Flaminio Innocenzo MinozziFlaminio Innocenzo Minozzi, noto come Innocenzio o Innocenzo Minozzi (Bologna, 3 octobre 1735 – Bologna, 1817), è stato un pittore e progettista italiano di stile rococò. BiografiaFlaminio Innocenzo Minozzi nacque il 3 ottobre 1735 a Bologna.[1] Primogenito del pittore barocco paesista Bernardo Minozzi detto Bernardino, come il fratello Angelo (che a differenza sua resterà sempre un assistente[2][3]), iniziò imparando la pittura figurativa dal padre, e fu quindi allievo di Carlo Bibiena per diversi anni. Studiò inoltre i lavori dei suoi predecessori, in particolare Girolamo Curti, Agostino Mitelli e Angelo Michele Colonna. Secondo Luigi Crespi, mostrò presto un'attitudine all'architettura.[1] All'età di quindici anni vinse il primo premio di architettura all'Accademia Clementina e nei successivi sette anni Minozzi continuò a vincere i primi premi dell'accademia, nonché il premio Marsili e il premio Aldrovandi. Due dei disegni vincitori dei concorsi del 1755 e del 1756 sono oggi conservati all'Accademia di belle arti di Bologna[1][4], dove anni dopo sarà Principe.[5] I suoi saggi sull'ornamento apparvero nel 1783, nell'opera di Pio Panfili Frammenti di ornati per li giovani principianti nel Disegno, benché probabilmente li scrisse tra il 1765 e il 1775. Minozzi guadagnò rapidamente fama nel mondo del disegno architettonico, venendo paragonato a Mauro Tesi, Carlo Bianconi e al Bibiena. Nel corso degli anni, si discostò sempre più dal vivace stile rococò iniziale per avvicinarsi a un più composto stile neoclassico.[6] Innocenzo Minozzi morì a Bologna nel 1817.[4] OpereInnocenzo Minozzi si specializzò nella pittura decorativa, in particolare nell'ornamento delle volte. era famoso per la sua attenzione ai dettagli e la finezza dei suoi tratti. Poco si sa invece della sua produzione come artista figurativo.[6] Nel corso della sua carriera fu chiamato ad affrescare gli interni dei palazzi di importanti famiglie quali gli Spada, i Marsili, gli Aldrovandi, i Legnani e i Lambertini, e varie chiese, tra cui le chiese di san Biagio, di santa Maria della Mascarella e di San Giovanni Decollato e la chiesa soppressa San Giacomo dei Carbonesi. Suo anche il dipinto nella cappella dei dolori, a Santa Maria dei Servi.[1] Lavorò a cinque disegni architettonici della cattedrale di San Pietro, poi trasposti su rame da Lorenzo Capponi.[1] Nel Chiostro III del cimitero monumentale di Bologna realizzò i monumenti Cingari (1801 circa)[7] e Rivieri (1801)[8], mentre nella Sala della Pietà realizzò il monumento composito Baldi Comi (1815-1816) in collaborazione con Giacomo Savini e Giovanni Putti, su disegno di Angelo Venturoli, considerato uno dei capolavori della Certosa.[9] Sue opere si trovano in vari musei. Nella collezione del Metropolitan Museum of Art un bozzetto di una volta è attribuito a Innocenzo Minozzi.[10] Una bozza dello stesso disegno raffigurante il quarto di volta si trova alla Fondazione Giorgio-Cini. Questo disegno, che sembra troppo amatoriale per essere di sua mano, porta ancora impressa la data del 1783, che permette di localizzare il suo periodo di attività.[6] Alcuni suoi bozzetti sono conservati presso il Gabinetto delle Stampe e dei Disegni dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.[5]
Note
Bibliografia
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