Delegazioni Provinciali e Distrettuali FIGCLe delegazioni Provinciali e Distrettuali FIGC sono gli organi periferici della FIGC che gestiscono sia il calcio dilettantistico di Terza Categoria (Lega Nazionale Dilettanti) che quello giovanile (Settore Giovanile Scolastico, SGS) a livello provinciale. StoriaDal 1908 al 1917Il calcio provinciale in Italia ha inizio quando la Federazione si chiamava ancora F.I.F. grazie all'incredibile exploit della Pro Vercelli, prima società calcistica a vincere nel 1908 un campionato di calcio al di fuori dei principali agglomerati urbani (Vercelli all'epoca era ancora Provincia di Novara). A cambiare le cose fu il settimanale sportivo torinese Lo Sport del Popolo che organizzò il primo Torneo dei primi calci nella primavera del 1914. I Comitati Regionali del nord Italia si mossero per continuare ad organizzare questi campionati la stagione successiva. Nella stagione 1914-1915, infatti, il Comitato Regionale Lombardo con suo comunicato del 17 febbraio 1915[1] pubblica il regolamento del "Campionato Lombardo Boys 1914-15" stabilendo all'art. 2 del "Regolamento" che i giocatori non debbano avere all'atto dell'iscrizione compiuto i 16 anni e superare l'altezza di metri 1,60 e all'art. 3 che tutti debbano essere muniti di tessera federale. A seguito dell'iniziativa del C.R. Lombardo il senatore Carlo Montù decise di aggiungere ai premi stabiliti dal regolamento (11 medaglie d'argento grandi per la prima classificata e 11 medaglione d'argento e 11 medaglie d'argento piccole per la seconda classificata) un suo premio denominato "Coppa Montù". Vista la difficoltà ad iscriversi di diverse squadre fu deciso l'eliminazione del limite di altezza e si protrasse l'iscrizione di un mese con chiusura al 29 marzo 1915. Il campionato venne portato a termine prima dell'inizio delle ostilità. Allo scoppio del conflitto mondiale molti di questi giovani e diversi esponenti sportivi partirono per il fronte e l'attività sportiva giovanile fu temporaneamente sospesa in tutti i Comitati Regionali. In Lombardia molte società sportive si riorganizzarono e chiesero al C.R.L. di organizzare il "Campionato Lombardo Boys" con le medesime modalità della stagione precedente mantenendo il limite di età dei 16 anni non compiuti al 1º gennaio, campionato che fu come il precedente dotato della "Coppa Montù" (challenge biennale non consecutivo, e furono giocate 4 edizioni - ultima quella del 1919-1920) e la vincente iscritta nell'albo d'oro trascritto sulla coppa. L'iscrizione al campionato costava 5 lire più le spese di tesseramento e le tasse arbitrali.[2] Il torneo fu sospeso la stagione successiva. A reclamare la ripresa delle attività sportive giovanili furono molte società sportive rette da dirigenti sportivi non arruolabili, ma delle loro richieste la Federazione non si fece carico, anzi, preferì non rinunciare alle tasse di iscrizione e affiliazione obbligatorie per la gestione di tornei e campionati che in ogni caso non era lei ad organizzare ma le società ancora attive. ULIC dal 1917 al 1927È per questo motivo che a Milano nel giugno 1917 nacque l'U.L.I.C., un'altra federazione sportiva non legata alla FIGC, che aveva quale unico interesse l'organizzare e promuovere il gioco del calcio a livello giovanile per giocatori non ancora maggiorenni (all'epoca si era maggiorenni al compimento dei 21 anni). L'U.L.I.C., per differenziarsi dalla FIGC, non era oppressiva e non imponeva tasse e balzelli e per questo motivo, a lungo andare, si trovò di fronte a gravi problemi finanziari e strutturali tali da dover rinunciare alla gestione autonoma del movimento "liberista". Calcio giovanile in ambito FIGCLa FIGC non aveva alcun interesse a far sì che i campionati federali fossero organizzati a livello provinciale e lasciò sempre spazio libero all'U.L.I.C. perché i campi di provincia non sempre avevano i requisiti richiesti (l'omologazione e le dimensioni obbligatorie) per l'ammissione ai campionati ufficiali. Riprendendo l'attività giovanile (i campionati "boys") sospesa nel 1917, nel 1919 la FIGC ritornò ad organizzarli nella stagione 