Gioachino Zopfi, alias Joachim Zopfi, è stato un importante imprenditore tessile della seconda metà dell'800 rappresentante di quella comunità protestante di industriali d'oltralpe che diedero grande impulso allo sviluppo dell'industria manifatturiera nell'Italia post-unitaria, in particolar modo in Lombardia.
Gioachino Zopfi era figlio di Samuele Zopfi (3.1.1790†28.2.1833)[1] e di Anna Maria Tschudi (2.4.1795†15.7.1856)[2].
Gioachino era fratello di Samuele che l'anno precedente aveva impiantato a Redona un grande mulino per la macinazione meccanica dei cereali e zio di Alfredo[3] che sarà il titolare della ditta Alfredo Zopfi & C. il cui premiato stabilimento meccanico con fonderia in Monza sarà acquisito nel 1901 dalla Società Anonima Meccanica Lombarda.
Gioachino Zopfi era sposato dall'11.5.1843 con Anna Maria Aebli (1.3.1824†17.1.1915) da cui ebbe due figli: Enrico (6.9.1849†9.12.1881) e Emilio (2.12.1855†1.10.1885) morti giovani entrambi di malattia.
Sono sepolti nella cappella di famiglia del cimitero evamgelico di Bergamo, insieme ai genitori.
Attività
Gioachino Zopfi nel 1868 si trasferì con la sua famiglia in Italia a Ranica, in provincia di Bergamo, dove impiantò un'importante industria per la filatura del cotone sulla riva del fiume Serio al posto di una preesistente vecchia filanda[4].
In pochi anni l'attività manifatturiera ebbe uno sviluppo notevole grazie anche al massiccio investimento di capitali richiesto dalla meccanizzazione del processo produttivo oltre che alla presenza sul territorio di risorse energetiche e di manodopera a buon mercato[5]. Testimonianza della rilevanza nella economia locale dell'industria tessile che Gioachino Zopfi insediò a Ranica, e tuttora in attività, è lo stemma del comune di Ranica riproducente una ruota dentata, simbolo della tessitura Zopfi.
La sorella Anna Zopfi era sposata con Pietro Tschudi, anch'esso originario di Schwanden, che con il fratello Alfredo Tschudi, pochi giorni prima della morte di Gioachino entreranno nella neo-costituita società in nome collettivo “Gioachino Zopfi”[6] con il quaranta per cento del capitale.
A loro succederà Enrico Tschudi[7].
Dopo la morte di Gioachino Zopfi, avvenuta il 26 maggio 1889[8][9], nella direzione dell'azienda subentrerà la moglie Anna Maria Aebli[10].
Successivamente l'azienda sarà acquisita dal gruppo Fincori nel 1990, ma fino ad allora è stata gestita e controllata dal ristretto gruppo di parenti tutti rigorosamente originari di Schwanden nel cantone svizzero di Glarona come testimoniato dalle relazioni di parentela della famiglia di Gioachino Zopfi.
^Samuele Zopfi era un commerciante di tabacco, la moglie Anna Maria Tschudi, figlia di Joachim Tschudi (1768-1806) e di Anna Catharina Wart (1772-1844), proveniva da un'importante famiglia svizzera di industriali del cotone. Fonte Gli svizzeri di Bergamo di Silvio Honegger.
^Alfredo Zopfi (27.11.1864†8.8.1924) era figlio di Samuele e di Elisabetta Menzi, seconda moglie del Samuele fratello di Gioachino. Fonte: Paolo Zopfi pronipote di Alfredo Zopfi
^Il Cotonificio Gioachino Zopfi aveva la sede amministrativa a Villa Morlacchi. La Ditta ospitava nei propri complessi anche alcuni servizi sociali, come l'ufficio postale, le scuole e i dormitori per i dipendenti provenienti da fuori. Fonte: Ranica Informa Gennaio 2008 numero 1 Asilo S. Antonio - 1907 – 2007 l'Asilo e il suo tempo di Piergiorgio Confalonieri
^Tessitura Gioachino Zopfi - Via G. Zopfi, lo stabilimento per la filatura del cotone fu fondato dallo svizzero G. Zopfi nel 1869 e cominciò a funzionare nel 1870. Fu ampliato nel 1878 con l'aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica.
