LitoteLa litòte (dal greco antico litótēs, "semplicità" e "attenuazione", da litós "semplice") è una figura retorica che consiste nel dare un giudizio o fare un'affermazione adoperando la negazione di un'espressione di senso contrario. Si ha quando si sostituisce un'espressione troppo cruda con la negazione del contrario. Può avere intento di attenuazione o enfasi, ma anche di eufemismo o ironia. Un esempio di litote è dire "non mi sento troppo bene", per dire "mi sento male", in questo caso con valore intensivo.[1] Esempi letterariUn esempio di litote è la definizione che Alessandro Manzoni dà di Don Abbondio ne I promessi sposi[2]: «Don Abbondio (il lettore se n'è già avveduto) non era nato con un cuor di leone.» Un altro esempio di litote si ha in Foscolo, nel sonetto A Zacinto: «... onde non tacque Anche nella Divina Commedia si trova un esempio di litote nel Canto II dell'Inferno: «Però, se l'avversario d'ogne male Note
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