Nato in Eritrea, ma cresciuto ad Agrigento, era genero del politico socialista Filippo Lentini.
Al termine della carriera di calciatore, soffrì di crisi depressive che lo portarono a un primo tentativo di suicidio nell'agosto 1989 e a un secondo fatale il 17 gennaio 1991. Gli investigatori smentirono subito versioni differenti sulle cause della morte.[2] Gli venne intitolato un campo sportivo ad Agrigento per l'attività giovanile.[3]
Carriera
Conta 6 presenze in Serie A con la maglia del Palermo. L'esordio in massima serie risale alla trasferta sul campo del Cagliari del 5 aprile 1970: Bellavia subentrò a Giovanni Ferretti al 63', quando la squadra sarda aveva già acquisito il vantaggio per 2-0 che avrebbe mantenuto per il resto della partita. Bellavia si trovò a sostituire il portiere titolare anche nella gara successiva, mentre giocò dall'inizio le 2 seguenti, le ultime del campionato 1969-1970, chiuso dai rosanero con la retrocessione.[4]
Ritenuto un portiere di talento e di "grandi doti potenziali", fu scritto dal Corriere dello Sport che nell'estate del 1971 era possibile un suo passaggio alla Fiorentina o alla Juventus.[5] Le altre 2 apparizioni in Serie A, entrambe dal 1', si registrarono nella quartultima e terzultima giornata del torneo 1972-1973, e coincisero con altrettante sconfitte, contro Atalanta ed Inter, da parte della squadra siciliana, che subì una nuova retrocessione fra i cadetti.[6]
Nel 1976 passa al Siracusa, con cui colleziona 102 presenze in tre stagioni. Nell'ultima ottiene la promozione in serie C1 e solo una settimana dopo vince la Coppa Italia Semiprofessionisti, la prima per una squadra siciliana. Nel 1980-1981 con l'Akragas vince il campionato di serie D e si ripete due anni dopo con il Canicattì.
^La cronistoria dei campionati - Almanacco illustrato del calcio 1971-1973, La Gazzetta dello Sport in collaborazione con Franco Cosimo Panini Editore, 2005
^La cronistoria dei campionati - Almanacco illustrato del calcio 1974-1976, La Gazzetta dello Sport in collaborazione con Franco Cosimo Panini Editore, 2005