Nato ad Albissola Marina in provincia di Savona, Angelo Barile compie i suoi studi a Genova, dove consegue la laurea in giurisprudenza. A Torino segue un corso di filologia moderna e si occupa di studi letterari. È di questo periodo un suo importante saggio giovanile sul sentimento cosmico nella lirica del Pascoli, alquanto controcorrente rispetto ai noti canoni crociani riproposti da Emilio Cecchi.[2]
Allo scoppio della Prima guerra mondiale 1915-18, viene richiamato alle armi come sottotenente di fanteria e due volte ferito. Anche nel suo caso come in quelli di altri poeti-soldati - a cominciare da Giuseppe Ungaretti e con ben altri esiti poetici - la drammatica esperienza della guerra non poteva non trasferirsi anche nell'ambito lirico. Tuttavia Barile è per sua natura schivo e tutt'altro che prolifico, come egli stesso ammette con modestia in Ritratti su misura: «Neppure in gioventù furono molti i miei versi, che io ebbi la buona ventura di non pubblicare.»[3]
Nel periodo della dittatura fascista Barile vive in disparte e si occupa attivamente dell'azienda familiare di ceramiche e maioliche artistiche. Nel 1943 viene catturato dai tedeschi e imprigionato con la facile accusa di antifascismo. Dopo la liberazione del Paese, ricopre qualche carica pubblica (negli anni Cinquanta è presidente della Provincia di Savona), e soprattutto prosegue la propria attività letteraria collaborando a vari periodici come La Fiera letteraria, Letteratura, Persona, sia pure in modo saltuario.
Le lettere fra Barile e l'amico scrittore genovese Gherardo del Colle, scritte tra il 1940 e il 1966, offrono uno spaccato di vita, dei comportamenti e dei sentimenti durante un periodo cruciale per l'Italia, segnato dalla guerra e dalla rinascita economica. Barile, politico e amministratore, e Gherardo, frate cappuccino, osservano e partecipano attivamente ai cambiamenti sociali, cercando al contempo le ragioni della loro poesia.[4]
Muore nella sua terra amata, il 20 maggio 1967.
Poetica
La poetica di Barile è fortemente influenzata dalla sua fede cattolica e quindi dalla sua visione profondamente religiosa della vita. Questo lo porta a scrivere con toni pacati, testimoniati dal titolo di una delle più importanti raccolte Quasi Sereno, in cui anche il dolore e la solitudine sono una necessaria preparazione per un aldilà felice ed eterno. Gli scenari spesso derivano dal suo aver vissuto in un paesino di mare: nella poesia Osteria della Bella Brezza, in cui il poeta ricorda il padre defunto, lo sfondo è un borgo di pescatori, semplici e molto legati alla vita comune del villaggio e alla sua routine segnata dalle campane della chiesa.
Non a caso, la memoria della morte e l'evocazione del mare sono stati segnalati dai critici come «due motivi particolarmente cari alla ispirazione di Barile. (...) Amore che resiste oltre la morte, morte illuminata e redenta nell'amore.»[5] Una buona sintesi della sua poetica è quella proposta in poche righe da Giacinto Spagnoletti, il quale riscontra nelle sue liriche «la chiara onestà di una voce. E un tratto più comunicativo (...) in una poesia non cifrata (...)», in una sorta di «equilibrio di resistenze».[6]
Nel complesso, la critica è abbastanza concorde nel definire l'esile ma significativa opera poetica di Angelo Barile come «una vena esigua ma limpida, luminosa.»[7]
Opere
Il sentimento cosmico di Giovanni Pascoli (saggio), Genova, L'Arengo, 1913.
^ Alberto Frattini, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume terzo, Milano, Marzorati, 1973, p. 124.
^Giacinto Spagnoletti, Poesia italiana contemporanea, Parma, Guanda, 1959, p. 386.
^Giorgio Sbàrberi Squarotti, in Grande dizionario enciclopedico, Appendice N° 1 (1964), Torino, UTET, 1965, p. 132.
Bibliografia
Eugenio Montale, in Pan, 1º giugno 1934.
Sergio Solmi, in L'Illustrazione italiana, 15 luglio 1934.
Carlo Betocchi, in Il Frontespizio, ottobre 1937.
Marcello Camilucci, in L'Osservatore romano, 29-30 novembre 1954.
Giorgio Caproni, in La Fiera letteraria, 17 marzo 1957.
Giorgio Bàrberi Squarotti, in Paragone, giugno 1957.
Pier Paolo Pasolini, in Passione e ideologia, Milano 1960.
Alberto Frattini, in Il Ragguaglio librario, luglio-agosto 1967.
Per Angelo Barile, i suoi amici, Savona, Sabatelli, 1967.
Alberto Frattini, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume terzo, Milano, Marzorati, 1973, pp. 117-126.
Bruno Rombi, Angelo Barile, l'ospite discreto, Savona, Sabatelli, 1989.
Angelo Barile e Gherardo del Colle, Amor di Poesia. Lettere (1940-1966), a cura di Francesco De Nicola, Genova, De Ferrari, 2010, ISBN978-88-6405-156-7.