1919-1920 mantenendo il limite di età di 16 anni non compiuti al 1º gennaio di ogni anno (nel 1919 l'ultima classe ammessa era quella del 1904). I campionati "boys" furono disputati a livello federale fino al 1921-1922 ed in seguito trasformati in "Campionato di 6ª divisione" portando il limite di età ai 18 anni non compiuti all'inizio della stagione organizzandoli fino al 1926, anno in cui la Carta di Viareggio riformò tutti i campionati italiani. In seguito i campionati giovanili gestiti dalla FIGC furono gestiti dai Direttori Regionali in modo piuttosto disomogeneo. Definiti come campionati ragazzi con limite di età 18 anni non compiuti il 1º di agosto di ogni stagione sportiva ebbero alterni successi secondo la richiesta delle squadre che si iscrivevano. In Lombardia, ad esempio, ridottisi notevolmente nella stagione 1928-1929 furono sdoppiati in due differenti limiti di età e poi eliminati perché quelli dell'ULIC erano cresciuti talmente tanto che le società preferivano farli giocare a livello locale per evitare l'aggravio delle notevoli spese di viaggio. Proprio per l'eccessivo spezzettamento geografico delle squadre iscritte solo in Lombardia si arrivò nella stagione 1931-1932 all'unificazione delle partecipanti FIGC e ULIC in un unico campionato regionale con qualificazioni zonali gestite dai Comitati Locali ULIC. Dopo la crisi delle iscrizioni del 1934, nel 1936 la FIGC introdusse le finali nazionali a cui furono qualificate le vincenti del titolo regionale assoluto, ovvero la risultante delle vincenti il campionato regionale federale e le finali inter-comitati della Sezione Propaganda. Il conflitto mondiale fu solo un intermezzo molto scomodo perché alla ripresa dopo il boom delle iscrizioni nel 1945 si arrivò finalmente nel 1947 alla riforma del calcio giovanile e successivo sdoppiamento della categoria in "Juniores" e "Ragazzi" sotto l'egida della "Lega Giovanile FIGC". Dal 1927 con la FIGCL'ultima crisi interna del Comitato Centrale Direttivo dell'U.L.I.C. avvenuta nel luglio del 1927 portò la federazione autonoma a rinunciare al proprio mandato e porre nelle mani del presidente del C.O.N.I. la gestione e l'organizzazione dei campionati giovanili che furono sottoposti all'organizzazione FIGC . Questa garantì ai dirigenti e alle società uliciane la continuazione dell'attività con le stesse modalità e le strutture federali preesistenti ma disciplinate dai regolamenti approvati dal C.O.N.I. e dalla FIGC Se prima del 1927 i dirigenti dei comitati locali dell'U.L.I.C. venivano eletti durante l'assemblea annuale d'inizio stagione, dalla stagione 1927-1928 fu la presidenza federale della FIGC ad approvare le nomine di presidenti, vicecommissari tecnici (i segretari) e di un membro interno scegliendoli tra le autorità cittadine fedeli al regime di solito (ma a livello provinciale non sempre, anzi raramente, perché i dirigenti più attivi venivano sempre riconfermati) con la cadenza quadriennale imposta dal C.O.N.I. Alle società affiliate al Comitato Locale rimaneva la nomina di un terzo ed un quarto membro interno che venivano eletti in misura proporzionale al numero delle società affiliate quando queste passavano le 10 unità. Il vincolo dei giocatori era annuale oppure vincolati solo per un dato torneo a cui erano iscritti (esempio: giocano solo un torneo di bar). Non potevano essere tesserati e partecipare ai campionati uliciani i giocatori federati che avevano disputato gare nei campionati federali di qualsiasi divisione fino alla Terza, ma con la revisione della normativa del 1934 il limite delle gare disputate nelle categorie regionali fu elevato a 3 gare. I ragazzi (fino a 17 anni) potevano giocare anche in 1ª e 2ª categoria con la stessa società se questa aveva 3 squadre iscritte mentre gli altri (fino a 21 anni) venivano "classificati" alla prima gara disputata: se giocavano la prima gara in 1ª Categoria rimanevano nella stessa categoria per tutto l'anno. I campionati dei Comitati Locali ULIC non erano legati ai campionati regionali FIGC anche se le vincenti, come già accadeva dal 1919 nell'U.L.I.C. indipendente, andavano