Alfred NeumannAlfred Neumann (Lautenburg, 15 ottobre 1895 – Lugano, 3 ottobre 1952) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta tedesco. BiografiaDopo aver ottenuto la laurea a Monaco di Baviera, Alfred Neumann si avvicinò alla letteratura lavorando come lettore per una casa editrice, prima di diventare drammaturgo e direttore artistico del Münchner Kammerspiele di Monaco e infine scrittore indipendente.[1][2] Neumann esordì con qualche raccolta poetica e con la novella Il maestro Taussig (Lehrer Taussig, 1924), intrisa di elementi espressionistici.[1] Soggiornò per molti anni a Fiesole, ancor prima di rifugiarvisi nel 1933, per sfuggire alla persecuzione nazista.[3][2] Di lì Neumann si trasferì nel 1938 a Nizza e poi ancora, nel 1941, in America, a Los Angeles, dove collaborò con il mondo del cinema.[3][2] Neumann tornò in Europa nel 1949.[3] Autore di liriche e di commedie, si affermò però soprattutto come abile romanziere, trovando una sua personale maniera nell'elaborare temi storici, ricostruendo momenti storici fondamentali, con una penetrazione psicologica e profonde ambientazioni.[3][4] La storia per Neumann gli consentì soprattutto di creare personaggi coloriti e drammatici, di cercare effetti intensi e contrastati ed esprimere il gusto per l'intrigo, di deformare la verità storica, impreziosendola e romanzandola.[1] Non è facile riconoscere la Toscana del XIX secolo nei due romanzi Ribelli e Guerra, che raffigurano l'ambiente fiorentino del Risorgimento, nel periodo della restaurazione Granducale, dei primi moti liberali e delle congiure carbonare; i personaggi descritti non furono quelli storici e la descrizione della Carboneria fu del tutto romanzata ed evidenziò elementi operettistici.[1] Da ricordare, tra le sue opere più affermate, I fratelli (Die Brüder, 1924); Il patriota (Der Patriot, 1925), che affronta il tema dell'assassinio dello zar Paolo I di Russia, adattato con successo per il teatro nel 1927; Il diavolo (Der Teufel, 1926), un romanzo storico ambientato tra Fiandre e Francia nel XV secolo, incentrato su Luigi XI di Francia e sul suo consigliere, il barbiere di Gand, che ricevette il Premio Kleist ed ottenne grandi consensi;[1] Ribelli (Rebellen, 1927); Guerra (1928), ambientati in Italia;[3]Lo specchio dei folli (Der Narrenspiegel, 1932), dedicato al duca di Liegnitz Enrico II, avventuroso gaudente del XVI secolo; la trilogia su Napoleone III di Francia, Nuovo Cesare (Neuer Cäsar, 1934), L'impero (Das Kaiserreich, 1935), Gli amici del popolo (Die Volksfreunde, 1941); Erano in sei (Es waren ihrer sechs, 1944), basato sulla ribellione degli studenti contro il regime nazista e sulla conseguente repressione.[4][2] Come drammaturgo, Neumann riscosse ottimi successi grazie agli adattamenti dei suoi romanzi, oltre che per le successive opere teatrali, come Maschera reale (Königsmaske, 1928); Casa Danieli (Haus Danieli, 1931); Abele (Abel, 1948), nelle quali confermò la sua bravura nel dipingere personaggi forti, con dialoghi brillanti e stilisticamente sostenuti.[4] Da giovane, Neumann si era dedicato alla traduzione di autori francesi, quali Molière, Alphonse de Lamartine, Alfred de Musset.[2] OpereNarrativa
Teatro
Note
Bibliografia
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