Cresfonte, re di Steniclaro, discendente della stirpe di Eracle, viene assassinato da Polifonte, re di Messene, che si impadronisce del regno e sposa la vedova Merope. Il figlio di Merope e Cresfonte, anche lui di nome Cresfonte, viene salvato da un vecchio servo che lo invia in Etolia.
Cresciuto, Cresfonte si presenta a Steniclaro sotto falso nome, dichiarando di aver ucciso il legittimo erede e venendo ospitato, in segno di ringraziamento, da Polifonte. Merope, quella stessa notte, mentre Cresfonte è a letto, si reca nelle sue stanze con il vecchio servo per ucciderlo. Grazie a costui, che riconosce il giovane, si riconcilia con il figlio e insieme a lui progetta la vendetta.
Il giorno dopo, Polifonte officia un sacrificio per ringraziare gli dei di averlo liberato dalla minaccia: Cresfonte, con il pretesto di abbattere la vittima, uccide Polifonte e in tal modo riprende possesso del trono paterno[2].
Note
^J. E. Thorburn, FOF Companion to Classical Drama, New York, Facts on File, 2005, p. 156.
^A parte i 150 versi rimasti, tracce sulla leggenda utilizzata da Euripide si trovano in Pausania, I 32, 41; II 13, 18; III 1; IV 3; V 3.
Bibliografia
Euripide, Dramatic Fragments, Harvard, Loeb Classical Library, 2008, pp. 493–515.