Nata in una ricca famiglia di armatori dello Hampshire, Jessie compì in gioventù studi classici studiando filosofia con Félicité de Lamennais alla Sorbona di Parigi tra il 1852 e il 1854.
A Parigi Jessie conobbe Emma Roberts, che si considerava legata a Giuseppe Garibaldi.
Diventarono amiche e quando Emma Roberts fece visita a Garibaldi prima a Nizza e poi in Sardegna, Emma portò Jessie con sé. Fu grazie a questo incontro che Jessie decise di dedicarsi alla causa dell'unificazione italiana.
Nella primavera del 1855 tornò a Londra nella vana speranza di diventare la prima donna medico del Regno Unito[1].
Si avvicinò quindi a Giuseppe Mazzini, allora in esilio a Londra.
Scrisse articoli spiegando la situazione, e raccogliendo fondi a favore della causa italiana sia in Inghilterra settentrionale che in Scozia.
Quando, nel 1857, Mazzini tornò a Genova, Jessie lo seguì. Il suo arrivo fu annunciato dal giornale mazziniano L'Italia del Popolo.
Dopo il fallimento della spedizione di Carlo Pisacane, Mazzini fuggì a Londra mentre Jessie - con il fidanzato Alberto Mario - fu catturata ed imprigionata a Genova per quattro mesi. Liberata il 14 novembre, nel dicembre del 1857 Jessie ed Alberto Mario si sposarono in Inghilterra. Jessie continuò a tenere comizi in Inghilterra e Scozia. Nel 1858 Jessie ed Alberto furono a New York per perorare la causa italiana.
Quali agenti mazziniani furono nuovamente arrestati a Bologna il 19 agosto 1859, su ordine del Governatore della città. Nella primavera del 1860 furono a Lugano, pronti per giungere a Genova per imbarcarsi con la seconda ondata di volontari che partivano per la Sicilia per raggiungere Garibaldi. Alberto fu nel comando vicino a Garibaldi mentre Jessie svolse il ruolo di infermiera. Partecipò alla battaglia del Volturno con il medico Malachia De Cristoforis, assieme al quale salvò due feriti sul campo di battaglia.
Dopo l'unificazione italiana, si occupò dei problemi sociali che non erano nelle priorità dei primi governi post-unitari. Dal 1870 si occupò in tre progetti di ricerca riguardanti:
il problema della pellagra nelle campagne, dovuta alla cattiva alimentazione dei braccianti;
la ricerca sulle condizioni dei poveri di Napoli, vista erroneamente dal governo come una città molto prosperosa. Jessie trovò che larga parte della popolazione viveva in grotte, sotto le strade in condizioni sanitarie pietose. Da questa sua ricerca fu pubblicato nel 1877 il saggio - s:La miseria di Napoli;
la salute dei minatori nelle solfatare siciliane. Denunciò il largo uso di lavoro minorile e le cattive condizioni di lavoro e di salute dei minatori siciliani che arrivavano ad essere inidonei al servizio militare.
Continuò l'attività giornalistica scrivendo per giornali italiani, inglesi e statunitensi. Scrisse biografie di Garibaldi, Mazzini, Bertani, Cattaneo, Nicotera e difese accoratamente il garibaldino Castellazzo, accusato di aver tradito i congiurati di Mantova del 1852.
«La democrazia conta un solo scrittore sociale: ed è un inglese, ed è una donna; la signora Jessy Mario, che non manca mai dove ci sia da patire o da osare per una nobile causa.»
Morì il 5 marzo 1906 a Firenze. Il funerale si svolse con cerimonia civile nell'appartamento della Mario, alla quale seguì un lungo corteo funebre che attraversò le strade di Firenze. Le ceneri di Jessie White riposano ora nel cimitero di Lendinara accanto a suo marito Alberto. Una lapide con il suo ritratto fu realizzata dallo scultore Policronio Carletti e inaugurata nel 1907 a Lendinara.[3]
Vamba, Jessie White Mario, Firenze, R. Bemporad & Figlio Editori, 1915.
Elizabeth Adams Daniels, Jessie White Mario Risorgimento Revolutionary, Athens, Ohio University Press, 1972 [trad. it.: Posseduta dall'angelo. Jessie White Mario la rivoluzionaria del Risorgimento, Milano, Mursia, 1977].
Rossella Certini, Jessie White Mario una giornalista educatrice: tra liberalismo inglese e democrazia italiana, Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1998.
A. A. Mola, Tra affetti, politica e storia. Il difficile confronto tra Giosue Carducci e Jessie White Mario, in Z. Ciuffoletti (a cura di), Garibaldi e il Polesine tra Alberto Mario, Jessie White e Giosue Carducci, Atti del XXX convegno di studi storici, Lendinara e Rovigo, 26-27 ottobre 2007, Rovigo, Minelliana, 2009, pp. 235–251.
A. Garibaldi Jallet, Jessie White, il buon angelo di Ricciotti Garibaldi, in Z. Ciuffoletti (a cura di), Garibaldi e il Polesine tra Alberto Mario, Jessie White e Giosue Carducci, atti del XXX convegno di studi storici, Lendinara e Rovigo, 26-27 ottobre 2007, Rovigo, Minelliana, 2009, pp. 253–260.
Maria Corona Corrias, Jessie White Mario: donna illustre e valorosa, in «Nuova Antologia», luglio-settembre 2009, pp. 343–356.
Mario Prisco, Adorabile uragano. Dalle lotte risorgimentali alla Miseria in Napoli. La straordinaria avventura di Jessie White Mario, Napoli, Stamperia del Valentino, 2011. ISBN 978-88-95063-30-0.
Silvio Berardi, L'Europa di Jessie White Mario, Roma, Anicia, 2012. ISBN 978-88-67090-23-5.
Antonello Nave, Jessie White Mario corrispondente carducciana, in «Camicia Rossa», XXXV, 3, agosto-novembre 2015, pp. 12-13.
Pier Luigi Bagatin, "Un degno successore di Bertani". Il sostegno di Jessie White Mario a Nicola Badaloni secondo un poco noto carteggio rodigino, in F. Agostini-G. Silvano (a cura di), Salute pubblica in Polesine. La medicina al tempo di Nicola Badaloni medico condotto a Trecenta 1878-1943, Atti del XXXIII Convegno di Studi Storici promosso dal Comune di Trecenta, 29-30 settembre 2017, Trecenta-Rovigo, Rovigo, Minelliana, 2018, pp. 131-151.
Antonello Nave, In morte di Cavallotti. Una lettera di Jessie White Mario a Carducci, in «Camicia Rossa», XXXVIII, 2-3, maggio-dicembre 2018, pp. 15-16.