Leo o Leone (275 circa – San Leo, 366) è stato, secondo la tradizione, uno scalpellino di origine dalmata che nel 301 fu il primo vescovo di Montefeltro (che però venne ufficialmente istituita solo secoli dopo).
Le vicende legate a san Leo sono giunte fino a noi tramite la Vita Sancti Marini, testo agiografico redatto verso la fine dell'anno 900. Secondo la Vita, Leo, scalpellino originario dell'isola di Arbe, nella Dalmazia settentrionale, giunse intorno al 297 in Italia, insieme a Marino, per la ricostruzione delle mura di Rimini e per sfuggire alla persecuzione contro i Cristiani iniziata dall'imperatore Diocleziano.
Gli scalpellini, giunti a Rimini, furono inviati per tre anni sul Monte Titano per estrarre e lavorare la roccia. In seguito Marino e Leo si divisero: mentre il primo tornò a Rimini, Leo si rifugiò sul Monte Feliciano (o Monte Feltro) dove edificò un convento e una chiesa. Quest'insediamento sul Monte Feliciano prenderà poi il nome di San Leo.
Il vescovo di Rimini, Gaudenzio, convocò Leo e Marino per esprimergli la sua riconoscenza. Poi consacrò il primo sacerdote e il secondo diacono.
Dopo la morte di Leone il suo corpo viene deposto in un sarcofago di pietra (di esso si conserva tutt'oggi il coperchio nel Duomo). Attualmente le sue reliquie sono conservate nella chiesa di Santo Stefano a Ferrara, dove vennero trasferite dalla sede vescovile di Voghenza nel 1083.[1]