Gli Apocrifi dell'Antico Testamento sono testi religiosi, definiti apocrifi in quanto esclusi dal canone della Bibbia ebraico e cristiano che si riferiscono come contenuto o attribuzione pseudoepigrafa all'Antico Testamento. Per indicarli è ampiamente diffusa anche la dicitura Apocrifi giudaici, ma tale terminologia è impropria: non tutti sono nati in ambiente giudaico, bensì molti di essi derivano da autori cristiani o ci sono comunque pervenuti con pesanti rielaborazioni e/o aggiunte cristiane.
La data di composizione dei testi è molto variegata. Quanto al genere letterario, appartengono a varie tipologie. Particolarmente numerose sono le apocalissi e i testamenti.
Apocalissi apocrife dell'Antico Testamento
La parola "apocalisse" è una translitterazione del greco ἀπōκάλυψις, che indica letteralmente 'l'alzarsi di un velo', e in senso figurato 'svelamento' o 'rivelazione' di cose nascoste. Alcuni testi apocalittici fanno parte della Bibbia: il libro di Daniele e l'Apocalisse di Giovanni (accolta solo nel canone cristiano). Alcuni elementi accomunano tutti i testi della letteratura apocalittica:
la rivelazione narrata dall'autore si fonda su una visione, un sogno o un viaggio corporeo attraverso i cieli e/o gli inferi;
l'autore è guidato nella visione o nel viaggio da un angelo e incontra altri angeli, diavoli, anime di defunti;
l'autore apprende i progetti divini sulla storia circa il futuro prossimo o remoto, talvolta parlando direttamente con Dio, più spesso attraverso visioni allegoriche;
tali progetti prevedono il trionfo ultimo della giustizia, spesso in contrasto col difficile contesto storico nel quale si trova l'autore pseudoepigrafo e i lettori: le cose ora vanno male ma non temete, Dio ristabilirà la pace.
prototesto semitico perduto pervenutoci solo in paleoslavo
fine I secolo d.C.
Nella prima parte (circa 1/3) è descritta la conversione di Abramo dal politeismo al monoteismo. Nella seconda parte propriamente apocalittica Abramo è testimone della consegna al demone Azazel degli inferi e della purificazione del tempio di Gerusalemme dai culti idolatrici
Origine giudaica con alcune interpolazioni cristiane
Baruc si lamenta per la caduta di Gerusalemme e la distruzione del tempio (587 a.C.). Un angelo lo accompagna in un viaggio in cielo dove incontra demoni e angeli, tra cui Michele, e ritrova il tempio celeste
Baruc si lamenta per la caduta di Gerusalemme (587 a.C.). Un angelo lo accompagna in un viaggio in cielo dove incontra demoni e angeli, tra cui Michele, e ritrova il tempio celeste
prototesto aramaico perduto pervenutoci solo in persiano
prima metà IX secolo d.C.
2 parti: 1. avventure di Daniele nell'esilio a Babilonia (VI secolo a.C.); 2. visioni apocalittiche che svelano il futuro con la sottomissione a un dominatore (allegoria di Maometto) ma col riscatto tramite il Messia figlio di Davide che instaura un regno fino al giudizio finale
Origine giudaica. Ricalca stile e contenuti del Libro di Daniele
III secolo a.C. (?) con interpolazioni nel III secolo d.C.
Rivelazione di Michele circa il futuro e l'Anticristo. Viaggio di Elia in paradiso. Il Messia di nome Winon sarà vittorioso contro Gigit e instaurerà il regno d'Israele
Origine giudaica con accenni alle guerre romano-persiane
Viaggio di Esdra in paradiso, dove chiede a Dio il perché del peccato dell'uomo senza ottenerne risposta, e inferno, scortato da Michele e Gabriele dove vede l'Anticristo
Viaggio in paradiso di Sadrach = Anania in greco (VI secolo a.C.) e dialogo con Dio, che gli dice di permettere il male nel mondo per amore della libertà dell'uomo
Origine cristiana, forse rimaneggiamento di un precedente testo giudaico (II secolo d.C.?) con sostituzione di Gesù all'angelo Michele
Viaggio di Sofonia in paradiso e inferno. Sofonia tramutato in un angelo
Origine giudaica, perduto, pervenuteci citazioni patristiche e brevi frammenti del testo in copto
Testamenti apocrifi dell'Antico Testamento
Il genere letterario del testamento, similmente all'uso corrente del termine, è caratterizzato dalla enunciazione da parte di un personaggio morente delle sue ultime volontà. Spesso si tratta di esortazioni morali.
