Grammatica spagnolaIl seguente articolo illustra le linee guida della grammatica spagnola[1]. I verbi spagnoli sono approfonditi in un articolo a parte. L'appendice contiene i verbi più diffusi in lingua spagnola suddivisi per coniugazioni, i convenevoli e alcuni vocaboli base in spagnolo suddivisi per area semantica e comprensivi di articolo, genere e numero. Articoli e genereL'articolo determinativo e indeterminativoIn spagnolo, l'articolo è dotato di genere (maschile e femminile) e numero (singolare e plurale). L'articolo determinativo, come nelle lingue romanze e nell'arabo ed ebraico, serve a indicare un nome determinato e già noto, mentre quello indeterminativo gli dà un contorno di vaghezza. In più, quest'ultimo non si usa solo al singolare, ma anche al plurale per dire "alcuni, certi...", fermo restando che comunque esiste un vocabolo preciso per dire "alcuno, alcuni". Quest'uso al plurale è presente anche in portoghese. In più, si usa al plurale anche davanti a cifre per indicare l'approssimazione come in italiano estremamente colloquiale, fermo restando che esistono espressioni per tradurre "circa, più o meno, grossomodo...", e.g. "Costa un cinquanta euro" > Cuesta unos cincuenta euros, "Questa casa ha un cinquanta stanze" > Esta casa tiene unos cincuenta habitaciones.
I generi in spagnolo, nomi invariabili in genere e numero e formazione del plurale (nomi, aggettivi); passaggio dal maschile al femminileIl genere e numero sono indicati con delle modifiche morfologiche alla radice delle parole, come in italiano. Le eccezioni sono i nomi che cambiano completamente la radice nel passaggio di genere come in italiano, e.g. il padre > la madre VS il professore > la professoressa. Il genere e il numero riguarda non solo i nomi, ma anche gli articoli e gli aggettivi: tutte queste componenti grammaticali devono avere l'accordo in genere e numero tra loro. L'accordo in numero riguarda anche i verbi e, in particolare, alla terza persona si distingue tra maschile e femminile. In sintesi, lo spagnolo funziona come l'italiano e le altre lingue neo-romanze.
I gradi dell'aggettivo (comparativi e superlativi)
bueno > mejor(es) (migliore) malo > peor(es) (peggiore) grande > mayor (maggiore) pequeño > menor (minore) viejo > mayor (maggiore/più anziano)
I pronomiPronomi e aggettivi dimostrativi (deissi distale e prossimale +versioni enfatiche e neutre); uso di "lo/la > l@s"In spagnolo, come in portoghese, italiano, sardo, coreano e giapponese, ci sono tre deittici: uno prossimale che indica la vicinanza a sé/di chi parla, uno che indica la vicinanza a chi ascolta e uno che indica la lontananza (deissi distale). Equivalgono dunque a "questo, codesto, quello" e subiscono variazioni in base al genere e numero di ciò a cui si riferiscono.
I pronomi dimostrativi sono identici agli aggettivi dimostrativi, avviene infatti solo un piccolo cambiamento ortografico: la "e" iniziale o in seconda sillaba prende l'accento. Pertanto, essi sono éste/ésta, ést@s, ése/éses, ésa/ésas, aquél/aquélla, aquéll@s. In pronuncia, non cambia nulla. Per dare enfasi, "questo X qui", "codesto X costì" e "quel X là" sono "este X aquí, ese X ahí, aquel X allá". L'aggettivo dimostrativo è poi variabile da caso a caso, ma il rafforzativo dopo l'oggetto è invariabile. Le tre versioni neutre e invariabili "esto, eso, aquello" si trovano in espressioni fisse (e.g. "Por eso...", per questo...) e si sentono sporadicamente per riferirsi a concetti generici. Il caso esemplare è proprio quello delle esclamazioni, e.g. "<Questo> è meraviglioso!" > ¡Esto es maravilloso! "Quello è orribile!" > ¡Eso es horrible!, come l'inglese "This is wonderful! That's awful"). Il secondo e ultimo caso esemplare è quello in cui una frase parte per dislocazione con un pronome dimostrativo dal sapore enfatico per poi specificare il suo contenuto (a meno che si dice la frase per concludere un discorso: in questo