James Johnson (Contea di Robeson, 12 febbraio 1811 – Contea di Chattahoochee, 20 novembre 1891) è stato un politico statunitense.
Biografia
Nacque in Carolina del Nord nel 1811, per poi trasferirsi con la famiglia in Georgia, dove studiò legge all'università statale e divenne avvocato, dopo un periodo da insegnante.[1][2][3]
Entrato in politica, fu eletto nel 1851 alla Camera dei rappresentanti come membro del Partito Whig, non riuscendo tuttavia ad essere riconfermato alle successive elezioni.[2][3] Si accostò allora al partito nazionalista Know Nothing, e ciò lo isolò politicamente sia dai conservatori che dai democratici.[1]
Non era un sostenitore della secessione, e durante gli anni della guerra civile americana preferì non essere coinvolto in politica, limitandosi a continuare l'attività legale nel suo studio di Columbus. Quando le armate dell'Unione conquistarono la Georgia alla fine della guerra il governatore Joseph E. Brown venne destituito, e il presidente degli Stati Uniti Andrew Johnson necessitava di un successore fedele a Washington. La scelta ricadde proprio su James Johnson, con cui il presidente aveva fatto amicizia dieci anni prima al Congresso, così l'avvocato di Columbus divenne il nuovo governatore della Georgia.[1][2][3]
Come governatore provvisorio dovette rinnegare la secessione e stilare una nuova costituzione per la Georgia, abolire lo schiavismo e ripianare i debiti di guerra contratti durante il conflitto. Inoltre limitò il numero di mandati possibili per un governatore georgiano a due, così da impedire lo strapotere da parte di singoli com'era stato nel caso del predecessore Brown.[1] Il mandato di Johnson durò pochi mesi, poi decadde e si procedette all'elezione di un nuovo governatore eletto, che sarebbe stato Charles J. Jenkins.[1][2] Johnson provò allora ad essere eletto senatore, ma non riuscì a raccogliere i voti necessari, mentre fu uno dei grandi elettori alle elezioni presidenziali del 1868.[3]
Dopo la fine del suo breve mandato James Johnson continuò ad esercitare la sua professione di magistrato, morendo nel 1891.[1][2][3]
Note