Nonostante la dicitura tradizionale si tratta propriamente di una apocalisse (da non confondere però col testo Apocalisse di Abramo), contenente la descrizione di un viaggio di Abramo in cielo guidato da Michele
Riprende i personaggi e la discussione circa l'origine del male per l'uomo giusto contenuta nel biblico Libro di Giobbe. Giobbe mostra però una più sicura fede in Dio
Indicazioni di Mosè (XIII secolo a.C.) morente a Giosuè con profezie sul futuro della nazione ebraica fino al regno di Erode
Origine giudaica. Il testo pervenutoci è un manoscritto latino incompleto del VI secolo. Fonti patristiche (v. anche Gd1,9) riferiscono di una diatriba tra Michele e Satana circa il corpo di Mosè presente nella "Assunzione di Mosè", assente nel Testamento. Forse in una seconda parte mancante era descritta anche la sua Assunzione con l'episodio citato
I secolo d.C. (nucleo), III secolo d.C. (rielaborazione)
Salomone, re di Israele (X secolo a.C.), in punto di morte ricorda con dolore la propria idolatria che attribuisce a influenze demoniache, e si dilunga in una trattazione demonologica
Rielaborazione cristiana di un precedente testo giudaico
Altri testi apocrifi dell'Antico Testamento
Numerosi altri scritti hanno un genere letterario variegato: si tratta per lo più di narrazioni storiche relative a personaggi dell'Antico Testamento, ma anche di esortazioni e di visioni. Spesso i racconti si tingono di colorità apocalittiche, trattando accadimenti passati o futuri relativi ad angeli o demoni.
greco (la prima sezione forse da un prototesto semitico perduto)
redazione definitiva inizio II secolo d.C.
3 sezioni eterogenee attinenti al profeta Isaia (fine VIII-inizio VII secolo a.C.): 1. Martirio di Isaia, segato in due per ordine di Manasse re di Giuda; 2. Visione di Isaia o Testamento di Ezechia; 3. Ascensione di Isaia, descrivente un viaggio attraverso i 7 cieli e la vita, morte, risurrezione del Signore
Origine cristiana (forse sviluppo e ampliamento di un nucleo giudaico del Martirio di Isaia, di origine essena). Le 3 sezioni per la loro eterogeneità sono in passato circolate, e attualmente da molti considerate, come autonome
pervenutoci integralmente in gheez (dialetto etiopico), su prototesto aramaico perduto (frammenti ritrovati a Qumran)
redazione definitiva I secolo a.C.
5 sezioni eterogenee (forse in origine autonome) relative a Enoch: 1. Libro dei Vigilanti (cc. 1-36); 2. Libro delle parabole (cc. 37-71); 3. Libro dei luminari (cc. 72-82); 4. Libro dei sogni (cc. 83-90); 5. Lettera di Enoch (cc. 91-108)
Origine giudaica, poi accolto (e forse rimaneggiato) nella tradizione cristiana. Fondamentale per l'angelologia e demonologia giudaico-cristiana. Presente nel canone cristiano copto. Incorpora brani dell'apocrifo perduto Libro di Noè
Contenuto ignoto. Ipotizzando una conversione al giudaismo dei due maghi egizi che si scontrarono con Mosè, narrata nel Targum, che la tradizione giudaica ha chiamato Iannes e Iambres, forse si trattava di una preghiera o salmo penitenziale
Citazioni indirette di scrittori cristiani accennano al testo. Origine giudaica o cristiana
Conteneva particolari circa la caduta degli angeli, il diluvio, la nascita di Noè
Origine giudaica. Menzionato come testo autonomo in altri apocrifi, oggi perduto ma parzialmente confluito in 1 Enoch. Frammenti ritrovati tra i manoscritti di Qumran
Descrive eventi storici relativi alla Giudea tra il 186 a.C. e il 6 a.C., in parte sovrapposti ai racconti di 1-2 Maccabei e con molte aggiunge proprie
Storia del Achikar, gran visir di Assiria durante i regni di Sennacherib ed Esarhaddon (VII secolo a.C.). Privo di figli naturali adotta Nadab figlio di sua sorella come suo successore. L'ingrato Nadab però complotta contro lo zio, ma alla fine prevale la giustizia con la riabilitazione di Achikar e la condanna di Nadab
Origine giudaica. Successivi ampliamenti cristiani (II secolo d.C.)
greco e altre versioni, forse su prototesto ebraico
fine I secolo d.C.