caso si può pure usare), e.g. "Questo è quello che voglio fare: migliorare le condizioni del mio Paese" > Esto es lo que quiero hacer: mejorar las condiciones de mi País; "Aumentare il salario minimo, garantire l'assistenza sanitaria ai più deboli, valorizzare il territorio. Questo è il mio programma." > Aumentar el salario mínimo, garantizar la asistencia sanitaria a los más débiles, potenciar el territorio. Este/Esto es mi programa. L'uso di questi pronomi è analogo a "lo", che si può pensare come "ciò/quello" generico che si capisce in base al contesto e che si ritrova in strutture fisse, come "Ciò che..." (e.g. Ciò che voglio è vincere le elezioni. Vota per me: conosco ciò che è bene e ciò che è male > Lo que quiero es ganar las elecciones. Vota por mí: yo sé lo que está bien y lo que está mal). Nella seconda casistica, traduce "lo" come in italiano quando si riferisce a un oggetto, e.g. "Quando Vanessa trovò il telefono, lo prese, lo portò in camera da letto e lo attaccò alla presa della corrente" > Cuando Vanessa encontró el teléfono, lo tomó, lo llevó al dormitorio y lo enchufó a la toma de corriente. "L'ho fatto" > (Yo) lo he hecho. Semplicemente, "la" è il femminile e il plurale è "l@s". Pronomi personali soggetto e oggetto (diretto e indiretto); pronomi e aggettivi possessivi; come dare del LeiI pronomi personali soggetto e il loro corrispettivo come oggetto diretto, il pronome e aggettivo possessivo (con parola-fantoccio esempio "hermano/a", fratello/sorella +plurale) sono:
La terza persona singolare e tutti i plurali sono dotati di genere (e.g. nosotros VS nosotras): se tutti i soggetti sono donne, si usa il femminile. Se c'è anche solo un maschio, si usa il maschile. I pronomi personali soggetto si possono omettere, a meno che una persona vi da enfasi o li usa come ridondanza per un qualunque motivo. Siccome ogni verbo ha morfologia per ogni persona, il pronome personale soggetto di base è superfluo, come in italiano e portoghese. Siccome la lingua permette di omettere questo elemento (contrariamente al cinese, coreano, giapponese e inglese), si dice che è pro-drop. Il pronome personale oggetto diretto si usa prima del verbo (principale o ausiliare che sia), come nell'italiano corrente (e.g. "io ti avviso, vi avviso, lui mi avvisa, loro ci avvisano, noi li avvisiamo, noi li abbiamo avvisati, noi li avevamo avvisati, che noi li avessimo avvisati, noi li avremmo avvistai, noi li avremo avvisati,..."). Se è oggetto indiretto (e.g. "Dammi il libro"), si mette subito dopo il verbo, senza separazioni o trattini di alcun genere, come in italiano (il trattino è usato solo in tabella per indicare che è incollato al verbo). L'aggettivo possessivo, come in francese e inglese, non ha articolo determinativo davanti siccome già lui da solo rende l'oggetto ben specifico. L'uso del singolare e del plurale deriva dal numero dell'oggetto posseduto, come in italiano (d'altronde nei nomi comuni, eccetto in nomi non contabili come "latte", si marca il numero a differenza di lingue come il cinese, giapponese e coreano e c'è dunque l'accordo pure con i possessivi), e.g. mio fratello/il fratello di me > i miei fratelli/i fratelli di me; mia sorella/la sorella di me > le mie sorelle/la sorella di me. Quindi il plurale rimarca l'accordo in base al nome (è l'elemento che davvero conta) e non al possessore, e.g. "il nostro libro > i nostri libri": "nostro" indica una pluralità di persone... ma è un aggettivo singolare come numero, mentre "nostri" indica la pluralità e in più è al plurale. Funziona dunque come l'italiano, tuttavia della confusione sorge in questi casi quando si approccia l'argomento per la primissima volta o perché le regole in italiano sono interiorizzate e usate in modo automatico. Questi topic, insieme allo studio delle lingue straniere, permettono dunque una riflessione anche sulla propria lingua. Quanto al pronome, il genere e