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Cordelia (astronomia)

Disambiguazione – Se stai cercando l'asteroide, vedi 2758 Cordelia.
Cordelia
(Urano VI)
Satellite diUrano
Scoperta20 gennaio 1986
ScopritoreRichard Terrile
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore49 752 km
Periodo orbitale0,33503 giorni
(8 ore 2 minuti)
Inclinazione rispetto
all'equat. di Urano
0,147°
Eccentricità0,00047
Dati fisici
Dimensioni50×36 km
Superficie~5,1 × 109
Volume~3,4 × 1013
Massa
~4,4 × 1016 kg
Densità media~1,3 × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie~0,0073 m/s²
Velocità di fuga~17 m/s
Periodo di rotazionerotazione sincrona?
Inclinazione assialenulla?
Temperatura
superficiale
  • ~64 K (media)
Pressione atm.nulla
Albedo0,07?

Cordelia è il satellite naturale più interno del pianeta Urano. È stato scoperto il 20 gennaio 1986 in base alle immagini prese dalla sonda spaziale Voyager 2 e ricevette la designazione provvisoria S/1986 U 7.[1]

Descrizione

Poco si conosce di questo corpo a parte la sua orbita,[2] il suo raggio di 20 km[3] e l'albedo di 0,08.[4]

Nelle immagini di Voyager 2, Cordelia appare come un oggetto allungato con un asse maggiore che punta in direzione di Urano. La forma è di sferoide oblato con un rapporto tra gli assi di 0,7 ± 0,2.[3]

Storia

Cordelia venne scoperta dall'astronomo statunitense Richard Terrile grazie alle immagini teletrasmesse a Terra dalla sonda spaziale Voyager 2 il 20 gennaio 1986,[1] in occasione del suo attraversamento del sistema di Urano. Da allora, il satellite non è più stato osservato fino al 1997, quando è stato possibile individuarlo nuovamente grazie al telescopio spaziale Hubble.[4][5]

Il satellite deve il suo nome alla figlia più giovane di Lear, nel Re Lear di William Shakespeare. È anche noto tramite la numerazione progressiva Urano VI.[6]

Parametri orbitali

Cordelia è un satellite pastore dell'anello Epsilon di Urano.[7]

L'orbita di Cordelia si trova all'interno del raggio orbitale sincrono di Urano, e quindi il satellite è destinato a precipitare nell'atmosfera del pianeta, poiché la sua orbita sta lentamente decadendo a causa della decelerazione di marea.[3]

Cordelia si trova in risonanza orbitale 5:3 con Rosalinda.[8]

Note

  1. ^ a b B. A. Smith, Satellites and Rings of Uranus, in IAU Circular, vol. 4168, 27 gennaio 1986. URL consultato il 31 ottobre 2011.
  2. ^ R. A. Jacobson, The Orbits of the Inner Uranian Satellites From Hubble Space Telescope and Voyager 2 Observations, in The Astronomical Journal, vol. 115, n. 3, 1998, pp. 1195–1199, Bibcode:1998AJ....115.1195J, DOI:10.1086/300263.
  3. ^ a b c Erich Karkoschka, Voyager's Eleventh Discovery of a Satellite of Uranus and Photometry and the First Size Measurements of Nine Satellites, in Icarus, vol. 151, n. 1, 2001, pp. 69–77, Bibcode:2001Icar..151...69K, DOI:10.1006/icar.2001.6597.
  4. ^ a b Erich Karkoschka, Comprehensive Photometry of the Rings and 16 Satellites of Uranus with the Hubble Space Telescope, in Icarus, vol. 151, n. 1, 2001, pp. 51–68, Bibcode:2001Icar..151...51K, DOI:10.1006/icar.2001.6596.
  5. ^ M. R. Showalter e J. J. Lissauer, Satellites of Uranus, in IAU Circular, vol. 8194, 3 settembre 2003. URL consultato il 31 ottobre 2011.
  6. ^ Planet and Satellite Names and Discoverers, in Gazetteer of Planetary Nomenclature, USGS Astrogeology, 21 luglio 2006. URL consultato il 6 agosto 2006.
  7. ^ L. W. Esposito, Planetary rings, in Reports on Progress in Physics, vol. 65, n. 12, 2002, pp. 1741–1783, Bibcode:2002RPPh...65.1741E, DOI:10.1088/0034-4885/65/12/201.
  8. ^ Carl D. Murray e Robert P. Thompson, Orbits of shepherd satellites deduced from the structure of the rings of Uranus, in Nature, vol. 348, n. 6301, 6 dicembre 1990, pp. 499–502, Bibcode:1990Natur.348..499M, DOI:10.1038/348499a0, ISSN 0028-0836 (WC · ACNP).

Bibliografia

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