Acquisì una formidabile erudizione, che diffuse a mezzo del periodico Giornale de' Letterati, uscito dapprima a Parma dal 1686 al 1689, poi a Modena dal 1692 al 1697. Unico estensore del periodico[1], Bacchini pubblicava recensioni di studi ecclesiastici, letterari, scientifici e giuridici. Nel periodico confluivano gli orientamenti delle filosofie baconiana e leibniziana, l'orientamento maurino all'analisi storica e i diversi apporti della Royal Society inglese. Bacchini sintetizza il consolidamento in ambito religioso dell'interesse scientifico e addirittura di istanze razionalistiche, in particolare applicando il metodo galileiano alla ricerca storica. In questo Ludovico Antonio Muratori gli fu debitore, avendo appreso da Bacchini la regola della sistematica e costante ricerca delle fonti.
Negli anni seguenti Bacchini compì ricerche storiche d'archivio pubblicando l'Istoria del monastero di San Benedetto di Polirone nello Stato di Mantova (Modena, 1696) e l'editio princeps del Liber Pontificalis di Agnello Ravennate, ritrovato fra i manoscritti della biblioteca ducale. Nel 1692 appariva l'edizione modenese del Giornale de' letterati a continuazione dell'esperienza parmigiana. Bacchini scelse di apparire come direttore, mentre a Parma non aveva firmato il Giornale.
Dal 1696 al 1700 Bacchini fu incaricato della cura della libreria privata del duca Rinaldo. Fu il primo a distinguere i manoscritti dai libri a stampa, redasse due distinti cataloghi, si dedicò a nuove acquisizioni e alla manutenzione delle collezioni, infine avviò il primo registro di prestito dove annotare i nomi di lettori e lettrici nonché le date di consegna e restituzione dei preziosi volumi ducali concessi prestito fuori dalle sale della biblioteca[3]. Nel 1711 si trasferì a Reggio nel monastero dei Santi Pietro e Prospero per contrasti con lo stesso duca[4].
Se con la sua monumentale opera di ricostruzione dei fatti italiani Lodovico Antonio Muratori è considerato il padre della storiografia italiana, egli è debitore nel suo titolo al maestro Bacchini che, "balia di ingegni" (così il primo ebbe a considerarlo), avendo "considerato che tutta l'essenza dell'Istoria è la Verità", si dedicò al lavoro storico finalizzato alla ricostruzione oggettiva dei fatti, procurandosi chiaramente inimicizie soprattutto nel campo politico. Oltre al Muratori, ebbe come allievi Camillo Affarosi e il cardinale Fortunato Tamburini.
^ Giancarlo Roversi (a cura di), Storia del giornalismo in Emilia-Romagna e a Pesaro, Casalecchio di Reno (BO), Grafis Edizioni, 1992, p. 269, SBNRAV0222331.
^ Sonia Cavicchioli e Paolo Tinti (a cura di), Benedetto Bacchini nell'Europa fra Sei e Settecento. Libri, arti e scienze, Modena, F.C. Panini, 2020, ISBN978-88-570-1705-1.
^ Laura Facchin, Francesco III d'Este. "Serenissimo Signore" tra Modena, Milano e Varese, Varese, Pietro Macchione Editore, 2017, p. 48, ISBN978-88-6570-418-9.