La sua fama rimase però legata agli studi e alle invenzioni in campo ottico: a tal proposito si ricorda in particolare il prisma a visione diretta, che porta il suo nome. In microscopia inventò l'obiettivo a immersione omogenea. Queste innovazioni tecniche permisero di correggere l'aberrazione cromatica che provocava attorno agli oggetti la diffusione dei colori dell'iride segnando una tappa fondamentale per la biologia dell'Ottocento: il miglioramento della microscopia ottica permise infatti l'affermazione della teoria cellulare. In seguito a questi studi, inoltre, lo stesso Amici rivolse il suo interesse anche ai campi della botanica, della istologia e della patologia vegetale.
Alcuni dei numerosi strumenti ottici costruiti da Amici - oltre 300 solo i microscopi[3] - sono oggi conservati presso musei e fondazioni scientifiche italiane e straniere; in modo particolare un ricco nucleo di microscopi e telescopi è oggi visibile nelle sale del Museo Galileo, che conserva anche parte della sua biblioteca privata[4], arrivata per volontà degli eredi a partire dagli anni cinquanta del Novecento e un piccolo fondo archivistico contenente parte del suo carteggio[5].
Anche il Museo civico di Modena possiede un microscopio a riflessione, esposto nella Sala degli Strumenti Scientifici[6]. Alcuni strumenti, fra cui due telescopi newtoniani, un microscopio e la camera lucida sono conservati presso il museo dell'Osservatorio Geofisico di Modena [7].
Il nucleo archivistico più consistente riconducibile ad Amici è invece oggi conservato presso la Biblioteca Estense di Modena[8].
Edizione nazionale
Nel 2006 è stata avviata la pubblicazione dell'edizione nazionale delle opere di Giovanni Battista Amici, il cui piano prevede la pubblicazione di sei volumi: uno dedicato alle opere edite, uno ai documenti inediti, tre alla corrispondenza ed uno al catalogo fotografico degli strumenti.[9]
^ Giovanni Battista Amici, Il Libro de' conti del laboratorio di Giovanni Battista Amici, in Atti della Fondazione Giorgio Ronchi, vol. 46, n. 1, 2001, pp. 55-114.
^Il Fondo Amici presso la biblioteca del Museo Galileo (PDF), su opac.museogalileo.it. Per un'analisi della biblioteca di Amici vedi Alberto Meschiari, La biblioteca di uno scienziato 'instrument maker': Giovanni Battista Amici (1786-1863), in Biblioteche filosofiche private in età moderna e contemporanea: atti del Convegno, Cagliari, 21-23 aprile 2009, Firenze, Le Lettere, 2010, pp. 213-224.
^ Alberto Meschiari, Le carte del Fondo Giovanni Battista Amici e della Raccolta Amici Grossi nella Biblioteca Estense di Modena, in Nuncius, vol. 16, n. 1, 2001, pp. 237-300.
^ Giovanni Battista Amici, Edizione nazionale delle opere e della corrispondenza di Giovanni Battista Amici, a cura di Alberto Meschiari, Napoli, Bibliopolis, poi Fondazione Giorgio Ronchi, 2006-.
Bibliografia
Gino Tarozzi (a cura di), La scienza degli strumenti: Giovanni Battista Amici ottico, astronomo e naturalista, Modena, Accademia Nazionale di scienze lettere e arti, 1989.
Pericle di Pietro, Bibliografia degli scritti di Giovanni Battista Amici, in Atti e memorie dell'Accademia nazionale di scienze, lettere e arti di Modena, vol. 10, 1992/93, pp. 95-116.
Alberto meschiari (ed.), Registro dei visitatori dello studio di Giovanni Battista Amici dal giugno 1818 al gennaio 1884 e taccuini, in Atti della Fondazione Giorgio Ronchi, vol. 56, n. 3, 2001, pp. 445-486.
Alberto Meschiari, The microscopes of Giovanni Battista Amici, Firenze, Tassinari, 2003, ISBN88-88649-09-3.
Giovanni Battista Amici, Il Libro de' conti del laboratorio di Giovanni Battista Amici e altri documenti inediti, Firenze, Tassinari, 2003, ISBN88-87057-15-X.