numero deriva sempre dal nome in questione, che ancora una volta è l'elemento che davvero conta, e.g. "il mio libro, la mia sedia > il mio, la mia" (se il possessore è maschio, è e resta maschio pure se possiede il libro e la sedia), "i miei libri, le mie sedie > i miei, le mie" (il possessore è sempre uno ed è sempre maschio: genere e numero servono a capire a che oggetti ci si riferisce e che ora sono dati per scontati). In estrema sintesi, funzionano come l'italiano. Una piccola difficoltà si ritrova alla terza persona in spagnolo, che non ha distinzioni, ma l'aggiunta di "de ellos/de ellas" distingue bene il possessore singolare da quello plurale. In spagnolo si dà del Lei +3° persona singolare come in italiano quando si vuole mostrare cortesia. L'equivalente del Lei è "Usted". In più esiste anche la versione plurale di questo pronome, che si può pensare come un "Loro" cortese +3° persona plurale. Il plurale, che funziona come un plurale qualunque, è "Ustedes". Le abbreviazioni sono rispettivamente "Ud." e "Uds.". Dunque, "tú; vosotros/as" sono di base informali, tuttavia "tú" si usa anche per rivolgersi alle divinità, con cui dunque si cerca un rapporto molto intimo. Per dire "colui/colei che... > coloro che..." si usa "el/la que... > l@s que" (niente accenti). Per dire "ciò che..." si usa "lo que...", invariabile. Questo "lo" viene solitamente indicato come un articolo neutro. Il secondo uso è stato illustrato mentre si trattavano i gradi dell'aggettivo. Due pronomi di fila seguono lo stesso ordine dell'italiano (e.g. "La mamma mi legge le fiabe [los cuentos de hadas, "i racconti di fate"], me le legge ogni sera" > me los lee cada noche), idem quando si usa un pronome e un verbo negativo (e.g. non lo tocchi! ¡No lo toques! Non le dia quella bottiglia! ¡No le des esa botella!). Infine, i pronomi personali seguiti da "con" mostrano tre irregolarità che si imparano a memoria: conmigo (con me), contigo (con te), consigo (con lui/lei/Lei/loro). Gli ultimi due sono regolari: con nosotr@s, con vosotr@s. Quelli alla terza persona ancora una volta sono ambigui, ma con la dicitura per esteso o con l'uso del contesto si possono sbrogliare: "con él, con ella > con ell@s; con Usted > con Ustedes". Simili diciture per esteso o il contesto sbrogliano simili ambiguità nei pronomi e aggettivi possessivi e nei pronomi personali usati come oggetto indiretto. In italiano non c'è ambiguità in svariati di questi casi (e.g. con lui, con lei, con loro, dagli, dalle, il suo, la sua). Solo al plurale non si specifica il genere (con loro= con essi? Con esse? A loro= a essi? A esse? Dagli= a lui? A loro? Se si sostituisce con il più formale, letterario e raro "Dai loro X", è a essi? A esse?). Siccome a volte si deve disambiguare il genere, in spagnolo frasi come "A lei le piace il cioccolato" non hanno strutture pleonastiche o modi di dire colloquiali e infantili, ma possono essere corrette e necessarie (e.g. "Le gusta el chocolate" > a él? A ella? >> "A él/ella le gusta el chocolate"; "Les gustan los caramelos de limón y jengibre" > "A ell@s les gustan los caramelos de limón y jengibre"). Simili strutture si possono usare anche nelle altre persone e vengono considerate corrette se si usano per dare enfasi. Per il resto, il loro uso è identico all'italiano, tranne quando "io, tu" si usano con preposizioni e con "eccetto/escluso" (incluso, excepto): in spagnolo restano tali (pronomi soggetto), mentre in italiano si sostituiscono con quelli oggetto (ma in una parlata molto colloquiale possono a volte restare soggetto), e.g. tra me e te VS tra io e tu [colloquiale; versione spagnola a priori]. Pronomi relativi"Che" in spagnolo si traduce come "que" ed è invariabile come in italiano (e.g. Il professore che insegna spagnolo), ma se si usa la dicitura per esteso "il quale, i quali > la quale, le quali" sono presenti genere e numero. La traduzione è "el cual, la cual > l@s cuales" e si usa se si vuole introdurre una proposizione subordinata separata da virgola (e.g. Bach è l'autore dell'"Arte della Fuga", che/la quale è la mia opera musicale preferita). La terza e ultima casistica è l'utilizzo del pronome relativo in una frase incidentale, e.g. "L'autore del libro, che è un esperto di spagnolo e portoghese, oggi è in pensione": i due sono quien (persone) e que (cose e animali), invariabili. Pronomi e aggettivi indefinitiIndicano un'entità indefinita o quantità indefinita e i principali sono:
