La Cagiva SXT è una tipica moto da fuoristrada turistica ed insieme alla versione stradaleSST, fu l'ultimo modello di motocicletta prodotto dalla AMF-Harley Davidson nello stabilimento italiano di Schiranna, frazione di Varese, sita sull'omonimo lago e il primo prodotto dalla Cagiva che ne rilevò gli stabilimenti e il marchio.
La moto fu in produzione dal '75 con le tre motorizzazioni da 125, 175 e 250 cm³, dal '78 fu lanciata sul mercato la versione 350 cm³. Queste moto vennero inizialmente prodotte con il marchio AMF Harley Davidson, poi nell'80 vennero prodotte con il marchio HD-Cagiva, per l'accordo intercorso, e in seguito col marchio Cagiva; tutti i modelli erano muniti di motore a due tempi e lubrificazione separata tramite pompa Keihin azionata dal propulsore.
La Cagiva SXT 125 fu la versione con il maggior successo: destinata ai sedicenni neopatentati del tempo, risultò molto gradita dal pubblico e fu il cavallo di battaglia della casa motociclisticavaresina.
Il successo del modello fu dovuto alla semplicità costruttiva e di guida, accompagnate da costi di acquisto e di manutenzione contenuti, così come contenuti erano i consumi di olio e benzina, mentre le marce erano ben distanziate tra loro e al tempo stesso lunghe, in modo da non dover cambiare continuamente marcia.
Identica alla 250, di potenza leggermente inferiore, entrambe inizialmente erano dotate di ruota anteriore da 19"
SXT 250
La Cagiva SXT 250 era una moto che come il modello stradale SST 250, fu prodotta dal 1975, fino al 1985.
SXT 350
Questo modello entrò in produzione nel 1978 con il marchio AMF Harley Davidson, e, in seguito alla vendita della filiale italiana, l'accordo fra i due fabbricanti prevedeva che venissero vendute con il marchio HD Cagiva, e ne uscì nel 1984. Il modello era molto simile alla versione 250, si differenziava nel motore, nero anodizzato, nella livrea e nella componentistica, come il parafango anteriore, nero e più corto, lo scarico, più raccolto, che passava sopra il motore e attraverso il telaio, ed alcuni altri particolari. Questa moto fu sostituita dalla Ala Rossa 350 con motore a 4 tempi. Secondo alcuni il motivo di uno scarso successo fu da imputare ai consumi troppo elevati, alle vibrazioni che, oltre i 100 km/h, raggiungevano pedane e manopole con frequenze elevatissime, rendendo ben poco confortevole la guida per lunghi tratti, specialmente in autostrada. Le vibrazioni elevate, inoltre, provocavano la rotture dei parafanghi anteriore (plastica) e posteriore (metallo) in corrispondenza degli attacchi.