Netzer crebbe nel Mönchengladbach, squadra della sua città natale, dove rimase dagli 8 fino ai 19 anni. Nel 1963 venne acquistato dal Borussia Mönchengladbach. Debuttò in Bundesliga nella stagione 1965-66; nello stesso anno fu convocato in Nazionale per la prima volta.
Sempre nel 1973 fu acquistato dal Real Madrid, desideroso di rispondere all'acquisto di Cruijff da parte dei rivali di sempre del Barcellona. Fu il primo calciatore tedesco a vestire la camiseta blanca[2], che indossò fino al 1976, vincendo il campionato spagnolo nel 1975 e nel 1976, oltre alla Coppa del Re nel 1974 e nel 1975. Nel 1976 fu acquistato dagli svizzeri del Grasshopper dove scelse di concludere la sua carriera nel 1977.
In nazionale, fu tra i protagonisti della vittoria all'europeo del 1972, manifestazione in cui giocò da titolare la maggior parte delle partite segnando un gol nella fase di qualificazione ed un altro su rigore nella partita di andata dei quarti di finale, giocata a Londra contro la rappresentativa inglese[3]. Netzer scese in campo da titolare anche nella semifinale contro i padroni di casa del Belgio e nella finale contro l'Unione Sovietica, battuta 3-0[4], contribuendo in maniera decisiva alla conquista del titolo. A coronamento delle sue ottime prestazioni nel torneo, Netzer raggiunse il secondo posto nella classifica del Pallone d'Oro del 1972, dietro al suo compagno di squadra e capitano in nazionale Beckenbauer[5].
Celebre il suo dualismo con Wolfgang Overath[6], talentuoso rifinitore del Colonia al quale un infortunio aveva impedito di partecipare alla fase finale dell'Europeo. La rivalità sportiva fra i due centrocampisti si ripropose però in occasione dei Mondiali del 1974
, durante i quali Netzer perse il posto da titolare in favore di Overath[3], riportando infatti una sola presenza nel corso di tutta la manifestazione subentrando proprio a Overath nel "derby" contro la DDR. Chiuse la carriera nella rappresentativa tedesca nel 1975, con un totale di 37 presenze e 6 reti[7].
Dopo il ritiro dal calcio giocato tornò in patria, divenendo dirigente sportivo dell'Amburgo. Sotto la sua gestione il club visse uno dei migliori momenti della sua storia, arrivando a conquistare nel 1983 la Coppa dei Campioni ai danni della Juventus[8].
Statistiche
Cronologia presenze e reti in nazionale
Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Germania
^ Carlo F. Chiesa, We are the champions - I 150 fuoriclasse che hanno fatto la storia del calcio, in Calcio 2000, supplemento al n.22, Milano, Action Group S.r.l., agosto 1999, p. 126.