I numeri ordinali e cardinaliNumeri cardinali da 0 a 100I numeri da 0 a 20 inclusi e le decine si imparano a memoria. Dal 21 in poi, i numeri hanno una precisa disposizione: dal 31 incluso in poi, l'unità è separata dalla congiunzione coordinante "y". Se il numero che ha unità 1 (e.g. 21, 31, 41...) è usato in isolamento, finisce con "...y uno". Se è usato prima di un oggetto, è presente l'accordo in genere (...y un, ...y una), e.g. 31 televisori e 31 sedie > treinta y un televisores y treinta y una sillas. I numeri da 0 a 100 inclusi sono: 0. cero
Numeri cardinali: centinaiaI numeri dal 200 al 900 si possono esprimere anche al femminile (doscientos/doscientas, quinientos/quinientas, etc.). Le centinaia, con qualche esempio base di decine e unità attaccate, sono le seguenti, seguono un pattern e vi viene aggiunto il numero mille: 200. doscientos 250. doscientos cincuenta 251. doscientos cincuenta y uno (+accordo in genere se non in isolamento) 255. doscientos cincuenta y cinco 300. trescientos 400. cuatrocientos 500. quinientos 600. seiscientos 700. setecientos 800. ochocientos 900. novecientos 1000. mil Le migliaia, decine di migliaia e centinaia di migliaiaAnche le migliaia e decine di migliaia seguono un pattern. Esse, incluso il numero 1.000.000, sono le seguenti: 2000. dos mil 3000. tres mil 4000. cuatro mil 5000. cinco mil 6000. seis mil 7000. siete mil 8000. ocho mil 9000. nueve mil 10.000. diez mil 20.000. veinte mil 30.000. treinta mil 40.000. cuarenta mil 50.000. cincuenta mil 60.000. sesenta mil 70.000. setenta mil 80.000. ochenta mil 90.000. noventa mil 100.000. cien mil 200.000. doscientos mil 300.000. trescientos mil 400.000. cuatrocientos mil 500.000. quinientos mil 600.000. seiscientos mil 700.000. setecientos mil 800.000. ochocientos mil 900.000. novecientos mil 1.000.000. un millón I milioniAnche nei milioni è presente un semplice pattern. Il numero "un miliardo (e qualcosa)" non si traduce letteralmente, ma si rende come "mille milioni". 2.000.000. dos millones 3.000.000. tres millones 4.000.000. cuatro millones 5.000.000. cinco millones 6.000.000. seis millones 7.000.000. siete millones 8.000.000. ocho millones 9.000.000. nueve millones 10.000.000. diez millones 20.000.000. veinte millones 30.000.000. treinta millones 40.000.000. cuarenta millones 50.000.000. cincuenta millones 60.000.000. sesenta millones 70.000.000. setenta millones 80.000.000. ochenta millones 90.000.000. noventa millones 100.000.000. cien millones 200.000.000. doscientos millones 300.000.000. trescientos millones 400.000.000. cuatrocientos millones 500.000.000. quinientos millones 600.000.000. seiscientos millones 700.000.000. setecientos millones 800.000.000. ochocientos millones 900.000.000. novecientos millones 1.000.000.000 mil milliones/un billón I miliardi e esempio con i trilioniI miliardi seguono due pattern: nel primo, si traducono come in inglese e italiano, tale per cui si usa la parola "miliardo" (che in realtà ricalca l'inglese "billion", bilione). In base a un'altra possibilità, "N miliardi" si rende con l'inciso fisso "N mil milliones", tale per cui per esempio "cinque miliardi" diventa "cinquemila milioni". In sintesi, i miliardi si riconvertono per esteso in migliaia di milioni. Il pattern usato sotto è quello che usa la parola "billiones" siccome è il più rapido: 2.000.000.000. dos billones 3.000.000.000. tres