a disputare le finali regionali che le avrebbe portate fino al 1931 a disputare le gare per l'aggiudicazione del titolo di "Campione d'Italia ULIC". Il Campo Sportivo del LittorioIl regime fascista dopo essere riuscito nel 1927 a portare nel C.O.N.I. sia la F.A.S.C.I. (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane, una piccola federazione sostenuta dalla Chiesa che operava al centro-sud) che l'U.L.I.C. (Unione Libera Italiana del Calcio) e aver definito le linee guida per il calcio a livello provinciale si trovò di fronte a un problema notevole. Il regime affidò all'ingegnere napoletano Amedeo D'Albora, che fu per diversi anni vicepresidente[3] della FIDAL e componente dell'Ufficio Sportivo dell'E.S.P.F. di Napoli, l'incarico di redigere il progetto per la realizzazione di un campo polivalente che potesse essere utilizzato da tutte le federazioni sportive affiliate al C.O.N.I.. La legge sui campi sportiviA questo punto mancava solo la normativa giusta per rendere esecutivo il progetto. Una volta approvata la legge, fu compito dei responsabili provinciali fascisti degli E.S.P.F., con circolari particolarmente efficaci, a "imporre" ai Podestà più ritrosi la realizzazione dei campi sportivi pubblici e quindi di rendere possibile anche alle società più piccole la partecipazione ai campionati provinciali ULIC e federali. È grazie a questa legge che molte società, nate a cavallo tra il 1928 e il 1930, sono state costituite, hanno mosso i primi passi nell'U.L.I.C. e in seguito si sono iscritte ai campionati federali. Malgrado l'iniziativa dei responsabili degli E.S.P.F., dei Podestà e delle autorità provinciali, non tutti i Comuni e le Province italiane arrivarono a presentare subito i progetti e avere a disposizione i capitoli di spesa utili per la realizzazione ex novo o la ristrutturazione dei "Campi Sportivi del Littorio". In alcune province particolarmente povere, dove il lavoro nei campi non rendeva possibili svaghi e attività sportive ricreative (malgrado la presenza dell'Opera nazionale del dopolavoro e dell'Opera nazionale balilla) oppure erano particolarmente mal viste da imprenditori e anche dalla Chiesa (che da poco tempo era arrivata al Concordato), molte opere furono diluite nel tempo e realizzate anche a distanza di 8-10 anni dopo il 1936. Muore l'U.L.I.C. nasce la S.P.Anche quando nel 1935 la presidenza federale dovette, per motivi contingenti, ridisegnare la geografia di molti Comitati ULIC affiliati aggregandone diversi ad altri già esistenti, oppure trasferirli di competenza aggregandoli ad altri Direttori Regionali, i campionati ULIC da loro gestiti non dettero mai promozione ai campionati regionali di Terza Divisione, che rimase fino al 1935 il livello più basso della scala gerarchica FIGC La rinuncia di molte società a iscriversi ai campionati, a causa della partenza di molti giocatori che seguirono Mussolini nella Guerra d'Etiopia, portò al ridimensionamento dei campionati uliciani da parte della presidenza federale che li trasformò in "Sezione Propaganda" togliendo definitivamente la voce "ULIC" da tutti i documenti ufficiali cambiando i "Comitato Locale ULIC" in "Comitato Sezione Propaganda". All'inizio della stagione 1935-1936 i "Comitati di Sezione Propaganda" diventano "Direttori di Sezione Propaganda" perché il regime deve ricondurre ad una denominazione "forte" tutte le dirigenze di tutte le organizzazioni sportive nazionali. Alla fine della guerra molte delle società rimaste inattive rinacquero, ma molte si iscrissero ai campionati federali sfruttando l'incentivo a iscriversi in Prima Divisione anziché partire dalla Seconda Divisione. Molte altre, ex squadre federali, si affiliarono invece ai Direttori di Sezione Propaganda che tra il 1937 e il 1940 conobbero un notevole sviluppo. «La Sezione Propaganda è nata dall'ULIC, era un movimento libero, semplice, senza ostacoli, aveva bisogno di disciplinamento, di controllo e di dare valore ai vari comitati, aiuti ai dirigenti delle diverse società. Aveva bisogno di dare un valore morale e organizzativo all'attività base di questo