Glomerulopatia da C3
La Glomerulopatia da C3 rappresenta una famiglia di alterazioni glomerulari secondarie dovute all'aberrante attivazione della via alterna del complemento[1]. La glomerulopatia da C3 due sottotipi: la DDD (deposit dense disease) e la C3GN (glomerulonefrite da C3)[1]. La forma DDD è presente nel 33% dei pazienti, mentre la C3GN si riscontra nel 66% dei casi[1]. Epidemiologia e storiaIl mondo della classificazione istologica sta subendo un mutamento radicale con il progredire delle conoscenze, passando da un tipo di classificazione descrittiva pura e basata sull’aspetto alla microscopia ottica, ad una classificazione che risulta ad oggi più votata alle alterazioni biochimiche costituenti. Al giorno d'oggi la diffusione di questa patologia appare limitata, rappresentando circa l'1% dei reperti istologici, sebbene questa condizione sembrerebbe essere sottodiagnosticata.
EziologiaIl sistema del complemento riveste un ruolo fondamentale nella difesa contro i microorganismi e nella clearance dei residui cellulari secondari al processo di apoptosi. Esso comprende più di 30 proteine, fra fattori circolanti o residenti sulla superficie cellulare. Si articola in: sistemi di attivazione, cascata enzimatica e via finale comune. I sistemi di attivazione sono rappresentati da:
PatogenesiLe condizioni che possono determinare una alterazione nella regolazione della via alterna del complemento possono essere di tipo congenito o relative a fattori autoimmuni[4]. Fattori congeniti[4]
Fattori autoimmuni[4]
Anatomia patologicaMicroscopia OtticaIl quadro istologico alla microscopia ottica risulta essere caratterizzato da una forma membranoproliferativa o mesangio-membranoproliferativa, che in relazione al grado di attività della patologia e di infiammazione, può associarsi alla presenza di “crescents”. I depositi che ispessiscono la membrana basale glomerulare, tubulare e la capsula del Bowman si colorano bene alla colorazione PAS e all’argentica. ImmunofluorescenzaL’immunofluorescenza, che guida la diagnosi, si caratterizza classicamente per la deposizione irregolare di C3 lungo le pareti capillari e il mesangio con pattern granulare, in assenza di altre frazioni del complemento (C1q e/o C3) e/o Immunoglobuline. Nelle forme secondarie invece, si può evidenziare la deposizione di piccole quantità di immunoglobuline; in questi casi la positività per C3 deve essere almeno di due ordini di grandezza maggiore rispetto a quella di qualunque altro reagente. Microscopia ElettronicaLa microscopia elettronica permette di differenziare queste patologie, evidenziando depositi a livello del mesangio, della membrana basale glomerulare, della capsula del bowman e della membrana basale tubulare. In relazione alle caratteristiche morfologiche dei depositi distinguiamo:
Attualmente la causa determinante questi diversi pattern di deposizione non è chiara e la classificazione resta un reperto puramente ultrastrutturale, non correlando con caratteristiche cliniche tipiche. D'altronde si è evidenziato come pazienti affetti da DDD, hanno una prevalenza maggiore di consumo del C3 sierico e di positività per C3 nephritic factor. ClinicaIl quadro clinico è caratterizzato da sindrome nefritica (ipertensione, ematuria, danno renale acuto) con proteinuria che talvolta può essere in range nefrosico (fino a un terzo dei pazienti), consumo del fattore solubile del complemento C3. L’età di insorgenza è assai variabile, spaziando dai 7 ai 70 anni di età; colpisce entrambi i sessi. Diagnosi differenzialeAltre forme di sindrome nefritica con proliferazione mesangiale:
In alcuni casi l’utilizzo dell’anticorpo anti C4d può esser dirimente per identificare le glomerulonefriti associate a deposito di immunoglobuline. In altri casi, (es. pazienti affetti da MGUS) potremo avere una deposizione di immunoglobuline, che risultano però mascherate all’immunoflorescenza dal C3. Per poter evidenziare questi depositi monoclonali, si dovrebbe ricorrere alla tecnica dell’antigene retrieval su campione paraffinato. TrattamentoLa terapia attualmente disponibile, si basa sull’entità del danno:
Ad oggi l’utilizzo di eculizumab (Ab anti C5) è riservato a trials clinici, dove, in alcuni casi si è riscontrato un miglioramento clinico e la riduzione dell’infiltrato infiammatorio alle biopsie protocollari e, non compare nelle linee guida di trattamento. Lo sviluppo di inibitori dell’attivazione del C3 potrebbe portare ad una terapia target altamente specifica. Fra questi inibitori, iptacopan è una molecola attualmente in studio clinico di fase 3° per il trattamento della glomerulopatia da C3[5]. Lo studio clinico si chiama APPEAR-C3G[5]. Iptacopan è un farmaco orale che deve essere somministrato due volte al giorno.[5] PrognosiLa prognosi è variabile da una risposta completa alla terapia immunosoppressiva (25% dei casi) all’evoluzione a Malattia renale stadio terminale (25%). La progressione del danno è comune, conducendo allo stadio finale in circa 10 anni. La ricorrenza in corso di trapianto renale è pressoché completa, con un tasso di perdita d’organo che raggiunte il 50%. Note
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