billones 4.000.000.000. cuatro billones 5.000.000.000. cinco billones 6.000.000.000. seis billones 7.000.000.000. siete billones 8.000.000.000. ocho billones 9.000.000.000. nueve billones 10.000.000.000. diez billones 20.000.000.000. veinte billones 100.000.000.000. cien billones 200.000.000.000. doscientos billones 1.000.000.000.000. un trillón 2.000.000.000.000. dos trillones 10.000.000.000.000. diez trillones 20.000.000.000.000. veinte trillones 100.000.000.000.000. cien trillones 200.000.000.000.000. doscientos trillones Numeri ordinaliI numeri ordinali sono dotati di accordo di genere, come in italiano (e.g. il secondo libro, la seconda sedia). "Primo/a" è anche dotato di numero, sempre come in italiano (e.g. i primi studenti che..., le prime studentesse che..., i primi, le prime). Man mano che i numeri ordinali crescono (solitamente dal 15 incluso in poi), si cessa di usare l'ordinale e si usa il cardinale, contrariamente all'italiano (e.g. "Il quindicesimo congresso" > il congresso quindici). Le uniche due lievi irregolarità sono in "primo, terzo": se aggettivi maschili, subiscono la caduta di -o (e.g. "El primer estudiante, el tercer estudiante"). Quest'ultima si conserva se sono usato come pronome ("El primero, el tercero"). 1. primer, -er@ (> -er@s) Miscellanee
sono le sei del mattino, è l'una del pomeriggio, sono le due/tre/quattro/cinque/sei del pomeriggio, sono le sette di sera, è l'una di notte/mattina, sono le due di notte/mattina, sono le tre di notte/mattina: son las seis de la mañana, es la una de la tarde, son las dos/tres/cuatro/cinco/seis de la tarde, son las siete de la tarde, es la una de la mañana, son las dos de la mañana, son las tres de la mañana; sono le quattro/cinque/sei/sette/otto/nove/dieci del mattino, sono le undici di mattina: son las cuatro/cinco/seis/siete/ocho/nueve/diez de la mañana, son las once de la mañana; è mezzogiorno, è l'una in punto/spaccata, è l'una e un quarto, è l'una e mezza, manca un quarto alle due, è l'una e un minuto, è l'una e cinque minuti, è l'una meno cinque minuti: es medio día, es la una en punto, Es la una y cuarto, es una y treinta, son las dos menos cuarto, es la una y un minuto, es la una y cinco (minutos), faltan cinco minutos para la una.
un terzo, due terzi, un quarto, due quarti, un quinto, due quinti, un sesto, due sesti, un settimo, due settimi, un ottavo, due ottavi, un nono, due noni, un decimo, due decimi: un tercio, dos tercios, un cuarto, dos cuartos, un quinto, dos quintos, un sexto, dos sextos, un séptimo, dos séptimos, un octavo, dos octavos, un noveno, dos novenos, un décimo, dos décimos; un undicesimo, un dodicesimo, due dodicesimi, un tredicesimo, due tredicesimi, un quattordicesimo, un quindicesimo, un sedicesimo, un diciassettesimo, un diciottesimo, un diciannovesimo, un ventesimo: uno undécimo, uno duodécimo, dos doceavos, uno decimotercero, dos decimoterceros, uno decimocuarto, uno decimoquinto, uno decimosexto, uno diecisiete, uno dieciocho, uno diecinueve, uno vigésimo; un ventunesimo, un ventiduesimo, un ventitreesimo, un trentesimo, un quarantesimo, un cinquantesimo, un sessantesimo, un settantesimo, un ottantesimo, un novantesimo: un vigésimo primero, un vigésimo segundo, un vigésimo tercero, un trigésimo, un cuadragésimo, un quincuagésimo, un sexagésimo, un setenta, un ochenta, un nonagésimo; un centesimo, due centesimi, un millesimo, due millesimi, un milionesimo, due milionesimi, un miliardesimo, due miliardesimi: un centavo, dos centavos, una milésima, dos milésimas, una millonésima, dos millonésimas, una mil millonésima, dos mil millonésimas; un decimo della torta, un decimo del capitale sociale, un decimo degli studenti, un decimo delle studentesse, due decimi della torta: una décima parte del pastel, una décima parte del capital social, una décima parte de los estudiantes, una décima parte de las estudiantes, dos décimas de la torta.
