Per ottenere aiuti contro l'espansione ottomana si avvicinò al papato e manifestò il suo consenso all'unione della Chiesa ortodossa con la Chiesa cattolica. Nel 1438 e 1439 partecipò al Concilio di Ferrara e Firenze convocato da Papa Eugenio IV. In questa missione venne accompagnato da un seguito di 700 persone, di cui facevano parte i più illustri ecclesiastici e studiosi del tempo nell'impero, tra i quali:
Al concilio di Ferrara era presente anche Pisanello, artista italiano.[2]
Quando l'imperatore entrò a Firenze, la popolazione restò strabiliata, affascinata dal suo modo di vestire. Giovanni condizionò la moda fiorentina per oltre un secolo, pur non essendo amato dalla popolazione, che lo considerava una persona cattiva e sarcastica, semplicemente perché era un bizantino.
L'unione delle due chiese venne proclamata alla conclusione del concilio, ma tra il clero cattolico e quello ortodosso permase l'atavica diffidenza reciproca. Da un punto di vista militare, l'unione ebbe invece conseguenze apprezzabili. In aiuto di Costantinopoli furono inviate truppe occidentali al comando del re di Polonia e UngheriaLadislao III Jagellone. Queste però, dopo alcuni successi iniziali, vennero sconfitte nella battaglia di Varna nel 1444 e Giovanni VIII fu costretto a sottomettersi ulteriormente al potere ottomano.
In politica interna Giovanni cercò con ogni mezzo di riorganizzare l'impero e di ridargli prestigio: utilizzò l'oro del palazzo reale per armare un esercito che poi spedì in Morea, istituì imposte doganali e cercò di migliorare le difese dell'Impero costruendo una flotta di 48 galee e promuovendo leve militari per la difesa, licenziando gli infidi mercenari e ci riuscì, ma ormai era troppo tardi. Privo di eredi, alla sua morte gli succedette il fratello Costantino XI Paleologo (1449-1453), che sarà l'ultimo imperatore bizantino, anche se Giovanni fu l'ultimo imperatore ufficiale, in quanto incoronato dal patriarca di Costantinopoli.
Medaglia commemorativa incisa da Pisanello, rappresentante Giovanni VIII, che ebbe modo di avere questa medaglia, in occasione del concilio tenutesi Ferrara.
^Approvò la riconciliazione della Chiesa ortodossa greca con la Chiesa di Roma, unione però che di fatto non si realizzò.
^La presenza in città della corte bizantina, caratterizzata dagli inusuali costumi ricchi di decorazioni inedite agli occhi degli europei di occidente, e anche a quelli di Pisanello, stimolò in quest'ultimo la sua fantasia, che nelle opere successive entrò nella piena maturità, consolidando la sua pittura fortemente influenzata dallo stile orientale, quindi possiamo dire che il passaggio di Giovanni VIII per Ferrara condizionò Pisanello nelle sue opere a trattarle un po' al modo dell'arte bizantina.[senza fonte] Risale a questi anni anche l'inizio della serie di medaglie eseguite da Pisanello, la prima è riferibile a quella raffigurante proprio l'imperatore Giovanni VIII.
Bibliografia
Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino, Milano, Einaudi, 1968, ISBN88-06-17362-6.
Gerhard Herm, I bizantini, Milano, Garzanti, 1985.
John Julius Norwich, Bisanzio, Milano, Mondadori, 2000, ISBN88-04-48185-4.
Silvia Ronchey, Lo stato bizantino, Torino, Einaudi, 2002, ISBN88-06-16255-1.