Casa Romei
Casa Romei è un palazzo di Ferrara situato in via Savonarola n. 30. Al suo interno è ospitato il Museo di Casa Romei. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali la gestisce tramite il Polo museale dell'Emilia-Romagna, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei. Storia e descrizioneCasa Romei fu costruita dal mercante Giovanni Romei circa alla metà del XV secolo, fu ampliata e abbellita in occasione delle sue seconde nozze con Polissena d'Este poco prima del 1468.[1] Dopo la morte del proprietario (1483), la casa fu lasciata in eredità alle monache dell'attiguo monastero del Corpus Domini, che la inglobò nella propria struttura. Nella seconda metà del Cinquecento, lavori di modifica furono effettuati dal cardinale Ippolito II d'Este. Nel piano nobile furono ampliate le cubature, e i nuovi soffitti voltati furono decorati con affreschi e grottesche, attribuiti alla bottega dei Filippi. Il cortile dai modi tardogotici e le decorazioni fiorite, la Sala delle Sibille e dei Profeti e lo "Studiolo" costituiscono un corpus artistico unico a Ferrara. Acquisita al demanio dello Stato nel 1898, Casa Romei divenne un vero e proprio Museo nel 1953, accogliendo raccolte di affreschi staccati, statue e lapidari provenienti da edifici cittadini. Il salone principale della casa ospita concerti e lezioni accademiche del Conservatorio Girolamo Frescobaldi di Ferrara.[2] DescrizioneEsterniL'edificio è un esempio pressoché unico di commistione tra elementi medievali e rinascimentali. Nel maestoso cortile d'onore è visibile un grande monogramma di Cristo in terracotta come decorazione. InterniPiano terraAl piano terreno le sale sono decorate in stile gotico e vi è collocato un piccolo lapidario. La "Sala delle Sibille" mostra le profetesse affrescate alle pareti, ciascuna con cartigli di profezie in mano che corrono attorno, sullo sfondo di una siepe verde. Notevole è anche il camino. Primo pianoAl piano nobile l'appartamento cinquecentesco è finemente decorato e presenta mobilio antico. Questa parte del palazzo fu trasformata dal cardinale Ippolito II d'Este, infatti il suo simbolo, un'aquila bianca, è ripetuto più volte nel salone d'onore. Lo studio di Giovanni Romei ha il soffitto a cassettoni, decorati al centro da disegni su carta applicati, secondo un'usanza allora diffusa ed oggi sopravvissuta in rari esemplari. MuseoIl palazzo è sede museale denominata Museo di Casa Romei dal 1952 e raccoglie opere artistiche provenienti da chiese e conventi sconsacrati e talvolta distrutti, oltre che da altri palazzi di Ferrara. Vi sono opere di Donatello, Francesco del Cossa, Gregorio di Lorenzo, Bastianino e Alfonso Lombardi. LapidarioAll'apertura del museo le stanze del piano terra sono state destinate a raccogliere statue, bassorilievi, marmi medievali e rinascimentali, cotti, lapidi commemorative e funerarie. Tra i pezzi esposti:
Particolare interesse riveste la struttura in mattoni parzialmente intonacati, posta nella seconda sala del lapidario, e attualmente sotto il livello pavimentale. Si tratta di una vasca termale, rinvenuta durante una campagna di scavi archeologici, nella prima metà degli anni Novanta del XX secolo. Lo scavo, volto ad accertare la sequenza edilizia della casa, ha riportato alla luce una piccola piscina, dotata di gradino per scendere e seduta perimetrale. L'acqua era riscaldata da un sistema di riscaldamento alimentato da un camino posto nelle vicinanze. Allo stato attuale, è l'unica e più antica struttura di questo tipo esistente a Ferrara. Piano nobileIl loggiato del piano nobile è decorato con affreschi di gusto tardogotico, con ripetuto, lo stemma ripetuto di Giovanni Romei - il cane rampante - alternato a nastri svolazzanti, decorati con lettere gotiche, il cui significato ancora non è stato compreso. Sulle pareti si possono osservare tracce di graffiti lasciati in antico, in particolare, di fianco alla porta d'ingresso alla prima sala, una citazione letteraria «Amor mi fa parlare che m'è nel core» tratto dall'incipit di un'opera di Giovanni Boccaccio, il Ninfale fiesolano. Sui parapetti, si trovano altri graffiti, anche questi, con ogni probabilità, antichi: si tratta di piccoli disegni, e schemi da gioco, riconducibili a due tipologie di alquerques, come descritti da Alfonso X di Castiglia, nel suo Libro de los juegos. Le sale di rappresentanza presentano decorazioni cinquecentesche che ricordano un importante momento della storia di Casa Romei. Vi sono stanze piccole e semplici che separano il loggiato e il cuore del piano nobile, due stanze più ampie e il salone d'onore. Il progetto della dimora venne commissionato probabilmente dal cardinale Ippolito II d’Este verso la metà del XVI secolo. La sala di Tobiolo e l’Angelo, la sala di David e Golia, la sala della Scimmietta ed il salone d'onore hanno eleganti soffitti con decorazioni a grottesca con riquadri affrescati da Sebastiano Filippi. In queste sale sono conservati frammenti di affreschi dei secoli XIV e XV provenienti da chiese ferraresi. Meritano attenzione:
StudioloQuesto ambiente piccolo e raccolto è ritenuto lo studiolo di Giovanni Romei. Il singolare soffitto è formato da cassettoni lignei – otto interi e quattro mezzi – decorati con ricercate xilografie su carta a fondo verde. Probabilmente l’incrocio delle travi era un tempo evidenziato da borchie dorate. In ciascun cassettone ritorna il motivo di quattro teste femminili circondate da elementi a forma di foglia raggruppati attorno a una rosetta posta al centro del riquadro. L’altissima qualità e il preziosismo stilistico del soffitto che da solo orna la saletta e accentra l’attenzione del visitatore, hanno fatto pensare che l’ideatore della decorazione possa essere stato Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 - Bologna, 1478). Note
Bibliografia
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