movimento, la città, la grande città. Perché in quella epoca il movimento calcistico rurale non esisteva ancora, è arrivato con la crescita del movimento calcistico federale. Lo stravolgimento dei valori per questo importante dirigente federale era troppo evidente e il danno arrecato all'attività federale[6] notevole visto che... «Lo squilibrio è dato dal fatto che se nel movimento della S.P. noi immettiamo un nucleo di "ricchi" il punto di vista diventa totalmente differente. Ora noi abbiamo società di S.P. che fanno diecimila lire di incasso (in Provincia di Ferrara, in un incontro), mentre vi sono quelle che non trovano le cinque lire da pagare all'arbitro (per il rimborso delle spese trasferta).» E prosegue con «Ne è venuto così un grande incasso nelle gare della S.P.. Squadre che hanno incassi forti, giocatori stipendiati, mentre altri campi sono chiusi, inattivi. E queste creano situazioni immorali e tecnicamente insostenibili.» I problemi sono molti e dall'analisi fatta da Ottorino Barassi emerge il problema più importante: a condizionare e cambiare lo sport è la vita di tutti i giorni ma soprattutto le scelte politiche fatte dal Regime. Però di tutto questo Barassi non fa autocritica, perché fu lui uno dei propugnatori al cambiamento che nel 1934 ha obbligato la Federazione a togliere l'ex ULIC ai giovani per trasformare i campionati in qualcosa che oggi possiamo paragonare ad un "torneo aziendale" dove troppo spesso gli ex giocatori di Serie B e C trovarono subito un posto fisso offerto da un mecenate/presidente e un cospicuo premio per vincere il campionato di 2ª Categoria. Altra guerra, altri problemiMa questi campionati durarono poco. Ritornano i campionatiLa ripresa del dopo-guerra fu immediata. Anche i pochi Tornei Benefici, terminati ai primi di luglio 1945, videro la partecipazione di molte squadre della Sezione Propaganda rimaste attive durante entrambe le stagioni anche se i propri Direttori erano rimasti chiusi. Alla riapertura dei nuovi "Comitati di Sezione Propaganda", a cui era stata tolta l'iniziale parola "Direttori", tutte le società affiliate tornarono ad eleggere democraticamente i propri rappresentanti e nel 1946 il Rappresentante Regionale della Sezione Propaganda. Il clima euforico della fine della guerra sommato alla riorganizzazione dell'attività ufficiale fu il fattore determinante del boom delle iscrizione ai campionati regionali federali di Prima Divisione. Per molte società spinte da nuovi "ricchi" mecenati, che misero mano a portafogli pieni di banconote da mille troppo spesso frutto di illeciti guadagni in ambito borsa nera, si spalancò la nuova ribalta a cui presero parte moltissimi giocatori che preferirono i facili guadagni nei campionati regionali mentre altri giovanissimi prendevano il loro posto nei campionati Misti di Serie A-B della Lega Nazionale Alta Italia e Centro-Sud. Di fronte ai gravi problemi derivati dalla fine del conflitto (difficoltà di spostamento e campi sportivi danneggiati o da recuperare rimettendo a posto il terreno reduce da coltivazione) La FIGC per 4 stagioni accettò i vecchi campi della Sezione Propaganda e successivamente stabilì una percentuale di tolleranza del 4% sulle misure minime ammesse per l'omologazione (86,40x48 invece di 90x50). La riorganizzazione della Sezione Propaganda fu cosa più lenta, i loro campionati in passato erano sempre partiti con 2 mesi di ritardo ed in ogni caso le forze assorbite dalla FIGC furono tali che molti dei protagonisti degli anni ante guerra fecero disputare i campionati di 1ª e 2ª Categoria alle proprie squadre riserve. Quando a Ottorino Barassi eletto quale presidente nel 1946 si prospettarono le nuove cifre del bilancio di fine stagione 1945-46 una cosa saltò subito evidente: i problemi del passato non erano stati risolti ma soprattutto i giovani erano fuggiti verso i campionati federali lasciando nella S.P. i ragazzi troppo giovani e le "vecchie" glorie che passavano i 30 anni e che nulla a loro avrebbero concesso. Nasce la Lega GiovanileLa stagione 1946-1947 non subì grossi cambiamenti, le Leghe Regionali alla seconda cospicua valanga di iscrizioni proposero alle società la possibilità di optare per il campionato di Prima Divisione oppure di iscriversi al ripristinato campionato di Seconda Divisione organizzato su base regionale. Le società affiliate alla Sezione Propaganda già pregustavano l'assegnazione dei contributi FIGC e montavano le aspettative per un miglioramento del campionato sulla falsariga dei vecchi campionati uliciani quando, a sorpresa, il presidente Ottorino Barassi indisse un'Assemblea Nazionale per la costituzione della Lega Giovanile FIGC che si tenne a Perugia il 15 settembre 1947.
