Backpacking (lett. "viaggiare con lo zaino") è un termine inglese,[1][2] utilizzato anche in italiano,[3] che indica un modo di viaggiare economico. Deriva dall'inglese backpack, che significa "zaino".
Un termine italiano analogo a backpacker è saccopelista, che veniva usato nella seconda metà del XX secolo per riferirsi ai turisti o viaggiatori che dormivano nel proprio sacco a pelo, spesso all'aperto.[4]
Il backpacker in genere si sposta per periodi medio-lunghi con un budget limitato, spendendo oculatamente nell'economia locale per vitto, trasporti e alloggi, tanto che la spesa complessiva dei turisti zaino in spalla negli esercizi locali risulta superiore ai loro omologhi all inclusive[5]. Viaggia quindi preferibilmente con mezzi pubblici e voli aerei low cost e dorme in strutture locali come ad esempio ostelli, disdegnando le strutture organizzate straniere. Un'altra sua caratteristica è l'indipendenza nell'organizzarsi autonomamente, non affidandosi per esempio ad agenzie che offrono pacchetti di viaggi, guide turistiche e viaggi di gruppo. Per aiutarsi, il backpacker si procura spesso guide di viaggio, libri che descrivono varie tipologie di alloggi, trasporti e ristoranti, dai più economici ai più costosi.[3]
Tra i backpackers che viaggiano per un periodo lungo vi sono quelli che hanno terminato gli studi e si dedicano a questo tipo di viaggio economico prima di entrare definitivamente nel mondo del lavoro.[3]
^saccopelista, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 24 giugno 2016.
«turista, per lo più di giovane età, che, per risparmiare e per potersi spostare con più facilità, dorme all’aperto nei luoghi dove sosta, facendo uso del sacco a pelo.»