Il reparto di tessitura fu eretto nel 1881 e ingrandito nel 1907 quando furono introdotti i telai meccanici. Nel 1900 l'intero stabilimento impiegava 800 operai. Nel 1980 le ragioni sociali divennero due: la G. Zopfi S.p.A. (tessitura) e la Filatura di Ranica S.p.A. (filatura).
(Tratto dalla "Storia di Bergamo e dei Bergamaschi" di B. Belotti) Fonte: I Segni dell'uomo - Percorsi di archeologia industriale [1]
^La società in nome collettivo “Gioachino Zopfi” si costituì il 18.5.1889 tra lo stesso Zopfì, Jost Luchsinger, Alfredo e Pietro Tschudi, con un capitale sociale di Lire 1.000.000. Fonte “Gli svizzeri di Bergamo” di Silvio Honegger Edizioni Junior, Bergamo 1997
^Alla morte di Enrico Zopfi nel 1885, Jost Luchsinger diventa direttore commerciale e procuratore e il pronipote quindicenne Enrico Tschudi entra nella ditta come apprendista. Enrico Tschudi, figlio di Samuele e Carolina Zùrcher, perde il padre quando ha solo undici anni. Frequenta per quattro anni un istituto situato nei dintorni di Bergamo e questo gli permette di diventare padrone della lingua italiana e di essere accolto nell'azienda di Ranica, nella quale svolge la sua attività per ben cinquant'anni. [2]
^La Gazette de Lausanne del 1º luglio 1889 dà notizia che il 14 giugno 1889 presso la Pretura di Bergamo è stato aperto il testamento di Gioacchino Zopfi, dove tra le altre disposizioni, destina 125.000 franchi svizzeri da suddividersi in parti uguali tra i comuni di Ranica, Bergamo, Schwanden e del Cantone glaronese.
^Dopo la scomparsa del coniuge Gioachino nel 1889 e quella prematura dei figli Enrico (+1881 sposato dal 17.10.1876 con Salome Aebli) ed Emilio (+1885) Anna Maria Aebli, da capitano d'industria ante litteram, si dice che si levasse di buonora per controllare di persona l'entrata degli operai perché staccassero la medaglia personale all'inizio dei turni e quindi gli assenti non facessero i furbi… – ha preso in mano la conduzione dell'azienda aiutata dai connazionali e parenti Jost Luchsinger (n.d.r marito di Anna Katharina Tschudi figlia di Johann Caspar fratello di Anna Maria, da anni procuratore della ditta e poi socio al trenta per cento), ed Enrico Tschudi. Ella però ha già legato il suo nome a precedenti attività benefiche come il contributo per un nuovo edificio scolastico, fino allora ospitato in un fabbricato della Ditta accanto alla chiesa, costruito su terreno donato dai fratelli Giangabriele e Giambattista Camozzi, inaugurato nel 1904, tuttora esistente benché destinato ad altri usi in Piazza Europa. Anche la fidanzata del figlio defunto Emilio, la signorina Agata Jenni di Glarona (Svizzera) poco dopo darà vita ad una fondazione per venire incontro alle necessità dell'infanzia e dei bambini di Ranica. Fonte: Ranica Informa Gennaio 2008 numero 1 Asilo S. Antonio - 1907 – 2007 l'Asilo e il suo tempo di Piergiorgio Confalonieri
Bibliografia
Silvio Honegger Gli svizzeri di Bergamo. Storia della comunità Svizzera di Bergamo dal Cinquecento all'inizio del Novecento edizioni Junior Bergamo - 1997
Raccolta "Paolo Gaffuri": Immagini di Bergamo tra Otto e Novecento Album nº 3: Bergamo fuori della cerchia delle mura venete 210. Stabilimento Zopfi in via Broseta a Bergamo
Comunità Cristiana Evangelica di Bergamo Archivio 1805-2002
Gazzetta provinciale di Bergamo del 28.5.1889 n. 125 e n. 126 del 29.5.1889 - necrologio