tre più tre è uguale a sei: tres más tres es igual a seis tre meno tre è uguale a zero: tres menos tres es igual a cero tre meno quattro è uguale a meno uno: tres menos cuatro es igual a menos uno: tre per tre è uguale a nove: tres por tres es igual a nueve sei diviso tre è uguale a due: seis dividido por tres es igual a dos sette diviso tre è uguale a due con il resto pari a uno: siete dividido por tres es igual a dos con el resto igual a uno tre alla seconda è uguale a nove: tres (elevado) al segundo es igual a nueve tre alla terza è uguale a ventisette: tres al tercero es igual a veintisiete tre alla quarta è uguale a ottantuno: tres al cuarto es igual a ochenta y uno due alla quinta è uguale a trentadue: dos al quinto es igual a treinta y dos due alla sesta è uguale a sessantaquattro: dos a sexto es igual a sesenta y cuatro due elevato alla settima: dos elevado al séptimo due elevato all'ottava: dos elevado a la octava due elevato alla nona: dos elevado al noveno due elevato alla decima: dos elevado al décimo due elevato all'undicesima: dos elevado a la undécima la radice quadrata di venticinque è uguale a cinque: la raíz cuadrada de veinticinco es igual a cinco la radice cubica di ventisette è uguale a tre: la raíz cúbica de veintisiete es igual a tres il cinquanta percento di sessanta è uguale a trenta: cincuenta por ciento de sesenta es igual a treinta il sessanta percento di cinquantà è sempre uguale a trenta: el sesenta por ciento de cincuenta es siempre igual a treinta zero diviso zero è uguale a infinito/è indeterminato: cero dividido por cero es igual a infinito/es indeterminado zero diviso un numero è impossibile: cero dividido por un número es imposible il pi greco è pari a tre virgola centoquarantuno: pi es igual a tres coma ciento cuarenta y uno quattro x alla seconda (segno) uguale tre y alla terza diviso due y alla meno tre: cuatro x elevado al segundo (signo) igual tres y elevado al tercero dividido por dos y elevado a menos tres. Altri progettiWikiversità contiene una lezione sugli aggettivi numerali in castigliano. Le preposizioni e le due preposizioni articolateLe preposizioni principali sono le seguenti:
Le due preposizioni più ricche di utilizzi e interessanti dello spagnolo sono "por" e "para". Le due si assomigliano in pronuncia ma, se studiate bene, non portano a confusioni durante l'utilizzo siccome ognuna ha il suo ambito d'uso, definito da un pugno modesto di regole; in più, "por" si usa in svariate espressioni fisse, di cui alcune diffuse e fondamentali (e.g. "por ejemplo"). Altre preposizioni sono composte e si imparano a memoria una volta che si conoscono quelle basilari (alcune assomigliano a espressioni fisse dette "frasi preposizionali"), e.g. "en efecto" (in effetti). La quasi totalità di esse ha "... de" in seconda posizione, e.g. "a partir de..." (a partire da...). In spagnolo ci sono solo due preposizioni articolate: preposizione e articolo determinativo sono sempre separati tranne nella combinazione "de +el" (del) e "a+ el" (al). Entrambi sono maschili e al singolare. Due esempi sono "El libro del profesor", "Debo devolver el vocabulario al profesor" ("Il libro del professore", "Devo restituire il vocabolario al professore"). Avverbi di frequenza, modo, luogo, tempo e espressioni temporali
Congiunzioni principaliLe frasi interrogative; pronomi e avverbi interrogativiLe frasi interrogative, oltre ad avere il doppio punto di domanda, hanno un'intonazione crescente come in italiano. A livello sintattico, non ci sono modifiche, a differenza di lingue come l'inglese. Alcuni pronomi e avverbi interrogativi e simili sono:
A volte, al posto di "por qué" (perché?) si può usare "para qué". Nel secondo caso, la risposta parte con "Para [+infinito]"; nel primo, la risposta parte con "Porque [+soggetto]...". Quindi, la risposta si imposta in modo diverso. Alcune interiezioniIl sistema verbale: introduzioneSimilmente ai verbi nella maggior parte delle lingue indoeuropee, quelli spagnoli subiscono la flessione secondo le seguenti categorie:
