Congresso di Aquisgrana (1818)
Il Congresso di Aquisgrana riunì, dal 1º ottobre alla fine del novembre 1818, le quattro potenze vincitrici su Napoleone Bonaparte: esse stabilirono il ritiro dei corpi di occupazione in Francia, sottoscrissero un protocollo segreto che confermava la garanzia reciproca in funzione anti-francese, accompagnato da una pomposa dichiarazione riguardo alla fraternità delle quattro potenze cementata dai legami della fratellanza cristiana. PartecipantiIl Congresso di Aquisgrana, riunito il 1º ottobre 1818, era inteso come riunione della quattro potenze vincitrici su Napoleone Bonaparte:
Per gentile concessione degli alleati venne invitato ad assistere anche il Regno di Francia di Luigi XVIII, rappresentato dal primo ministro duca di Richelieu. Trattative principaliFine dell'occupazione della FranciaScopo del congresso era decidere della questione del ritiro del corpo di occupazione della Francia, nonché delle conseguenze sulle relazioni fra le quattro potenze, fra di loro e, collettivamente, verso la Francia. Nella prima sessione i convenuti convennero il principio del ritiro dei corpi di spedizione in Francia: un apposito trattato venne firmato il seguente 9 ottobre. Il protocollo segretoSeguì una lunga discussione riguardo alle misure militari da adottare nella eventualità di un nuovo rovesciamento della situazione francese. La necessità di una simile garanzia era stata resa evidente a tutti dall'assai fresco ricordo dell'exploit di Napoleone dei cento giorni, chiuso appena tre anni prima, il 18 giugno 1815 a Waterloo. Tale preoccupazione spinse le quattro potenze a sottoscrivere il 15 novembre un protocollo segreto che confermava e rinnovava la Quadruplice Alleanza anti-francese (del marzo 1814, rinnovata il 20 novembre 1815 con il trattato di Chaumont). La dichiarazione di "intima unione"Tuttavia, lo zar Alessandro aveva cercato di ottenere un risultato maggiormente simbolico, ovvero l'estensione della Santa Alleanza (firmata da Austria, Prussia e Russia il 26 settembre 1815 a Vienna). Essa si basava su un testo di trattato magniloquente a proposito della volontà delle tre potenze di costruire la pace europea sulla base della carità cristiana. Ad essa aveva aderito in pratica tutte le potenze europee, salvo la Santa Sede, l'Impero ottomano e la Gran Bretagna. Castlereagh resistette anche a questo ennesimo tentativo, benché accettasse di sottoscrivere una "pubblica dichiarazione" circa l'intenzione delle quattro potenze di mantenere una intima unione cementata dai legami della fratellanza cristiana, con oggetto la preservazione della pace, basata sul rispetto dei trattati (di Vienna, è bene notare). Trattative secondarieIl Congresso ebbe ad occuparsi anche di un numero di questioni meno strategiche:
I guadagni delle singole potenzeI vantaggi dell'InghilterraCastlereagh l'accettò in quanto essa, non contenendo impegni formali, non costituiva altro che una pomposa declamazione. Ed aveva anche il vantaggio di accontentare il pressante zar. Al contrario, con la firma del protocollo segreto, Londra si assicurava l'unico obiettivo rilevante: la continuazione dei formali impegni di contenimento anti-francese. In tal senso appare particolarmente interessante l'obiezione inglese alla proposta di Alessandro I di radunare una flotta internazionale nel Mediterraneo: rifiutata anche sulla base del desiderio di Londra di non veder saldata alcuna alleanza militare sul continente, se non in funzione di una garanzia anti-francese. Tale posizione, come sempre nella politica estera inglese in Europa, ebbe vantaggi e svantaggi:
I vantaggi della FranciaTali conclusioni non dispiacquero nemmeno al rappresentante francese, il duca di Richelieu, primo ministro di Luigi XVIII. Formalmente egli registrò un successo, in quanto venne invitato ad aderire pubblicamente alla dichiarazione formale: quanto bastava a soddisfare l'opinione pubblica. Ma, cosa ancora più importante, il duca di Richelieu venne informato del protocollo segreto. E ne fu tutt'altro che dispiaciuto:
Rilevanza storica del CongressoIl Congresso coincise, indubbiamente, con una fase di somma concordia fra le grandi potenze che tentarono, in questa occasione, di governare concordemente l'Europa. Tenuto conto del successivo lento peggiorare dei rapporti la storiografia, quella britannica in particolare, lo considera un esempio della pratica impossibilità di funzionamento di un simile sistema di alleanze universali. Tuttavia questo giudizio sconta una eccessiva sottovalutazione del lone run del Castlereagh, nonché il consueto scetticismo riguardo alle stabili alleanze delle potenze continentali. Galleria fotografica dei delegati
Bibliografia
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