Descrive la vita di Adamo ed Eva dalla cacciata dall'Eden alla morte di entrambi. Resoconto di Eva del peccato originale, con notevole aggiunte rispetto al racconto di Genesi (p.es. serpente con mani e piedi, albero come fico).
Origine giudaica. In passato chiamato anche Rivelazione (o Apocalisse) di Mosè, essendo tradizionalmente riferita a Mosè la Genesi
Contiene particolari e leggende di provenienza extra-biblica sulle vite di alcuni profeti biblici
Origine giudaica con successive interpolazioni cristiane
Apocrifi dell'Antico Testamento accolti nella Settanta
Oltre a questi testi ve ne sono altri parimenti di origine giudaica e non accolti nel canone ebraico ma accolti in quello greco-ortodosso (cioè presenti nella versione biblica greca della Settanta):
Apocrifi dell'Antico Testamento presenti nella Settanta
Contiene diversi errori storici. Noto come 1 Esdra nella Settanta e nella tradizione protestante; 2 Esdra nella tradizione cattolica pre-Trento; 3 Esdra nella tradizione cattolica post-Trento
Descrive la persecuzione subita dai Giudei della comunità di Alessandria d'Egitto sotto il sovrano greco-egiziano Tolomeo IV (222-205 a.C.), descrivendo alcuni interventi salvifici miracolosi di Dio in loro soccorso
Il contenuto è indipendente dalle storie narrate in 1-2 Maccabei, sebbene mostri affinità stilistiche e richiami ad esse. La persecuzione descritta non trova conferma dalle altre fonti storiche
Omelia che illustra il primato della pia ragione sulle passioni ricorrendo agli esempi offerti dal martirio di Eleazaro e dei sette fratelli narrato in 2 Maccabei
Breve salmo (7 versetti) titolato "Questo è il Salmo autografo di Davide e fuori dal numero, quando combatté Golia". Rievoca eventi della vita di Davide
Traduzione greca elaborata di 2 salmi ebraici chiamati convenzionalmente 151a e 151b ritrovati a Qumran 11QPs(a)
Titoli: 152 "Preghiera di Ezechia quando i nemici lo circondavano"; 153 "Quando il popolo ottenne il permesso da Ciro di tornare in patria"; 154 "Detto da Davide quando lottò con un leone e un lupo che attaccarono una pecora dal suo gregge"; 155 "Detto da Davide quando ritornava ringraziando Dio, che lo liberò dal leone e dal lupo e uccise entrambi"
Alcuni testi di origine giudaica non accolti nel canone ebraico sono detti dai cattolici deuterocanonici = 'del secondo canone' (contrapposti al 'primo canone' ebraico), in quanto inclusi oltre che nella Settanta anche nel canone cattolico della Bibbia latina detta Vulgata. Dalla tradizione protestante sono considerati alla stregua degli altri apocrifi e indicati con la stessa dicitura.
Giovanni 5,41-47[2] descrive l'esistenza di scritti di Mosè riguardo a Gesù o alla Legge del Verbo di Dio, che è Gesù stesso: «se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto». A Mosè è tradizionalmente attribuita la scrittura dei Libri del Pentateuco.
Mosè e Elia sono anche le uniche due personalità dell'Antico Testamento alle quali Dio concede la grazia di una teofania nel Nuovo, quando si manifestano ai tre apostoli durante la Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor.
Malgrado questo privilegio unico, a Elia non è attribuita la paternità di alcun libro del canone biblico; inoltre, i testi del Pentateuco non sono esplicitamente chiamati "Libri di Mosè", col nome del loro autore presunto, diversamente da quanto accade per i testi profetici.
Note
^2Cr33,18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Giovanni 5,41-47, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
Bibliografia
Paolo Sacchi (a cura di), Apocrifi dell'Antico Testamento, Torino, UTET, 1981-2000 (5 volumi).
Paolo Sacchi, Introduzione agli apocrifi dell'Antico Testamento, Brescia, Morcelliana, 2011.
Leonhard Rost, Introduzione agli apocrifi dell'Antico Testamento, a cura di Liliana Rosso Ubigli, Marietti 1820, Genova-Milano 2007 ISBN 978-88-211-7174-1