Alle squadre della ex Sezione Propaganda non furono date molte possibilità di scelta: o partecipare ai campionati provinciali giovanili oppure iscriversi ai campionati regionali partendo dalla Seconda Divisione. Nascono i Commissariati ProvincialiCon l'ingresso delle squadre della ex sezione Propaganda nei campionati federali la FIGC dovette nelle provincie più grosse sdoppiare i comitati istituendo i "Commissariati Provinciali" che avrebbero gestito soltanto i campionati di Seconda Divisione a livello provinciale mentre gli ex "Comitati di Sezione Propaganda" cambiavano nome diventando "Comitati Provinciali e Locali di Lega Giovanile" e avrebbero gestito "solo" i campionati Ragazzi e Juniores. Una volta definiti i commissariati che avevano sufficienti società iscritte ai campionati di Seconda Divisione, alle regioni in difficoltà a gestire la categoria, perché per motivi contingenti ancora gravate da problemi di trasporto oppure a causa della non uniforme distribuzione geografica delle società, si rese necessario lasciare alla Lega Regionale l'organizzazione di questi campionati fino al superamento dei problemi strutturali. Per alcune regioni questi problemi furono superati solo dopo il 1959 quando, con la nascita della Lega Nazionale Dilettanti, le società furono assegnate d'ufficio ai neocostituiti Comitati Provinciali e Locali della LND. Il passaggio delle squadre alla Seconda Divisione non creò molti traumi, anzi, la FIGC fu sempre disponibile sia alle richieste di rinuncia a disputare la Prima Divisione che all'assegnazione ad una diversa Lega Regionale confinante per tutte le motivate richieste di disputare questo campionato soprattutto se nella propria provincia questo non fosse stato organizzato. Questa situazione si verificò per le squadre cremonesi e le molisane che vennero iscritte ai Commissariati Provinciali viciniori o per le molisane aggregate ai campionati gestiti dalla Lega Regionale Campana. 1959: nasce la LND e il SGSCon la fine della gestione commissariale Zauli della FIGC e la nascita della Lega Nazionale Dilettanti ogni giocatore che intende tesserarsi per partecipare ai campionati regionali e provinciali deve firmare la dichiarazione quale giocatore "dilettante". I Comitati Regionali, con la trasformazione dei campionati di Seconda Divisione a Terza Categoria passarono definitivamente la competenza di questo campionato ai Comitati Provinciali e Locali FIGC che vennero costituiti se ancora operanti soltanto a livello della ex Lega Giovanile. Non era un unico ente a gestire la Terza Categoria e i campionati giovanili, ma due organismi distinti, con due presidenti, segretari e membri, sebbene molto spesso occupassero gli stessi locali e condividessero la stessa macchina per stampare i comunicati ciclostilati redatti settimanalmente in due edizioni distinte. Altro importante cambiamento introdotto con la Riforma Zauli fu la creazione della figura del giudice sportivo affidando al rappresentante dell'A.I.A., già presente dal 1928 in ogni ente Regionale e Provinciale, la funzione che in passato era stata sempre svolta collegialmente riunendo il lunedì o il martedì tutti i componenti che dirigevano i Direttori e le Leghe. Il Settore Giovanile Scolastico (SGS) nasce dalla trasformazione della ex Lega Giovanile. L'accordo con CSI e UISPA fine stagione 1959-1960 arriva l'accordo con C.S.I. e U.I.S.P. con il quale la FIGC si impegnò a organizzare e gestire i campionati che le loro società disputavano a livello