Nacque in una famiglia di pittori, attività esercitata sia dal padre Jan Wellens de Cock, sia dal fratello Matthys Cock (1505-1548).
Nel 1545 riuscì ad entrare nella Gilda dei pittori, mettendosi in evidenza con un San Cristoforo in paesaggio, accostabile allo stile di Bosch e di Joachim Patinir.[2]
Ben presto, però abbandonò questo mestiere, e dopo un soggiorno biennale a Roma, al suo rientro in patria fondò la casa editrice Aux quatre vents ("La casa dei quattro venti") ed incominciò una serie di incisioni raffiguranti vari monumenti romani.[2]
Nel 1549 si impegnò in lavori decorativi in occasione dell'ingresso in Anversa di Carlo V.[3]
L'anno successivo seguì i promettenti allievi Pieter Bruegel il Vecchio e Cornelis Cort, ed in questo periodo sia la bottega sia la casa editrice di Cock raggiunsero una posizione di rilievo, al punto da ricevere i complimenti di Vasari.[2]
Il poeta Dominicus Lampsonius invece contribuì con Cock alla realizzazione della Galleria di ritratti di pittori dei Paesi Bassi e di Germania, che uscì postuma nel 1572.
Importanti furono le acqueforti raffiguranti paesaggi e rovine romane.[3]
Il lavoro di Cock fu significativo per la diffusione e la conoscenza delle opere fondamentali dei grandi artisti del Paesi Bassi, oltreché per la divulgazione di opere ispirate a motivi stranieri, italiani, raffaelliani e di tutta l'Europa.[2]
Vlcxken Diercx proseguì l'attività editrice di Cock fino al 1601.
(DE) Florian Köhler, Hieronymus Cocks Serie der römischen Ruinen, Vienna, 2013.
(FR) Lydia De Pauw-De Veen, Jérôme Cock. Editeur d'estampes et graveur. 1507-1570, Bruxelles, 1970.
(DE) Joseph Eduard Wessely, Cock, Hieronymus, in Allgemeine Deutsche Biographie (ADB), vol. 4, Lipsia, Duncker & Humblot, 1876, p. 384.
(FR) Bert W. Meijer, Hieronymus Cock, in Fiamminghi a Roma. 1508-1608. Artistes des Pays-Bas et de la Principauté de Liège à Rome à la Renaissance, Bruxelles, 1995, pp. 147-151.