Bruno Canfora
Bruno Canfora (Milano, 6 novembre 1924 – Piegaro, 4 agosto 2017[1]) è stato un direttore d'orchestra, compositore, arrangiatore, paroliere italiano. È entrato nella storia dello spettacolo e della musica leggera italiana come autore delle musiche di trasmissioni televisive e di canzoni che sono diventate degli evergreen: Fortissimo, Il ballo del mattone, Il geghegè (lanciate da Rita Pavone), Due note, Brava, Sono come tu mi vuoi, Vorrei che fosse amore, Zum zum zum (portate al successo da Mina),[2] Da-da-un-pa,[2] La notte è piccola (cantate delle gemelle Kessler), Stasera mi butto (incisa da Rocky Roberts),[2] Soli, Né come né perché, Rome by Night, La vita (portata al successo internazionale da Shirley Bassey come This Is My Life), e moltissime altre. BiografiaFiglio di Ludovico, dirigente della Banca Commerciale di Milano,[3] appassionato di musica e chitarrista autodidatta, si avvicinò alla musica insieme al fratello maggiore Oreste,[4] iniziando a studiare l'oboe con il maestro Leandro Serafin, primo oboe al Teatro alla Scala di Milano;[2] Oreste, il fratello, si diplomò in fagotto e dopo la guerra entrò al Teatro alla Scala, dove è rimasto come primo fagotto fino alla fine della sua carriera; Bruno invece conseguì il diploma in oboe.[3] Iniziò lo studio del pianoforte contestualmente allo studio dell'oboe al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano,[5] grazie al professor Alessandro Longo, noto revisore, e al professor Enzo Calace, entrambi docenti di pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Studiò teoria musicale con il maestro Ettore Pozzoli.[3] In questi anni, inoltre, si avvicinò al jazz, grazie al suo insegnante di oboe Leandro Serafin, il quale lo spinse verso la musica americana, all'epoca difficilmente reperibile e spesso censurata dal regime, perché considerata troppo "licenziosa", iniziando a suonare in alcuni complessi. Durante la Seconda guerra mondiale, militare in marina, nel 1943 venne coinvolto dai tedeschi in un'orchestra, che trasmetteva da un'emittente radio a Padova, suonando musica americana, e qui conobbe la cantante Elsa Rovere, in arte Elsa Pejrone, già voce solista del complesso del Maestro Enzo Ceragioli, con la quale ebbe due dei suoi tre figli. Con la Pejrone e con Tullio Gallo alla tromba organizzò un trio, che si esibiva nei locali del Veneto.[6] Nel 1945 venne chiamato dall'EIAR per suonare il pianoforte nell'orchestra di Venezia. Si trasferì a Trieste, ancora occupata dagli Alleati, dove accompagnava con un complesso varie formazioni di rivista inglesi e statunitensi. A Torino nel 1948 conquistò il riconoscimento del concorso Bacchetta d'oro, al quale parteciparono grandi orchestre dell'epoca, tra cui quelle di Armando Trovajoli e Piero Piccioni, concorso che successivamente gli ha aperto le porte più importanti del panorama musicale. Nello stesso anno lavorò in Germania, dopodiché, al ritorno, la sua orchestra diventò una di quelle più utilizzate durante le trasmissioni radiofoniche.[3] Cominciò inoltre l'attività di compositore, scrivendo le prime canzoni, come Rosetera, Oggi, domani e sempre, Violette. Negli anni sessanta divenne uno dei più noti e virtuosi direttori d'orchestra televisivi, dirigendo l'orchestra della Rai in numerosi programmi, come Studio Uno e Canzonissima (a partire dall'edizione del 1959 con Nino Manfredi, Paolo Panelli e Delia Scala),[7] lavorando spesso con il regista Antonello Falqui; nello stesso periodo, inoltre, firmò come autore numerosi brani di successo della musica leggera italiana, quali Vorrei che fosse amore, Due note, Conversazione, Sono come tu mi vuoi e Brava[2], interpretati da Mina, Il ballo del mattone, Fortissimo, Il geghegè eseguiti da Rita Pavone, la nota sigla Da-da-um-pa, proposta dalle Gemelle Kessler, Stasera mi butto, portata al successo da Rocky Roberts, e molte altre. L'ultima apparizione in video è stata nel 1995 con Papaveri e papere, un programma televisivo di intrattenimento di Rai 1 con cadenza settimanale, ideato da Michele Guardì, che ne ha curato anche la regia. È stato direttore artistico del Festival di Sanremo e presidente della commissione concorsi per l'orchestra di musica leggera e di ritmi moderni della Rai. Negli anni sessanta con la sua orchestra porta Mina in un'importante tournée in Giappone, dove scrive per lei un brano in giapponese, dal titolo Anata To Watashi (Tu ed io),[8] che riscuote un grande successo.[9] Tra le tante manifestazioni a cui ha partecipato, ricordiamo Un disco per l'estate 1965 con Come si fa a non volerti bene, cantata da Domenico Modugno, il Festival di Sanremo 1963 con Fermate il mondo, interpretata da Joe Sentieri e Johnny Dorelli, il Festival di Sanremo 1968 con La vita, interpretata da Elio Gandolfi e Shirley Bassey e la Mostra internazionale di musica leggera di Venezia nel 1965 con L'ultima occasione, portata al successo da Mina; inoltre ha diretto l'orchestra al Festival di Sanremo 1961, al Festival di Sanremo 1988 e all'Eurovision Song Contest 1991 e ancora al Festival di Sanremo 1993.[5][10] Ha diretto più volte l'orchestra della Rai in occasione del "Premio Italia", trasmesso in Eurovisione. Ha collaborato con Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scrivendo le musiche per molte commedie musicali del duo, tra cui Viola violino e viola d'amore nel 1967, con le Gemelle Kessler ed Enrico Maria Salerno, Angeli in Bandiera, Un Angelo è sceso a Brooklyn, o collaborando alle orchestrazioni, come in Promesse... promesse... nel 1970, con Johnny Dorelli e Catherine Spaak; sempre in campo teatrale, nel 1976 ha musicato Amori miei, scritto da Iaia Fiastri e rappresentato in tutta Italia da Ornella Vanoni, Duilio Del Prete e Gianrico Tedeschi.[3] Il 24 maggio 1971 Canfora si è sposato con Loretta Turri (25 anni), con rito civile, a Trevignano Romano (l'anno precedente, nello stesso luogo, si erano uniti in matrimonio Mina e Virgilio Crocco).[11] Ha anche partecipato ad alcuni musicarelli, nella parte di sé stesso, ed ha composto le musiche di molte colonne sonore di film. I suoi "stacchetti" musicali, in puro stile americano, sono molto utilizzati tutt'oggi dalle principali televisioni italiane e spagnole. Continuò l'attività anche nei decenni successivi, sia in televisione che dal vivo con la sua orchestra. Si occupava anche di jazz sinfonico, in particolare con l'orchestra sinfonica del "Teatro Massimo" di Palermo, con la quale eseguì più volte delle tournée con ricercati arrangiamenti, da lui curati, su musiche di Cole Porter, George Gershwin, Hoagy Carmichael e molti altri autori americani.[3] Muore all'età di 92 anni a Piegaro; è sepolto nel cimitero della stessa località. Canzoni scritte da Bruno Canfora
Filmografia
Programmi radiofonici Rai
Discografia parziale33 giri
CD
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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