Gino Priolo
Gino Priolo (Bari, 15 ottobre 1912 – Cielo della Sicilia orientale, 19 luglio 1943) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante la seconda guerra mondiale.
Biografia
Nacque a Bari il 15 ottobre 1912. Dopo aver conseguito la maturità presso il Liceo classico Rinaldini di Ancona, si arruolò nella Regia Aeronautica venendo ammesso a frequentare la Regia Accademia Aeronautica di Caserta il 12 ottobre 1932.[2] Nominato sottotenente pilota due anni dopo, fu destinato al 14º Stormo Bombardamento Terrestre, venendo promosso tenente nel 1936.[3] In quello stesso anno fu mandato in Libia, rimanendovi fino al 1938. l'anno successivo fu messo in aspettativa a causa della perdita della vista ad un occhio, dopo un incidente di volo.[2] Ripresi gli studi, conseguì la laurea in giurisprudenza presso l'università di Palermo nel giugno 1940, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia.[2]
Nel marzo del 1942, dietro sua domanda, fu richiamato in servizio attivo ed inviato presso la Scuola di pilotaggio di Aviano, e poi a frequentare il corso di specializzazione presso il 1º Nucleo di addestramento di assalto.[3] Promosso capitano fu assegnato al 5º Stormo d'assalto, comandato prima da Nobili e poi dall'asso Giuseppe Cenni, assumendo il comando della 208ª Squadriglia del 101º Gruppo Bombardamento a Tuffo, allora equipaggiata con i cacciabombardieri Reggiane Re.2002 Ariete.
Perse la vita in combattimento il 19 luglio 1943, durante un attacco contro unità navali nemiche. Ingaggiato combattimento contro un aereo avversario lo abbatteva, ma fu a sua volta colpito e il suo velivolo precipitò al suolo.[3] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Nel settembre 1967 viene intitolato a suo nome il ricostituito 8º Stormo sull'aeroporto di Cervia-Pisignano.
Onorificenze
« Ufficiale pilota già dispensato dal servizio aeronavigante per malattia contratta in servizio, che gli procurava la perdita di un occhio, allo scoppio dell’attuale conflitto chiedeva ed otteneva la riammissione al pilotaggio. Avuto il comando di una squadriglia tuffatori, formata del proprio reparto una agguerrita unità pronta ad ogni ardimento. In una importante azione di gruppo contro unità navali nemiche, assumeva volontariamente nella formazione una posizione atta a proteggere il proprio comandante ed i gregari. Effettuato lo sgancio si gettava con precisa cosciente manovra contro un aereo nemico che attaccava un tuffatore della formazione e lo abbatteva. Attaccato a sua volta da soverchianti forze, sosteneva con indomito coraggio l’impari ‘lotta, finché cadeva sopraffatto nel cielo della battaglia in un alone di gloria imperitura. — Cielo della Sicilia Orientale, 19 luglio 1943. [4]» — Regio Decreto 12 agosto 1943 [5]
Note
Annotazioni
Fonti
Bibliografia
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume 2, dal 1942 al 1959, Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 259.
- (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- Daniele Gatti, Un eroe sconosciuto. Il maggiore Pilota Pier Giuseppe Scarpetta, Roma, IBN Editore, 2017.
- I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
- Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
- Gen. Giuseppe Pesce, Giuseppe Cenni, pilota in guerra, Roma, Ufficio Storico Aeronautica militare, 2002. (PDF)
Collegamenti esterni
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