firmò, una pace separata, suggellata da un impegno matrimoniale per i propri figli, Bianca di Navarra e Sancho di Castiglia, con Garcia IV che si confermava suo vassallo.
Dopo il 1140 l'impero degli Almoravidi, sotto l'emiroʿAlī b. Yūsuf, si cominciò a sgretolare e sotto il suo successore, Tāshfīn ibn ʿAlī (1143-1145), finì di essere travolto da un'anarchia che portò in al-Andalus un secondo periodo dei regni di Taifa; per cui Alfonso VII ne approfittò facendo diverse conquiste, tra cui il forte di Rueda, Cordova (1144), la fortezza di Aurelia, presso l'odierna Colmenar de Oreja, Coria, nel 1147, Almería e, nel 1148, Tortosa[2]. Nel 1151 firmò il Trattato di Tudilén con Raimondo Berengario IV, che, oltre che a essere in chiave anti-navarrese, riservava alla Castiglia la conquista delle terre musulmane a sud della Murcia.
Ma gli Almohadi, che avevano preso il sopravvento in Nordafrica e, dal 1146, avevano iniziato l'invasione della penisola iberica, costrinsero Alfonso VII a fortificare la frontiera e a fare una guerra difensiva; in quello stesso 1157 Alfonso perse il controllo di Almería e pochi mesi dopo morì a León[2]. Alfonso fu inumato nella Cattedrale di Santa María de Toledo[2]. Alla sua morte il regno fu diviso: Sancho gli succedette nel regno di Castiglia, mentre Ferdinando gli successe nel regno di León.
Discendenza
Alfonso da Berenguela ebbe sette figli, da Richenza due ed altre due figlie illegittime da altrettante amanti.[2][3][11]
Dall'amante Gontroda Pérez, figlia del conte Pedro Diaz e vedova del conte Gutiérrez Sebastianiz ebbe:
Urraca Alfonso di Castiglia, detta l'Asturiana (1132 - Palencia, 26 ottobre 1164), sposò a León, nel 1144, il re di Navarra García IV Ramírez di Navarra e poi in seconde nozze, verso il 1163, il governatore delle Asturie Álvaro Rodríguez de Castro (?-dopo il 3 novembre 1187).
Dall'amante Urraca Fernández de Castro, figlia di Fernando García de Castro e vedova del conte Rodrigo Martínez, ebbe:
Stefania Alfonso di Castiglia (3 febbraio 1148 - 1º luglio 1180), sposò nel 1168 il signore della casa di Castro Ferdinando Rodríguez de Castro (1125 - dopo il 16 agosto 1185).
^La madre di Alfonso, Urraca, era già stata erede al trono per circa vent'anni, fino all'anno 1100, quando Sancho, l'unico figlio maschio del re di León e CastigliaAlfonso VI il Valoroso fu legittimato divenendo così l'erede al trono.
^La Historia compostelana è una cronaca scritta in latino dall'arcivescovo di Santiago di Compostela, Diego Gelmírez, inerente ai regni di Alfonso VI, Urraca e Alfonso VII, fino al 1139.
^Non si conosce l'esatta data dell'inizio della relazione tra Teresa e il conte di Trava, Fernando Peres. Dalla loro unione, nel 1124, nacque una prima figlia a cui ne seguì poi una seconda.
^Durante la campagna del 1127 la guarnigione di Guimarães, non più in grado di resistere all'assedio delle truppe di Alfonso Raimúndez, promise a nome del figlio di Teresa, Alfonso Henríquez, che si sarebbe considerato per il futuro vassallo della corona di León e Castiglia, e il tutore di Alfonso Henríquez, Egas Moniz, uno dei più importanti nobili del Portogallo, si fece garante che l'accordo sarebbe stato rispettato. L'assedio fu tolto. L'anno seguente, dopo che Alfonso Henríquez, diventato conte del Portogallo, ignorò la promessa fatta a suo nome, Egas Moniz si recò alla corte di León e Castiglia e si presentò al re, accompagnato dalla moglie e dai figli, scalzo e con una corda al collo, chiedendo di lasciargli redimere con la morte la parola mancata. Con questa nobile azione ottenne il perdono reale e l'episodio fu scolpito sulla sua tomba.