Carlo d'Aragona Tagliavia«a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de' bravi. Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto antica. Chi non ne avesse idea, ecco alcuni squarci autentici, che potranno darne una bastante de' suoi caratteri principali, degli sforzi fatti per ispegnerla, e della sua dura e rigogliosa vitalità. Fino dall'otto aprile dell'anno 1583, l'Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d'Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranuova, Marchese d'Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia, pienamente informato della intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa città di Milano, per cagione dei bravi e vagabondi, pubblica un bando contro di essi.
Carlo Luigi d'Aragona Tagliavia, principe di Castelvetrano, soprannominato Magnus Siculus, (Palermo, 25 dicembre 1521 – Madrid, 23 settembre 1599), è stato un nobile, politico e militare italiano del XVI secolo al servizio della Corona spagnola. BiografiaNacque a Palermo il 25 dicembre 1521, da Giovanni, marchese di Terranova, e dalla nobildonna Antonia Concessa d'Aragona Alliata dei baroni di Avola, di cui era figlio primogenito.[1] Nel 1538, alla morte della madre, ereditò da costei le baronie di Avola e di Terranova, ambedue elevate a marchesato per privilegio dell'8 agosto 1543, esecutoriato il 16 febbraio 1544, concessogli dall'imperatore Carlo V d'Asburgo, che lo investì perciò dei titoli di I Marchese di Avola e I Marchese di Terranova.[1] Al padre succedette nel possesso del Marchesato di Terranova, della Contea di Castelvetrano e delle baronie di Pietra Belice e Burgio Milluso - di cui si investì l'11 settembre 1549 - oltre che dei suoi beni immobiliari.[1] A Carlo fu imposto come primo cognome quello materno degli Aragona, in ragione della più antica e regale ascendenza del casato - il cui capostipite era Orlando d'Aragona, figlio naturale del re Federico III di Sicilia - rispetto a quello paterno dei Tagliavia.[1] Da bambino accompagnò il Marchese Giovanni suo padre, al servizio dell'esercito imperiale spagnolo, nelle spedizioni in Africa, come la Presa di Algeri del 1529, come pure nelle Fiandre e in Germania. Governatore della nobile Compagnia della Carità di Palermo nel 1539 e 1543,[2] la sua carriera politica ebbe inizio come capitano di giustizia della medesima città nel 1545-46.[3] Nel 1551, fu capitano d'armi a Siracusa, città che difese dai ripetuti attacchi delle navi turche.[4] Soprannominato Magnus Siculus dal Cardinale di Granvelle,[2] fu per quaranta giorni reggente del trono di Spagna dopo l'abdicazione dell'Imperatore Carlo V avvenuta nel 1557, in attesa della maggiore età del figlio Filippo. L'Aragona Tagliavia, fu in seguito deputato del Regno nel 1557-62 e nel 1566-70, capitano generale e presidente del Regno di Sicilia nel 1566-68.[2][5] Il re Filippo II di Spagna lo investì dei seguenti titoli: I Duca di Terranova, con privilegio del 22 agosto 1561, esecutoriato il 23 ottobre del medesimo anno; I Principe di Castelvetrano, con privilegio del 28 aprile 1564 esecutoriato il 14 ottobre; Il Conte di Borgetto, con privilegio del 31 marzo 1566, esecutoriato il 31 luglio, nonché di regio consanguineo.[1][3] Fu inoltre cavaliere dell'Ordine d'Aviz e dell'Ordine del Toson d'Oro (1585).[2][6] Ammiraglio e gran connestabile del Regno dal 1566,[7] il Principe di Castelvetrano prese parte alla battaglia di Lepanto del 1571, combattuta tra le flotte della Lega Santa e quelle dell'Impero ottomano, nelle 10 galere di Sicilia comandate dal duca Juan de Cardona.[8] Dopo questa battaglia, che vide la vittoria delle forze cristiane, ricoprì nuovamente l'incarico di presidente del Regno di Sicilia dal settembre 1571 all'aprile 1577.[9] Durante gli anni siciliani, l'Aragona Tagliavia ebbe particolare attenzione per i suoi feudi, in particolare del Principato di Castelvetrano: nel 1546 vi fondò il convento dei Frati cappuccini, dotandolo di una rendita e di preziose reliquie, tra cui, una parte del velo di Sant'Anna e i resti del frate Pietro di Mazara, giunto con un crocifisso miracoloso; pochi anni dopo, creò un Monte di Pietà e la Compagnia dei Bianchi per la cura dei malati e l'assistenza spirituale dei condannati a morte; dopo il 1570, fece ingrandire la chiesa di San Domenico, fatta costruire a Castelvetrano dai suoi antenati, e le decorazioni degli interni furono affidate al pittore Antonino Ferraro da Giuliana. Da governatore della Sicilia promosse un'azione di riqualificazione urbanistica di Palermo, che vide la realizzazione della via del Cassero e di piazza Bologni nel 1566.[10] La monarchia spagnola gli assegnò in seguito altri incarichi fuori dalla Sicilia: il 30 agosto 1578, fu destinato, quale plenipotenziario del Re di Spagna, per trattare insieme con i commissari dell'Imperatore, la pacificazione dei Paesi Bassi; il 7 marzo 1581, venne nominato luogotenente del Principato di Catalogna e delle Contee del Rossiglione e della Cerdagna; il 18 ottobre 1582 fu nominato Governatore di Milano, incarico che ricoprì fino al 1592.[9] Da governatore del ducato milanese, nel 1588, fu inviato dal Re di Spagna per stipulare la pace con i Cantoni svizzeri.[9] Dopo la morte di Filippo II, il suo successore il re Filippo III di Spagna lo nominò presidente del Supremo Consiglio d'Italia.[9] Morì a Madrid il 23 settembre 1599, ma, come da lui richiesto nel testamento, fu seppellito a Castelvetrano nella chiesa di San Domenico.[1]
Matrimonio e figliCarlo Tagliavia d'Aragona sposò nel 1547 la nobildonna Margherita Ventimiglia, figlia del marchese Simone I Ventimiglia e della principessa Elisabetta Moncada; la coppia ebbe tredici figli:
OnorificenzeAscendenza
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