Poiché lo spagnolo è una "lingua pro-drop", il pronome personale soggetto viene spesso omesso (a meno che si enfatizza o si usa ogni volta per un qualunque altro motivo). Il sistema verbale dello spagnolo moderno ha 14 paradigmi distinti e completi[2] (vale a dire insiemi di forme per ogni combinazione di tempo e modo), più un paradigma incompleto[3] (l'imperativo), come pure tre forme atemporali (infinito, gerundio e participio passato) usate per formare tempi come il presente continuato e il passato prossimo o strutture come "verbo servile +infinito" (e.g. "voglio/devo/posso mangiare"). I 14 tempi regolari sono inoltre suddivisi in sette tempi semplici e sette tempi composti (noti anche come perfetti). I sette tempi composti sono formati con il verbo ausiliare haber seguito dal participio passato. I verbi possono essere usati in altre forme, similmente il presente progressivo (inglese), il quale nei trattati di grammatica di solito non viene considerato un tempo speciale, ma solo una delle costruzioni verbali perifrastiche. Come importanza, sono alla pari degli altri verbi, tali per cui si può indicare il presente continuato senza ambiguità (e.g. "io mangio VS io sto mangiando/io sto a mangiare"). Nell'antico spagnolo (Old Spanish) c'erano due tempi (futuro semplice e composto del congiuntivo) che oggi risultano a tutti gli effetti obsoleti. La coniugazione verbale spagnola è divisa (come quella italiana) in quattro categorie note come modi: indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo più il cosiddetto, secondo la tradizione, modo infinito (le grammatiche più recenti lo chiamano formas no personales ("forme impersonali"). Quest'ultima categoria contiene le tre forme non finite che ogni verbo possiede: infiniti, gerundio e participio passato (più precisamente "participio perfetto passivo"). Il participio passato può concordare per numero e genere proprio come fosse un aggettivo, prendendo quattro possibili forme. C'è inoltre una forma tradizionalmente nota come participio presente (per es. cantante, durmiente), ma di solito viene considerato un aggettivo derivato dal verbo, piuttosto che una forma del verbo stesso, dal momento che non tutti i verbi hanno questa forma. Un accidente verbale viene definito come uno dei mutamenti della forma che un verbo può subire. I verbi spagnoli hanno cinque accidenti e ogni verbo muta quindi in base a persona e numero, modo (indicativo, imperativo, congiuntivo, condizionale) e tempo (passato/presente/futuro) e aspetto verbale (azione finita/imperfettivo VS non finita/perfettivo in un qualunque modo e tempo). A questi, si aggiunge la diatesi attiva e passiva. Nella seconda, il soggetto agente diventa il paziente (e.g. il bambino mangia la mela VS la mela viene mangiata dal bambino). Un verbo impersonale, come quelli che indicano il meteo, semplicemente non hanno il pronome personale e si coniugano alla terza persona singolare, come nell'italiano "piove, nevica, fa freddo". I verbi impersonali non sono i "verbi atemporali" (gerundio -ando, -iendo, -iendo; participio passato -ado, -ido, -ido). I verbi si suddividono in tre coniugazioni regolari, classificate in base alle loro terminazioni dell'infinito in -ar, -er o -ir. (La vocale della terminazione — a, e, i — viene chiamata vocale tematica.) I verbi in -ar (prima coniugazione) sono quelli più numerosi (come accade per la coniugazione italiana dei verbi in -are) e i più regolari; per giunta, i nuovi verbi di solito adottano la forma -ar. I verbi in -er e -ir sono di meno e comprendono molti verbi irregolari (questi ultimi esistono anche in altre lingue come lo stesso italiano). Ci sono inoltre sottoclassi di verbi semi-regolari che mostrano alternanza vocalica condizionati dall'accento. In generale, molti dei verbi maggiormente usati mostrano delle irregolarità in alcune persone (cioè cambia la radice oltre al suffisso), tale per cui sono irregolari. Il verbo "avere" come ausiliare è "haber" e non è da confondere con "tener", che indica il verbo avere come verbo principale per esprimere il possesso. In portoghese invece si usa un solo verbo, "ter". Vengono dati per scontati i pronomi personali (almeno quelli soggetto), inclusi quelli per esprimere formalità (Usted, Ustedes +3° persona) e le varianti in America Latina, e la conoscenza della scrittura e pronuncia dello spagnolo. Queste ultime sono semplici siccome c'è alta corrispondenza tra scrittura e pronuncia, come in italiano e rumeno e contrariamente a lingue come l'inglese. A essa si collega la macro-distinzione tra pronuncia latino-americana e europea (le due caratteristiche più pervasive e evidenti in pronuncia sono il seseo e lo yeismo. Altre differenze superficiali riguardano alcune parti di grammatica e il lessico). Convenevoli e espressioni fisse/diffuse
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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