Il movimento raggiunse il suo obiettivo primario quando l'Italia dichiarò guerra all'Impero austro-ungarico nel maggio 1915 e la maggior parte dei suoi membri si arruolò nell'esercito. Con l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale nel maggio 1915 i Fasci si sciolsero, quando gran parte dei suoi iscritti vennero richiamati sotto le armi.[5] Nel novembre 1915, tuttavia, essi furono ricostituiti, con l'obbiettivo di spingere il governo Salandra a dichiarare guerra anche alla Germania, non limitandosi ad una guerra locale contro l'Austria-Ungheria, ma inserendosi completamente nel conflitto europeo al fianco dell'Intesa.[6]
«Art. 1. – Sono costituiti in Italia i Fasci d'Azione Rivoluzionaria.
Art. 2. – I Fasci non costituiscono un partito. Sono liberi raggruppamenti di quei sovversivi di tutte le scuole e dottrine politiche che ritengono di trovare nell'attuale momento, e in quello che immediatamente a questo succederà, un campo propizio alla fecondazione delle idealità rivoluzionarie e non intendono però lasciare sfuggire la occasione di un movimento in comune.
Art. 3. – Più specialmente i Fasci si propongono di creare una situazione che trascini l'Italia a partecipare, senza ulteriore indugio, alla guerra contro gli imperi Centrali. Questa circostanza, realizzata, avrà un triplice risultato: a). La negazione per volontà di popolo di tutta la politica dinastica di Casa Savoia. b). abbreviare la guerra e colpire il militarismo nella sua più tipica espressione di organismo dominatore e sopraffattore dei popoli. c). La rivoluzione di problemi di nazionalità che una volta a posto sgombreranno il terreno della lotta fra le classi di un grande elemento di confusione tra i vari ceti sociali spianando la via a tutte le rivendicazioni politiche ed economiche.
Art. 4. – Questo programma dovrà essere realizzato attraverso la propaganda orale e scritta e quelle altre forme d'intesa che le circostanze dettano
Art. 5. – I Fasci vivranno con le volontarie quote che ogni aderente verserà a seconda delle proprie forze.
Art. 6. – Nella seconda quindicina di gennaio avrà luogo un convegno nazionale Fra i rappresentanti di tutti i Fasci d'Italia che accetteranno questo programma.
Art. 7. – Sino all'epoca del Convegno nazionale, il comitato del Fascio d'Azione Rivoluzionaria di Milano, via Sala 10, funzionerà da Comitato Centrale.
Art. 8. – Esso provvederà alla stampa di una tessera unica per tutti gli aderenti ai Fasci già costituiti e che si costituiranno in Italia. Questa tessera ha il valore di un elemento di riconoscimento per il libero intervento alle riunioni del Fascio locale e degli altri Fasci d'Italia
Art. 9. – La tessera costa una lira. I proventi sono destinati dal Comitato Centrale alla stampa di manifesti, volantini, numeri unici, contributo all'invito di oratori, ecc.»
Note
^Giuseppe Parlato, La sinistra fascista. Storia di un progetto mancato, Bologna, Il Mulino Ricerca, 2000.
^(EN) Zeev Sternhell, The Birth of Fascist Ideology, Francia, 1989, p. 303.
^Francesco Leoni, Storia dei partiti politici italiani, Napoli: Alfredo Guida Editore, 2001, p. 378.
^Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Giulio Einaudi Editore, 1965, p. 320.
«Quelli che non furono subito richiamati fecero di tutto per essere accettati come volontari e [...] accantonarono ogni opposizione al governo, sino a sciogliere, come ormai inutili, i loro Fasci»
^Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, Giulio Einaudi Editore, 1965, p. 327.