ricreativo (perché questi enti erano in notevole difficoltà e non volevano ne potevano rifiutare loro il diritto a giocare) e che in ambito Federale furono equiparate alla Terza Categoria oppure svolti a fine stagione al di fuori dei normali campionati istituendo lo specifico "Settore Ricreativo". I campionati cresconoPer diversi anni, almeno fino alla stagione 1965-66, anche le società riserve delle squadre partecipanti ai campionati regionali furono inserite nei campionati di Terza Categoria senza "fare classifica" ovvero senza aver diritto alla promozione. La crescita negli anni tra il 1959 e il 1970 fu incredibile, quasi il 20% annuo, tanto da dover richiedere continue revisioni della composizione dei campionati di Seconda Categoria attraverso multiple promozioni e ammissioni sub-judice alla categoria superiore (dette anche "ripescaggi") all'inizio del campionato successivo. Di fronte alla crescita delle società e l'aumento delle aggressioni agli arbitri la FIGC per la Terza Categoria la LND non concesse più deroghe per campi di misure inferiori a quelle previste per l'omologazione, non cintati (avevano una cordicella o un palo all'altezza della cintola che impediva al pubblico di debordare sul campo), mancanti degli spogliatoi oppure staccati dal recinto di gioco e a partire dalla stagione 1969-70 non omologò più i nuovi campi di gioco mancanti della rete di recinzione alta m. 2,50 e degli spogliatoi inglobati nel recinto di gioco per entrambe le squadre e la (eventuale) terna arbitrale.[8] L'austerityDopo il boom economico nel 1973 arrivò una necessaria pausa di riflessione dettata soprattutto dalla necessità di ridurre il costo del petrolio. In ambito calcistico provinciale il problema non si limitò a dover andare alla partita in bicicletta. La crisi investì anche gli organi periferici quando la FIGC si accorse che erano ancora attivi troppi Comitati Locali che organizzavano solo 3 o 4 gironi tra Juniores e Allievi provinciali ed erano ancora staccati da quelli che organizzavano la Terza Categoria. Alcuni Comitati hanno continuato a stilare due comunicati distinti e l'unificazione effettiva è arrivata soltanto nel 2007 con l'eliminazione dei comunicati ufficiali regionali e provinciali del solo Settore Giovanile e l'istituzione dello Sportello Unico per la presentazione dei documenti ed i tesseramenti unificati sia per la LND che per il SGS riducendo notevolmente anche il numero dei collaboratori che prestavano gratuitamente la propria opera presso i Comitati. Aumentano le categorie giovaniliDurante la presidenza al Settore Giovanile Scolastico del dottor Franco Bettinelli tra il '75 e il '76 si cambiarono i limiti di età alle categorie giovanili abbassando a 8 anni l'età preagonistica ampliando le categorie giovanili:
mentre la Juniores, a causa dell'abbassamento del limite di età dovuto al passaggio della maturità dai 21 ai 18 anni, dal 1977 fu spostata di competenza togliendola al Settore Giovanile assegnandola alla Lega Nazionale Dilettanti quale campionato equiparato alla Terza Categoria. I Comitati diventano DelegazioniAll'inizio della stagione sportiva 2007-2008 i 104 "Comitati Provinciali" e i 21 "Comitati Locali"[9] della FIGC cambiano denominazione in "Delegazioni Provinciali e Distrettuali"[10] mantenendo le competenze sui campionati dilettantistici di Terza Categoria e del Settore Giovanile a livello provinciale delle categorie giovanili dai primi calci e pulcini agli allievi provinciali anche per il calcio femminile e calcio a 5 secondo i limiti di età preesistenti. Ad alcune Delegazioni Provinciali è anche demandata l'organizzazione e gestione dei campionati di Seconda Categoria in precedenza completamente gestiti a livello regionale dai Comitati Regionali. Le squadre vengono assegnate all'inizio della stagione alle Delegazioni dal Comitato Regionale e perciò, molto spesso per motivi geografici rilevanti al fine di ridurre i costi di organizzazione e assegnazione degli arbitri, alcune squadre vengono assegnate a Delegazioni confinanti diverse dalla propria provincia. Note
BibliografiaLibri:
Voci correlate |